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Iqvia scruta cosa c’è oltre la collina: catene e amazonification le sfide incombenti

Eventi

L’amazonizzazione, cioè la colonizzazione di interi canali del retail da parte del gruppo americano guidato da Jeff  Bezos, comincia a incombere anche sugli orizzonti del retail in farmacia e le aziende del comparto dovrebbero iniziare a fare i conti con questo scenario. E’ uno dei messaggi “forti” che arrivano dalla convention Pharmatrends 2019, con cui Iqvia ha presentato alle imprese della filiera i suoi nuovi strumenti di analisi e lettura del mercato della farmacia. Un mercato, ha ricordato nel suo intervento Carlo Salvioni, senior director Sales & marketing di Iqvia Italia, che ad agosto mostra una contrazione sull’anno dello 0,8%. In cifre significa un giro d’affari di 24,4 miliardi di euro, dei quali 14,4 generati dall’etico e quasi 10 dall’area di libera vendita. «Il canale» è l’analisi «tiene ma con difficoltà».

 

 

Il segno meno con cui la farmacia chiude ad agosto, dicono i dati, va addebitato interamente al farmaco etico, che nei 12 mesi arreca ai fatturati delle farmacie una perdita del 3,1% (più di 400 milioni di euro). Compensa ma non interamente il comparto commerciale, che lievita complessivamente del 2,4%. Non tutti i segmenti della libera vendita, peraltro, contribuiscono alla crescita: fanno da locomotiva i panieri dell’otc (farmaci senza ricetta e integratori) e della personal care, che chiudono i dodici mesi terminanti ad agosto con +2,3 e +1,4% rispettivamente. Arretrano invece patient care e nutrizionali, del -1,6 e -0,9% rispettivamente. In questo contesto altalenante, dicono infine le analisi di Iqvia, l’innovazione continua a rivelarsi un puntello che contribuisce a tenere su il mercato della farmacia: i nuovi lanci, infatti, generano incrementi del giro d’affari che nell’etico valgono l’1,2% e nella libera vendita il 3,7%.

Poi ci sono fenomeni di lungo periodo, che talvolta lievitano sottotraccia. Per esempio l’onda lunga degli acquisti diretti, che nel commerciale rappresentano ormai il 42% degli ordini e nell’etico il 15%. «In 10 anni» ha avvertito Salvioni «il direct-to-pharmacy è triplicato e oggi interessa il 38% degli acquisti di generici».

 

 

Un altro fenomeno da tenere sotto stretta osservazione è quello dell’aggregazionismo: attualmente, dicono i dati , una farmacia su tre risulta già associata in una catena virtuale. E secondo le stime di Iqvia, nel giro di due o tre anni il 10% delle farmacie potrebbe entrare in una catena di proprietà. Last but not least, il commercio online: nel 2017 le vendite a distanza di prodotti di libera vendita, tra i quali otc, integratori e dermocosmetici, hanno generato nel canale farmacia un giro d’affari di 96 milioni di euro, ossia lo 0,5% del mercato di riferimento. Sono valori marginali – nell’insieme, l’e-commerce vale in Italia il 5,6% dei consumi complessivi – ma la tendenza è a crescere: nell’ultimo anno il fatturato è cresciuto del 17% e la cinquantina circa di farmacie che, secondo le stime di Iqvia, generano la maggior parte delle vendite a distanza si assicura un fatturato medio per esercizio di 1,2-1,4 milioni di euro.

Sono questi segnali, dunque, a suggerire l’ipotesi che sul futuro prossimo della farmacia possa presto incombere anche l’amazonificazione: da agosto è presente anche a Roma il servizio “Consegna Oggi” per i clienti Prime di Amazon, che finora Amazon offriva soltanto ai residenti di Milano. L’offerta comprende più di un milione di prodotti, tra i quali personal care, infanzia e molti altri segmenti in cui tra i competitors c’è la farmacia. «Nella stessa area della Capitale in cui è disponibile il servizio» ha concluso Salvioni «operano circa 700 farmacie, di dimensioni superiori alla media nazionale e con un fatturato che nell’area di libera vendita si aggira in media sui 500 milioni di euro».

In uno scenario che promette trasformazioni profonde e impone, diventa allora cruciale per le aziende del comparto disporre di dati e analisi che aiutino ad anticipare la complessità e governare il cambiamento. E’ da questa consapevolezza che scaturiscono i nuovi prodotti messi a punto da Iqvia, presentati nel corso della convention da Filippo Boschetti, director Consumer health della società. Per cominciare c’è Pharmatrends 2019, la versione aggiornata dell’osservatorio Iqvia sul mercato della farmacia, che mantiene il suo panel di 8.000 esercizi con la possibilità di estenderlo fino a 12mila (per tutte quelle analisi di approfondimento richieste dal mercato di oggi) e allarga il suo campione settimanale da 2.500 a 4.000 farmacie (per garantire maggiore copertura territoriale e sostenere i suoi clienti nel monitoraggio di attività promozionali e/o comunicazione). Si tratta di evoluzioni non soltanto quantitative: la nuova piattaforma, infatti, consentirà misurazioni dei fenomeni di mercato e analisi ricalcate sul nuovo scenario della farmacia, con una lente ancora più puntuale sui mercati trainanti del farmaco e dell’extrafarmaco e dati differenziati tra farmacie in catena e non.

L’altra novità è Flexview, un prodotto di data delivery che – come ha spiegato Antonello Moscatelli, principal  Technology solutions-Business intelligence di Iqvia – atterra per la prima volta in Italia ma viene già utilizzato da 400 aziende di oltre 41 Paesi. Sviluppato da un team internazionale, che ha messo a frutto le esperienze dei clienti di Iqvia in tutto il mondo, Flexview è un tool interattivo di nuova generazione per la business intelligence che semplifica e razionalizza tutte le reportistiche.

 

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