E’ la somma che fa il totale, diceva Totò in una delle sue celebri battute. Cambiano le somme ma il totale resta invariato, potrebbe rispondere la farmacia italiana. Perché in dieci anni, dal 2007 al 2017, il fatturato complessivo del canale è rimasto a oscillare come una boa attorno ai 25 miliardi di euro, ma i segmenti che compongono il suo mercato mostrano variazioni considerevoli: l’etico Ssn, per cominciare, valeva 12,5 miliardi di euro nel 2007, dieci anni dopo non va oltre i 10,7 miliardi; l’area di libera vendita, che undici anni fa generava un giro d’affari di “appena” 7,7 miliardi, supera oggi i 9,8 miliardi. Le cifre arrivano dall’intervento con cui Sergio Liberatore, ad di Iqvia, ha fotografato lo stato di salute della farmacia italiana nel suo intervento alla conferenza stampa che martedì 27 marzo ha presentato l’edizione 2018 di Cosmofarma (Bologna, 20-22 aprile).
L’immagine che emerge dalle cifre è quella di una farmacia che nel decennio mantiene intatto nel suo giro d’affari perché riesce a compensare le perdite della ricetta Ssn con gli incrementi dell’area di libera vendita e dell’extrafarmaco in particolare. Il calo dell’etico rimborsato, peraltro, dipende da fattori esogeni come le genericazioni, che in un decennio hanno ridotto del 27% il prezzo medio del farmaco Ssn nonostante i volumi e siano cresciuti (nello stesso periodo) del 14%.
Se la farmacia, come detto, tiene botta è perché riesce a compensare tra etico rimborsato e area commerciale. O meglio: compensa con alcuni segmenti soltanto dell’area commerciale, perché anche qui non tutto è rosa e fiori. Il nutrizionale, per esempio, perde nell’ultimo anno quasi quanto l’etico (-1,9% vs -2%), mentre il parafarmaco arretra quasi del doppio (-3,8%) per colpa di una concorrenza extracanale che continua a prendersi quote di mercato.
A leggere i dati di Iqvia, in sostanza, si può dire che nel 2017 la farmacia è riuscita a difendere il suo fatturato (24,5 miliardi a fine anno) grazie principalmente a due comparti, igiene e bellezza (+0,9%) e Otc, dove Iqvia raggruppa farmaci di automedicazione e integratori (+2,2% nell’insieme). E se questi due segmenti recano il segno più, ha ricordato Liberatore, il merito è principalmente dei nuovi lanci che nel 2017 hanno caratterizzato questi comparti. Una sorta di circolo virtuoso che ha consentito a farmacia e nuovi prodotti di trarre reciproco giovamento, in una sinergia che invita senz’altro i farmacisti titolari a qualche riflessione in più sulla gestione del lay out e degli scaffali.