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La silver economy vale 100 miliardi e fa gola a turismo e servizi. E la farmacia?

Consumatore

Si chiama silver economy (economia d’argento) e a muoverla sono i 14 milioni di over 65 che abitano il nostro Paese. Anziani, sì, ma in buona parte lontani dallo stereotipo del pensionato che misura le spese con il bilancino per stare nell’assegno mensile della previdenza. Lo dicono i numeri che arrivano dal convegno organizzato il 7 febbraio a Genova da Confcommercio proprio per radiografare la silver economy: dal 2015 a oggi gli over 65 sono cresciuti di mezzo milione e rappresentano ormai il 22% della popolazione. Ma soprattutto, detengono in media una ricchezza che supera del 13,5% quella posseduta complessivamente dagli italiani.

L’economia che ruota attorno agli over 65, così, è tutt’altro che stagnante: il 17,4% degli anziani lavora e il 40% sostiene i figli e le loro famiglie; in particolare amano viaggiare e nel 2018 le spese per turismo e vacanze hanno superato i 4,9 miliardi di euro, in crescita del 38,9% sul 2014. Più in generale, gli ultra65enni rivolgono la propria capacità di spesa tanto all’acquisto di prodotti di consumo quanto ai servizi, comprese le prestazioni di assistenza sanitaria e riabilitativa.«Il giro di affari dell’economia d’argento è enorme» ha detto Paolo Odone, presidente di Confcommercio Genova, aprendo i lavori del convegno «nella fascia oltre i 60 anni può arrivare a muovere più di cento miliardi».

Il settore commercio e turismo, come dimostra l’evento ligure, ha colto il fenomeno e si sta organizzando per afferrare le opportunità che ne scaturiscono. E la farmacia? «E’ evidente che la silver economy offre al canale grandi possibilità» è la risposta di Gadi Schoenheit, vicepresidente di Doxapharma «ma soltanto se la farmacia sarà capace di evolvere da luogo di dispensazione a luogo di relazione, dove l’anziano può trovare un riferimento per tutto ciò che riguarda la sua salute». In questo, continua Schoenheit, la farmacia è agevolata dall’accessibilità che le deriva dalla prossimità: «Si va dal farmacista molto più facilmente che dal medico» ricorda «dunque se si organizza in rete con i medici di famiglia ha la possibilità di offrire servizi integrativi, come il monitoraggio dell’aderenza terapeutica, che danno continuità alla relazione ben oltre la semplice dispensazione del prodotto».

Ma soprattutto, il dato sul potere d’acquisto degli over 65 e sul giro d’affari della silver economy dovrebbero convincere i farmacisti a emanciparsi dal tabù della gratuità Ssn: una buona parte dei consumatori anziani dispone di capacità di spesa che rende accessibile l’acquisto di prestazioni o servizi anche in regime privato, purché sussista un ragionevole “value for money”. «E’ vero» conferma Schoenheit «la spesa privata è oggi un’opzione che l’over 65 non scarta più a priori, ma sempre se la farmacia adotta un sistema consulenziale che dà continuità al binomio prodotto più servizio. In sostanza, se si propone al paziente come la sua farmacia di fiducia. Se invece c’è soltanto la dispensazione del prodotto, allora la preferenza va alla rimborsabilità Ssn: non pago nulla e ho il farmaco».

 

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