Il coronavirus ridà slancio alle farmacie online europee. E Boots fa +23% nelle vendite web ma -1,2% in quelle al banco

Filiera

Non è soltanto in Italia che l’emergenza da epidemia di coronavirus soffia sull’e-commerce di farmaco ed extrafarmaco. L’olandese Shop Apotheke, la farmacia online presente anche nel nostro Paese come Shop-Famacia.it, ha anticipato nei giorni scorsi i dati preliminari provenienti dalla chiusura del primo trimestre 2020, che parlano di vendite in crescita del 33% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Gennaio e febbraio, riferisce in particolare la società, hanno mostrato andamenti sostenuti ma la vera accelerazione è stata a marzo, in concomitanza con l’esplosione dell’epidemia nei principali Paesi europei: complessivamente, nei tre mesi il totale dei clienti attivi sulla piattaforma del gruppo è cresciuto di 300mila visitatori e ha raggiunto i 5 milioni, il fatturato invece tocca i 232 milioni di euro.

In particolare, nel segmento Dach (Germania, Austria e Svizzera) il giro d’affari di Shop Apotheke Europe è cresciuto del 29,7% rispetto al primo trimestre 2019, da 155 a 201 milioni di euro. Nel segmento International (che comprende Francia, Beglio, Olanda e Italia) l’incremento ha toccato il 58,6%, da 19,6 a 31 milioni di euro. Complessivamente, le vendite di farmaci con ricetta (consentite in Germania, Svizzera e Olanda) sono cresciute a valori del 23%.

Il balzo diventa ancora più evidente se si ripescano le cifre del consuntivo 2019: Shop Apotheke ha chiuso l’anno con una crescita delle vendite online di farmaci etici del 19% e il quarto trimestre con ricavi per 192 milioni di euro. Il gruppo si accinge quindi a rivedere le proprie stime e ora prevede per il 2020 un incremento del fatturato di almeno il 20%, con effetti positivi anche sulla redditività, che nel 2019 aveva subito una contrazione attorno al 2%. Risultato, venerdì 3 marzo le azioni del gruppo sono aumentate di un altro 6,6% e hanno toccato i 61,40 euro, il massimo dal 2017. Dal 24 febbraio, quando la pandemia ha investito per la prima volta i mercati azionari, il titolo è cresciuto del 34%.

Non ha ancora fornito il consuntivo del primo trimestre ma sembra viaggiare con il vento in poppa anche il gruppo svizzero Zür Rose, cui fa capo un’altra famosa farmacia online olandese, DocMorris. Secondo quanto riferiva un paio di settimane fa la rivista tedesca Apotheke Adhoc, gli acquisti sono praticamente raddoppiati nel giro di qualche giorno e il gruppo ha faticato non poco per consegnare a tutti. Olaf Heinrich, ceo di DocMorris, ha detto che la farmacia online si è organizzata per far fronte al picco di richieste e ora riesce a spedire il 50% di pacchi in più, con i magazzini che lavorano su tre turni compresi i fine settimana.

Anche per Zür Rose l’epidemia di coronavirus e gli effetti sulle vendite online della farmacia promettono di alleggerire le passività. Nonostante il gruppo abbia concluso il 2019 con ricavi in ​​crescita del 30% (per un totale di circa 1.570 milioni di franchi svizzeri, quasi 1,5 miliardi di euro), la redditività si è ridotta dell’1%. «L’attuale emergenza da covid-19» scrive il gruppo nella relazione che accompagna il consuntivo 2019, pubblicato pochi giorni fa «Zur Rose prevede che vendita per corrispondenza e servizi sanitari digitali si diffonderanno ulteriormente».

Zür Rose, poi, ci mette anche del suo: nei giorni scorsi, infatti, il gruppo ha inviato al Governo svizzero una petizione perché venga autorizzato in deroga – per tutta la durata dell’emergenza – l’acquisto online dei farmaci otc anche senza ricetta medica. Nella Confederazione, infatti, i medicinali da banco possono essere spediti per corrispondenza soltanto su prescrizione del medico. «Non ha senso che i malati possano ricevere a casa cibo e farmaci con ricetta» dice Walter Oberhänsli, direttore esecutivo e ceo di Zür Rose «ma debbano recarsi in farmacia per acquistare un otc».

Chiude la carrellata l’inglese Boots, che nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2020 registra un incremento delle vendite online del 23%. Poiché negli Usa, dove risiede la casa madre Wba, il secondo trimestre va da dicembre a febbraio, l’incremento deve ancora essere aggiornato con i dati di marzo, mese nel quale l’allargamento dell’epidemia in tutto il Regno Unito avrà certamente incrementato gli ordini a distanza. E’ significativo, in ogni caso, il fatto che Boots cresca nell’online ma arretri nel “fisico”: le vendite nei negozi dell’insegna, infatti, sono diminuite nel trimestre dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare, gli acquisti negli store Boots sono calati del 4,6%, mentre sono cresciute le vendite del reparto farmacia (+1,8%). «Walgreens Boots Alliance ha rivelato che a marzo le vendite nel Regno Unito sono diminuite dell’8%» spiega a Internet Retailing l’analista di mercato Kate Ormrod «le sue farmacie rientrano tra le attività considerate essenziali dal governo britannico e quindi rimarranno aperte durante il blocco almeno fino a Pasqua. Tuttavia, Boots ha rivelato che le vendite al dettaglio sono diminuite del 65% negli ultimi 10 giorni, a causa di un drastico calo nei consumi di generi considerati non essenziali: come i profumi, che il gruppo ha anche smesso di vendere online».

 

 

 

 

 

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