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La vaccinazione contro covid? Per le farmacie è una scelta di category management

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Con l’avvio delle somministrazioni nelle farmacie laziali, che seguono a ruota liguri e valdostane, si può legittimamente affermare che i farmacisti sono entrati a pieno titolo nella campagna nazionale per la vaccinazione contro covid. Secondo proiezioni diffuse qualche tempo fa da Federfarma, «ognuna delle circa 11.000 farmacie che hanno dato la loro adesione sarà in grado di somministrare, mediamente, tra i 15 e i 20 vaccini al giorno», per un totale di circa 165.000-220.000 inoculazioni quotidiane.

Si tratta di proiezioni costruite su valori medi e quindi inevitabilmente approssimate, ma ora che la mobilitazione delle farmacie sta progredendo regione dopo regione non si può fare a meno di chiedersi se i farmacisti del territorio riusciranno a raggiungere quelle medie. A tale proposito occorre innanzitutto chiarire un punto, senza entrare in sterili polemiche o perdersi in analisi di natura giuridica: erogare vaccinazioni in farmacia non è – giustamente – facile; è necessario un percorso di formazione decisamente consistente in termini di tempo e servono spazi dedicati per la somministrazione e l’attesa di 15 minuti post-inoculazione.

Non tutte le farmacie dispongono di entrambe le risorse, cosa che infatti ha quasi dimezzato il numero di quelle disponibili. Per quanto riguarda gli spazi sono possibili soluzioni di “ripiego” come i gazebo esterni o la vaccinazione negli orari di chiusura, però così aumentano i costi e per di più si intacca la “potenza di fuoco” (quante inoculazioni si possono effettuare quando la farmacia è chiusa?). C’è quindi il rischio che le stime di Federfarma si rivelino un po’ ottimistiche , anche se non è da escludere che le farmacie meglio attrezzate riescano a esprimere medie giornaliere superiori e quindi compensare i volumi.

Tutto dipende da una semplicissima domanda: offrire il servizio di vaccinazione in farmacia conviene? La risposta è sì, anche se non stiamo parlando di convenienza puramente economica a breve termine. Perché al riguardo una sommaria valutazione dei costi rispetto alla remunerazione nazionale di 6 euro a vaccino fa capire come solo le farmacie che riusciranno a organizzare un servizio “a ciclo continuo” (quattro vaccinazioni all’ora considerati i tempi di attesa) si avvicineranno al pareggio dei costi orari per il personale dipendente, escluso eventuale personale esterno come medici o infermieri, anche se in alcune regioni sono state negoziate integrazioni che migliorano il conto economico. Restano fuori i costi organizzativi e amministrativi, così come quelli della formazione e della logistica.

La verità però è che bisogna considerare questo servizio non come una voce di profitto ma come un investimento finalizzato a rafforzare il ruolo e l’immagine della farmacia, fidelizzare la clientela, eventualmente attrarre una parte di essa e – solo marginalmente – produrre vendite aggiuntive non programmate. Stiamo parlando di obiettivi di comunicazione e di immagine che la farmacia deve perseguire sia a livello istituzionale, direi quasi “politico”, sia a livello territoriale da parte delle singole farmacie, ognuna nella misura e con l’intensità più opportuna.

Per la farmacia, in altri termini, si tratta di una scelta di category management: nell’equilibrio complessivo dei ruoli e degli obiettivi delle varie componenti di offerta (categorie di beni e di servizi) quella della vaccinazione contro covid è una categoria che solo per poche farmacie potrà avere un ruolo di “destination” (ovvero di eccellenza, che distingue dalle altre farmacie), mentre per tutte le altre il ruolo sarà proprio di “servizio”, che contribuisce a differenziare la farmacia dagli altri format. Una funzione dunque strategicamente centrale, perché la farmacia è un’azienda di servizi con un posizionamento premium.

In conclusione: non importa se la proiezione è corretta o meno o se lo è il metodo di calcolo sottostante. Ciò che importa è fissare un obiettivo, sfidante ma raggiungibile, da condividere con tutte le forze in campo che potranno aiutare a conseguirlo. Le farmacie faranno la loro parte, ne sono certo. Conviene al Paese e conviene a loro per una logica applicazione di category management.

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