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Ingressi in farmacia, la contrazione da pandemia si riduce ma non sparisce: -3% negli ultimi 12 mesi

Consumatore

Si è ridotta sensibilmente ma non è ancora terminata l’emorragia di ingressi che ha colpito la farmacia dalla prima emergenza pandemica. E’ la constatazione cui invita l’ultimo aggiornamento proveniente da Iqvia: nell’anno mobile che va dall’agosto 2020 al luglio 2021, il canale registra una media di 4.397 scontrini al mese, il 3,11% in meno rispetto ai 12 mesi antecedenti (agosto 2019-luglio 2020). Permane dunque il segno meno, anche se la contrazione è in progressivo ridimensionamento: nella rilevazione precedente, che riguardava il periodo aprile 2020-marzo 2021, la differenza negativa superava il 10% e risentiva dei forti cali subiti dagli ingressi nella primavera 2020 (primo lockdown) e inverno 2021 (mancata stagione influenzale).

 

 

A fronte di ingressi che restano calanti permane il parallelo aumento del valore medio dello scontrino, che nei 12 mesi terminanti a luglio mette a segno un’altra crescita (da 26,04 a 26,88 euro, +3,23%). Ma sarebbe un errore pensare che i due fenomeni in controtendenza rimettano tutto a posto: come noto, la contrazione degli scontrini non si è spalmata equamente su tutte le farmacie, ma ha colpito pesantemente soltanto una parte di loro. Gli esercizi che con la pandemia hanno registrato ingressi in crescita, invece, non soltanto si sono ritrovati nuovi clienti, ma hanno anche guadagnato scontrini più ricchi.

 

 

Che media ingressi e valore dello scontrino siano come le due lame di una forbice è dimostrato anche da un’osservazione ristretta a un periodo più limitato: nei primi sette mesi di quest’anno, il numero degli scontrini battuti in un mese è inferiore dell’1,34% a quello registrato nel periodo gennaio-luglio del 2020. Si tratta di una contrazione più che dimezzata rispetto a quella osservata nell’anno mobile (-3,11%), possibile indizio di un progressivo recupero degli ingressi in farmacia che potrebbe essere completato entro dicembre. Stessa tendenza, ma al rovescio, per quanto concerne il valore medio dello scontrino: la differenza sui sette mesi resta positiva ma si riduce al +0,52% (sui 12 mesi era 3,23%). Il sospetto, insomma, è che man mano che i consumatori tornano in farmacia il valore degli acquisti a ogni passaggio torna sui livelli precedenti. Resterà da capire se il riflusso riguarderà anche i singoli esercizi o se i clienti che hanno cambiato punto vendita l’hanno fatto per sempre.

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