L’Aifa: in calo la pubblicità del pharma a medici e sanitari. Digitale sempre più rilevante

Mercato

Nel 2024 l’industria farmaceutica ha depositato all’Aifa 13.438 pratiche per la diffusione di materiale pubblicitario a medici e operatori sanitari, relativo a 1.897 prodotti medicinali e 170 prodotti omeopatici. In media significa circa 1.100 dossier al mese, per un totale in significativa flessione rispetto al 2023 quando vennero presentate 14.966 pratiche. I numero arrivano dal Rapporto 2024 dell’Aifa sulla pubblicità dei medicinali in Italia, la pubblicazione con cui ogni anno l’Agenzia scatta una fotografia dell’attività promozionale condotta dalle aziende farmaceutiche per sostenere i propri farmaci. Si tratta, come si sarà capito, della pubblicità rivolta al personale sanitario, per la quale vige soltanto l’obbligo di depositare preventivamente all’Aifa il materiale promozionale (al contrario di quella indirizzata al grande pubblico, che dev’essere autorizzata dal ministero della Salute).

 

Il Rapporto 2024, dunque, rappresenta una sorta di censimento statistico della comunicazione che le aziende riservano all’utenza professionale, quella che in gergo si chiama informazione scientifica. E la fotografia che ne scaturisce offre spunti di riflessione anche a chi di questa comunicazione è destinatario. Per esempio sulla concentrazione promozionale: il 46% circa dei materiali depositati all’Aifa, dicono i dati, proviene da 20 aziende soltanto, il 29% dalle prime dieci. In media, come già detto, vengono trasmesse all’Agenzia 1.100 pratiche, ma i numeri variano considerevolmente a seconda della stagionalità: il picco più basso (com’è facile immaginare) si è registrato ad agosto con appena 500 invii, il più alto a ottobre con 1.466 (probabilmente in vista dell’inizio della stagione fredda).

 

 

I farmaci per i quali è stato depositato il maggio numero di materiali pubblicitari è quello appartenente al gruppo Atc “Sistema nervoso” (13% delle pratiche totali), seguito da “antineoplastici e immunomodulatori” (12,6%), “prodotti per il sistema cardiovascolare” (11,6 %), “prodotti per l’apparato gastrointestinale e metabolismo” (11,5 %) e “antimicrobici per uso sistemico (8,3%). Più in generale, nella classifica redatta dall’Aifa si possono individuare tre gruppi, quello di testa con un tasso di pratiche tra il 13% e l’8%, un secondo con quote tra il 7% e il 5%o (sistema genito-urinario e ormoni sessuali, sistema respiratorio, sangue e organi emopoietici, dermatologici, organi di senso, sistema muscolo-scheletrico) e infine l’ultimo con tassi dal 3% a scendere (prodotti vari, preparati ormonali sistematici esclusi ormoni sessuali e insulina, farmaci antiparassitari, insetticidi e repellenti).

 

 

Per quanto concerne il supporto su quale i materiali pubblicitari sono realizzati, i dati riferiscono di una netta prevalenza del formato digitale rispetto al cartaceo, con una percentuale rispettivamente del 69 e del 31%. Riguardo ai canali di diffusione, invece, le scelte rimangono quelle degli anni precedenti: circa la metà dei materiali promozionali depositati è stata divulgata attraverso le visite degli informatori scientifici (cartacei 23%; digitale 20%), segue la divulgazione via web con il 35% (e-mail 22%) e i congressi con il 21%. Marginali i restanti canali, come la posta ordinaria, la stampa specializzata e il telefono (1%).

 

 

Il Rapporto, infine, non risparmia alcune bacchettate all’industria, in particolare sulla qualità del materiale depositato. Tutte le pratiche inoltrate dalle aziende, spiega l’Aifa, è stato sottoposto a verifiche (formali, amministrative e regolatorie) allo scopo di assicurare la conformità del materiale promozionale al Riassunto delle caratteristiche del prodotto, in modo da assicurare l’aderenza dell’informazione scientifica ai criteri di chiarezza e completezza richiesti dalla normativa. Risultato, il 28,5% delle pratiche presenta «deviazioni», che hanno comportato nel 5,4% dei casi un esito negativo e nel 22,8% un’integrazione. Soltanto una quota marginale delle pratiche (lo 0,2%) ha evidenziato problemi nei materiali di consultazione. «Questo dato» osserva l’Aifa «mette in risalto la notevole incidenza di irregolarità nella pubblicità dei medicinali che viene realizzata in Italia. Tanto più se si considera che il controllo tecnico-scientifico sui materiali promozionali viene effettuato a campione». E se si agginge che appena tre anni prima, nel 2021, la percentuale delle pratiche con “Esito negativo” corrispondeva soltanto al 10,44% del totale.

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