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Integratori, report Mediobanca: le categorie che hanno venduto di più e le previsioni sul triennio

Mercato

In un triennio il mercato degli integratori potrebbe superare i 4,8 miliardi di euro, grazie innanzitutto all’innovazione che già oggi rappresenta uno dei principali driver di crescita: i nuovi lanci hanno fatto registrare nel 2020 vendite in aumento del 3,7% a volumi, i prodotti maturi invece evidenziano una contrazione dello 0,8%. I numeri arrivano dal Report con cui l’Area studi di Mediobanca ha messo sotto la lente lo sfaccettato mondo della nutraceutica e del novel food, nel quale gli integratori rappresentano di gran lunga la fetta più importante della “torta”: il comparto vale nel complesso poco meno di 5 miliardi di euro (dati 2020), con gli integratori che pesano per 3.800 milioni circa, il baby food (alimenti per l’infanzia fino ai tre anni) che si prende 300 milioni e la nutrizione specializzata altri 700 milioni.

All’interno del baby food, dice ancora il Rapporto, i segmenti di maggior valore sono gli omogeneizzati (52% del mercato) e il latte (26%). Nell’alimentazione specializzata, i prodotti per celiaci valgono 400 milioni di euro mentre gli Afms (Alimenti a fini medici speciali) pesano per 170 milioni. Il resto, 70 milioni circa, è riferito all’alimentazione per sportivi o per il “weight management” (dietetici). Quanto agli integratori, il loro mercato è triplicato dagli 1,3 miliardi del 2008 ai 3,8 miliardi del 2020 (vedi tabella sotto), per una crescita cumulata del 9,2% tra il 2008 e il 2020 e del 4,5% nel corso del primo semestre 2021.

 

Gli integratori in Italia, mercato e crescita anno su anno

Fonte: Area studi Mediobanca su dati Federsalus

 

Per le farmacie sono numeri che meritano di essere analizzati, perché da questo canale è transitato nel 2020 il 79% delle vendite (tre miliardi); a parafarmacie (8%) e gdo (8%) vanno circa 0,3 miliardi ciascuno, mentre il restante 5% è appannaggio dell’online di farmacie e parafarmacie (0,2 miliardi di euro).

 

Integratori e Sop, trend in farmacia a confronto (mld €)

Fonte: Area studi Mediobanca su dati Federsalus e Assosalute

 

In farmacia la crescita del mercato è stata impetuosa: gli integratori alimentari generavano nel 2017 il 10,6% delle vendite complessive del canale, nel 2020 la quota è arrivata al 12,7%. Per dare conto dell’evoluzione, il Rapporto mette a confronto l’andamento a valori della categoria con quella dei farmaci sop (vedi sopra): nell’ultimo decennio questi ultimi hanno mostrato una dinamica debolmente declinante, gli integratori sono davanti per quota di mercato da un quinquennio circa. «L’emergenza sanitaria» osserva il Rapporto «ha poi agito da acceleratore: si stima che un italiano su dieci si sia avvicinato agli integratori proprio con la pandemia».

 

Integratori, prezzo medio e consumi procapite

Fonte: Area studi Mediobanca su dati Federsalus

 

L’evoluzione del mercato merita di essere ulteriormente apprezzata considerato che gli integratori presentano abitualmente prezzi al pubblico superiori a quelli dei farmaci sop e di altre categorie della libera vendita: in media, 15,5 euro a confezione contro 9,2 euro del farmaco senza ricetta o 13,7 euro del prodotto erboristico. Ciò nonostante, il consumo di integratori è passato da una media procapite di 1,6 confezioni del 2008 a 4,1 del 2020 (vedi sopra).

 

Integratori, segmenti ed evoluzione del mercato

Fonte: Area studi Mediobanca su dati Federsalus

 

Vitamine e minerali, riferisce ancora il Report, rappresentano il segmento più importante della categoria, grazie a una quota di mercato che raggiunge i 746 milioni di euro (19,7%); seguono i probiotici con 387 milioni (10,2%). Tra i prodotti rivolti alle singole funzionalità, spiccano gli integratori per il benessere intestinale e dell’apparato digerente, che cumulano vendite per 413 milioni (10,9%), i prodotti per l’apparato circolatorio con 292 milioni (7,7%), per il sistema urinario e riproduttivo con 256 milioni (6,8%), le referenze tonificanti, stimolanti e per lo sport (236 milioni, 6,2%), quelle per il sistema respiratorio (219 milioni, 5,8%) e infine i coadiuvanti del sonno (189 milioni, 5%).

Stress e inquietudini generate dalla pandemia hanno favorito in modo evidente alcune classi di prodotto: le crescite più importanti 2020 vs 2019 riguardano vitamine e minerali (+10,8%) e gli integratori con funzioni rilassanti e adiuvanti del riposo (+18,9%). Mostrano invece contrazioni importanti le specialità per la perdita di peso, da tempo in sofferenza per la disillusione dei consumatori circa i reali effetti di questi prodotti.

Chiude un confronto tra mercato italiano e Paesi vicini: la spesa procapite degli italiani per gli integratori ammonta nel 2020 a 63,6 euro, il doppio di quella sostenuta dai tedeschi (32,9€) e dai francesi (31,7€) e il triplo di quanto spendono i britannici (20,6€). Forti differenze tra Paesi anche per quello che riguarda i canali di vendita: in Germania passa dalle farmacie il 67% delle vendite (2,3 miliardi) cui si aggiunge un 17% circa delle farmacie online. In Francia farmacie e parafarmacie si dividono il 55% dei consumi.

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