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Istat: farmacia il servizio più facile da raggiungere, solo il 14% delle famiglie ha difficoltà

Filiera

Tra i principali servizi di pubblica utilità, la farmacia è quello cui gli italiani riescono ad accedere più facilmente: dichiara di avere difficoltà a raggiungerla soltanto il 13,8% delle famiglie, che invece nel caso dei negozi salgono al 20,2%, i supermercati al 24,2%, gli uffici comunali al 31%, Polizia e Carabinieri al 31,2% e Pronto soccorso al 50,8%. I dati arrivano dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, che nei giorni scorsi ha pubblicato l’ultima edizione della sua indagine annuale sui servizi di pubblica utilità. Condotta nel trimestre dell’anno scorso su un campione di circa 24mila famiglie, la ricerca analizza il complesso rapporto tra cittadini e servizi pubblici per misurarne nel tempo utilizzo e soddisfazione.

 

Famiglie che hanno difficoltà a raggiungere alcuni servizi (%)

Fonte: Istat, Indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana”.

 

La ricerca, per cominciare, dedica un’approfondita analisi alla fruizione dei servizi Asl da parte degli italiani: nel 2023, dice l’Istat, poco meno del 40% delle persone intervistate (dai 18 anni in su) si è rivolto a un’Azienda sanitaria locale, in calo di sette punti rispetto al 2003 (per una perdita di circa 2,7 milioni di assistiti). «Questa tendenza» osserva l’indagine «è certamente legata alla crescita dell’uso dei servizi digitali» e anche se il superamento dell’emergenza da covid-19 «ha ripristinato in parte le vecchie abitudini, «per nessuna delle prestazioni erogate si è ritornati al livello del 2019».

I dati sull’accesso, tuttavia, mostrano una cospicua variabilità a livello regionale: nel Centro e nel Nord-est la quota degli intervistati che nel 2023 si è recato in un’Asl sale attorno al 44% e tocca il minimo nelle Isole (Sardegna 39,7% e Sicilia 31,1%). Idem per la percentuale di assistiti che lamentano attese superiori ai 20 minuti per usufruire di un servizio: in media sono il 49,8% ma il range oscilla da un minimo del 34,7% nel Nord-est a un massimo del 61,5% nel Sud e del 66,5% nelle Isole. Al top, in questa classifica, la Sicilia (attese sopra i venti minuti per il 68,4% degli intervistati), il Molise (67,6%) e la Calabria (67,2%).

 

Servizi Asl, il giudizio degli italiani su file e orari

Fonte: Istat, Indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana”.

 

L’Istat ha anche misurato i giudizi delle famiglie italiane riguardo agli orari di apertura degli sportelli Asl: il 60% circa degli intervistati li reputa comodi, un valore stabile rispetto al 2022 ma in calo nell’ultimo ventennio. Anche in questo caso tuttavia dietro alla media nazionale si nascondono opinioni differenziate: la soddisfazione, per cominciare, tende a crescere tra gli utenti di 60 anni e più e, in particolare, tra gli anziani: soddisfatto il 66,1% degli individui tra i 65 e i 74 anni. Meno soddisfatti i 25-44enni (53,6% del totale), che forse «si trovano in una fase della vita che richiederebbe maggiore flessibilità e ampiezza degli orari». E poi torna la variabilità regionale: gli assistiti che considerano l’orario comodo, infatti, arriva al 67,3% nel Nord-est e scende al 44,8% nelle Isole. Il 30% degli utenti di 18 anni e più non vorrebbe cambiamenti negli orari di apertura della sua Asl (stesso valore del 2022) a fronte di un 43,6% che invece lo gradirebbe. A desiderare un diverso orario sono soprattutto i giovani e gli adulti di età compresa tra i 25 e i 59 anni, con un picco tra i 35 e i 44 anni. A livello territoriale, gli assistiti che preferirebbero orari diversi sono soprattutto i residenti nelle Isole (47,2%) e gli abitanti dei centri di area metropolitana (44,9%).

 

Servizi Asl, la variabilità dei giudizi a livello regionale

Fonte: Istat, Indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana”.

 

Infine le farmacie: come detto, nel 2023 solo il 13,8% delle famiglie ha dichiarato di avere difficoltà a raggiungerne una, la quota più bassa tra i servizi di pubblica utilità messi a confronto dall’Istat (negozi, supermercati, polizia e carabinieri, uffici comunali, pronto soccorso). L’evidenza non sorprende, sono tante le indagini che individuano nella prossimità il tratto distintivo più apprezzato dal pubblico (assieme alla competenza del farmacista). Attenzione però: a seconda della regione di residenza – così come della dimensione demografica del comune in cui si vive – il giudizio sull’accessibilità della farmacia oscilla anche di dieci punti percentuali: le maggiori criticità, in particolare, emergono al Sud (dove riferisce di difficoltà nell’accesso il 17,8% delle famiglie). A livello regionale i picchi si osservano in Valle d’Aosta (24,9%), in Calabria (23,5%) e in Campania (22,5%).

 

L’accessibilità di farmacie e altri servizi, differenze regionali

Fonte: elaborazione Pharmacy Scanner su dati Istat (Indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana”) e Federfarma (Farmacie in Italia).

 

Per valutare accuratamente le differenze espresse a livello locale sull’accessibilità della farmacia, Pharmacy Scanner ha aggiunto alla tabella dell’Istat, nella colonna di pertinenza, il rapporto abitanti per farmacia che contraddistingue ogni regione, secondo la tabella riportata da Federfarma sul proprio sito web. A prima vista non si individua una relazione diretta ed evidente tra quota di famiglie che dichiara di avere difficoltà a raggiungere la farmacia e numero delle sedi attive. C’è quindi da chiedersi se in tale valutazione non rientrino altri fattori (qualità della rete stradale e presenza di mezzi di collegamento, per esempio) che esulano dal sistema di pianificazione della rete farmaceutica.

Comunque sia, influenza il giudizio degli italiani anche la dimensione del comune di residenza: ci sono più di dieci punti di differenza, fa notare l’Istat, tra le famiglie con difficoltà di accesso che risiedono in Comuni Centro dell’area metropolitana (8,7%) e quelle che si trovano in Comuni al di sotto dei 2.000 abitanti (19,8%).

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