Chi ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale (tanti ormai) avrà sicuramente incontrato anche il termine “prompt”, che indica le istruzioni fornite dall’utente per far lavorare l’AI. Di che cosa si tratta nello specifico? E perché è importante scriverle in un certo modo? Per capire i prompt, è essenziale innanzitutto comprendere come funziona l’intelligenza artificiale generativa. Non si tratta semplicemente di porre domande tipo quiz, ma di formulare richieste che il sistema esegue in modo preciso, generando contenuti originali attraverso un processo probabilistico che simula la logica umana.
Come ormai tutti sanno, l’intelligenza artificiale generativa è un tipo di tecnologia capace di generare contenuti originali: testi, immagini, codici, presentazioni, email, persino video. Non copia da internet, ma crea risposte di volta in volta diverse con una logica simile al pensiero umano, servendosi di un sistema probabilistico. Ogni volta che riceve un’indicazione da parte nostra, il modello calcola per ogni singola parola quale potrebbe essere la parola successiva più probabile e la seleziona.
Questo spiega perché la qualità del risultato dipende in gran parte dalla qualità del prompt che forniamo. In altre parole, una richiesta generica o incompleta restituirà una risposta dello stesso livello, mentre un prompt ben strutturato e dettagliato ci permetterà di ottenere risposte più precise e rilevanti. Sia chiaro: l’AI non sostituirà mai il farmacista nel suo lavoro clinico, non oggi per lo meno, ma lo aiuta alleggerendogli il carico di lavoro e permettendogli di concentrarsi nelle attività in cui dove può fare la differenza, per esempio al banco con il cliente.
Qualche esempio del “task” (compiti) in cui l’Ai può offrire un aiuto prezioso?
· Fare brainstorming su idee per il banco o per la vetrina.
· Riformulare mail, lettere ai medici, testi per il sito.
· Creare questionari per i clienti.
· Riassumere articoli scientifici.
· Preparare scalette per eventi.
· Trovare nomi per progetti o prodotti.
· Avere risposte veloci su qualsiasi tema “da ufficio”.
Vediamo allora come iniziare a utilizzare questo strumento in modo efficace, dai primi passi fino alla strutturazione di prompt avanzati.
Come iniziare: guida pratica a ChatGpt
Partiamo dalle basi. Prendiamo per riferimento l’AI oggi più conosciuta, ChatGPT, e raggiungiamo il suo sito open, cioè ad accesso gratuito. Da lì, con la propria e-mail, è possibile creare un account gratuito per interrogare e lavorare con il sistema (in alternativa, è possibile accedere velocemente con un account Google o Apple, sempre che se ne abbia uno disponobile). La versione gratuita consente già di esplorare molte funzionalità, se invece si desidera accedere a prestazioni più avanzate, come quelle che offre la versione ChatGPT-4, è disponibile il piano “Plus” al costo mensile di 20 dollari (18 euro).
Una volta effettuato l’accesso, ci si trova davanti una schermata semplice e intuitiva, come quella di una chat: al centro l’area dedicata alle conversazioni, dove leggere le risposte generate dal sistema. Nella parte inferiore, una barra in cui scrivere domande e richieste. Per iniziare a familiarizzare con lo strumento, il consiglio è di digitare una semplice richiesta in questa barra. Ecco qualche esempio di prompt particolarmente basic: “Spiegami cosa fa un integratore di magnesio”; oppure “Dammi qualche idea per il nome di un evento a tema make-up che voglio proporre in farmacia”. Questi primi tentativi aiuteranno a capire come ChatGPT risponde e come affinare le domande perché esprimano correttamente i reali bisogni.
Un consiglio è di aspettarsi subito chissà quali strabilianti esibizioni di genialità artificiale. Non basta solo il libretto delle istruzioni per estrarre il massimo potenziale dall’AI, è necessaria tanta pratica per familiarizzare con lo strumento. Una volta capita la sua logica, si potranno affinare progressivamente i prompt utilizzando una struttura di base.
Costruire un prompt efficace: le tre componenti essenziali
Nel momento in cui si vuole cominciare a fornire “prompt” più sofisticati, diventa indispensabile ragionare in termini di ruoli, dando all’AI istruzioni sintetiche ma chiare su chi è, qual è il suo obiettivo e in che modo vuoi che la risposta venga erogata. Per esempio: “Agisci come un farmacista esperto. Leggi questo paper scientifico su [argomento del paper], studialo e comprendine il significato. Crea un riassunto del testo con un abstract iniziale che mi permetta di inquadrare l’argomento e i 5 punti principali di maggior rilevanza. Usa un tono semplice.”
Questa struttura rappresenta un esempio di prompt per utilizzare l’AI generativa come “facilitatore” di testi. Come si può capire dall’esempio, l’importante è fornirgli un contesto e fargli capire con precisione qual è il suo obiettivo. Attenzione però, non è finita qui. Con l’AI la risposta che otterrai non sarà quasi mai quella definitiva. È necessario limare il prompt, affinare le richieste e lavorare di cesello per ottenere risultati davvero efficaci.
Sembra semplice? Sì, lo è. Al giorno d’oggi non serve essere esperti di tecnologia, ma è anche vero che un minimo di dimestichezza con il mondo digitale è fortemente consigliato. Al tempo, non va mai dimenticato che l’elemento più importante dell’equazione risiede nella nostra testa. Sì perché se noi non sappiamo con precisione cosa chiedere all’AI, non potremo aspettarci che lo sappia lei. ChatGPT non lavora al posto nostro, ma con noi. Certo, se si usa bene aiuta a risparmiare tempo, ad avere più idee, e a fare meglio e più velocemente ciò che già sappiamo fare. Ma se non abbiamo ben chiara la visione d’insieme e dove vogliamo arrivare, l’AI non farà altro che generare entropia facendoci perdere tempo.