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IRi avverte: boom dell’online da qui al 2022, nel personal care e food +54%

Consumatore

Nel quinquennio 2018-2022 l’e-commerce crescerà in Europa a ritmi sostenuti in tutti i comparti del commercio. E a fare da punta di lancia saranno i due segmenti del food e del personale care, che metteranno a segno un incremento delle vendite del 54% a valori. La previsione arriva dal report con cui IRi mette a fuoco realtà e prospettive dell’online nel Largo consumo confezionato (Lcc). Dati e analisi abbracciano i principali Paesi europei, ma rendono interessante la pubblicazione alcune foto del mercato italiano e soprattutto le riflessioni che gli studiosi dell’istituto di ricerche traggono da fatti e cifre.

L’online, è la considerazione di fondo, è in forte espansione e continuerà a farlo anche nei prossimi anni. In alcuni Paesi, anzi, si può parlare di un vero e proprio boom dell’e-commerce e tra questi c’è l’Italia, dove le vendite a distanza sono cresciute nel 2018 del 42% (sempre Lcc). Tra i fattori che alimentano e continueranno ad alimentare tale sviluppo, c’è in prima fila il popolo dei cosiddetti millennials, ossia coloro che sono diventati maggiorenni dopo il 2000, gli “iperconnessi”: il 61% degli europei che appartiene a questa generazione, dice IRi, cerca informazioni o confronta prodotti online ogni volta che deve comprare. I retailer che si rivolgono a questa categoria di consumatori, quindi, devono prestare attenzione alla qualità della loro presenza virtuale e ad assicurare percorsi di acquisto “seamless”, cioè senza soluzione di continuità, tra on e offline.

 

 

I canali tradizionali, avverte il report, rimangono ancora la meta preferita: nel 2018 hanno comprato in un supermercato prodotti del comparto Lcc il 75% degli europei, negli ipermercati il 29% e nei discount il 20%; tra i canali specializzati, ha fatto acquisti di Lcc nelle catene di beauty e personal care il 25% dei consumatori, nei negozi specializzati il 21%, nelle farmacie il 10% (limitatamente al segmento personal care, vedi tabella sopra). Ma si tratta di tendenze che non sono destinate a persistere: in Francia, ricorda IRi, tutti i canali della distribuzione organizzata hanno chiuso l’anno passato con il segno meno o invariati (-1,5% gli iper, 0% i super, -5,5% i discount), l’e-commerce invece è cresciuto del 5,9%. In Germania gli acquisti di shampo sono saliti del 74%, i coloranti per capelli del 64%, i prodotti per hair styling dell’85%.

I millennials europei, come si diceva, sono il volano del cambiamento: ogni dieci prodotti che acquistano, spiega la ricerca di IRi, tre arrivano dall’online (soltanto uno e mezzo per gli over 35). E il 17% dice di spendere di più nei negozi virtuali che in quelli reali (tra gli ultra35enni non sono più dell’8%), mentre il 55% usa lo smartphone per cercare informazioni sui prodotti o sul punto vendita.

Sarebbe però un errore credere che soltanto la generazione millennial provi attrazione per l’e-commerce. Anzi: il 42% degli europei, tutte le fasce d’età inclusa, gradisce l’online rispetto ai punti vendita tradizionali perché fa risparmiare tempo, il 39% perché rende liberi di comprare quando e dove si vuole e il 37% perché c’è un assortimento di prodotti più esteso.

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