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Hippocrates, ai collaboratori premi di risultato fino a 3mila euro. Gli esperti: giusto alzare potere di acquisto del personale

Filiera

Prima o poi la linea doveva essere varcata ma la notizia ha fatto comunque clamore: la concorrenza tra farmacie, che sinora riguardava principalmente prezzi, economie di scala, assortimenti e le altre classiche leve del marketing, investe ora anche il personale. Ad aprire ufficialmente il nuovo fronte di competizione la notizia che Hippocrates Holding – cui fa capo la catena Lafarmaciapunto, con 461 farmacie e oltre 2.400 dipendenti – ha firmato nei giorni scorsi con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs un accordo di secondo livello – cioè integrativo rispetto al contratto nazionale – che dal prossimo ottobre riconoscerà a farmacisti e collaboratori premi individuali commisurati alle performance di ogni singola farmacia.

Il patto aziendale, valido sino alla fine del 2027, prevede in particolare incentivi pari a 3mila euro annui per i responsabili di farmacia, 2mila per i farmacisti, 1.500 euro per commessi e magazzinieri e 1.200 euro per le figure di supporto, da erogare a cadenza trimestrale sulla base dei risultati economici, gestionali e di qualità del servizio raggiunti da ogni singola filiale. L’intesa inoltre, come riferisce un comunicato delle sigle confederali, disciplina il sistema di relazioni sindacali dando «prospettiva e continuità all’esperienza contrattuale da poco avviata». Aver siglato questo accordo, commentano i sindacati «è un fatto di grande rilevanza nel settore delle farmacie private ed è una novità assoluta da valutare molto positivamente in vista dell’avvio della discussione sul rinnovo del contratto nazionale delle farmacie private: la contrattazione decentrata, aziendale o territoriale, rappresenta un piano di riforma e uno strumento cardine per il futuro del settore».

I premi erogati, specifica dal canto suo una nota diffusa da Hippocrates Holding, potranno essere convertiti in servizi welfare a favore dei dipendenti e delle loro famiglie. «Siamo estremamente soddisfatti di questo accordo, che riconosce l’impegno e la professionalità dei nostri dipendenti» commenta Davide Tavaniello, con Rodolfo Guarino co-Ceo e co-fondatore del gruppo «questo premio di risultato è un incentivo concreto che valorizza il lavoro quotidiano di tutti i collaboratori della nostra catena». «L’accordo siglato» aggiunge Guarino «rappresenta un passo importante verso il miglioramento continuo dei servizi offerti nelle nostre farmacie e rafforza la nostra posizione come punto di riferimento per la salute sul territorio».

Come detto in apertura, la notizia ha suscitato sui social più frequentati dai farmacisti una valanga di commenti. E non poteva essere altrimenti, perché l’accordo va a toccare quello che oggi è per la maggior parte dei titolari il nervo più dolente, la carenza di farmacisti collaboratori. La concorrenza tra farmacie, in sostanza, si sposta (più di quanto già non fosse) anche sulla loro capacità di essere economicamente attrattive nei confronti dei candidati e la pubblicità data all’accordo tra Hippocrates e sindacati confederali rende probabile che d’ora in avanti nei colloqui di selezione il tema della premialità economica divenga un punto fisso. E non potranno non esserci riflessi sul rinnovo del contratto nazionale di categoria, per il quale a breve dovrebbero aprirsi le trattative. Ed effetti dovrebbero esserci anche all’interno del sindacato titolari, visto che ora le società del capitale sono rappresentate a pieno titolo in Federfarma.

«Qualsiasi azienda che investe nei propri dipendenti aumentandone il potere d’acquisto va nella giusta direzione» spiega a Pharmacy Scanner Giulio Muro, head hunter di Profili «e in più va anche incontro ai desiderata dei farmacisti. I premi in servizi di welfare, infatti, sono di solito poco apprezzati, i collaboratori vogliono innanzitutto aumentare la retribuzione in forma diretta e se l’azienda che recluta prevede incentivi sotto forma di welfare aziendale non è semplice spiegare ai candidati i vantaggi di questi premi». Forse, è per questo motivo che l’iniziativa in Hippocrate sembra far discutere più di quella di Dr.Max, che ormai da qualche anno offre ai suoi collaboratori WelfareMax, un programma che include flexible benefits, assistenza sanitaria e sostegni alla salute, alla genitorialità e alla capacità d’acquisto.

Come possono rispondere allora le farmacie private a una mossa come quella di Hippocrates? «Le opzioni sono parecchie» risponde Muro «ma ce ne sono ancora di più se affidano lo sviluppo di questi progetti di welfare aziendale ai distributori e alle loro catene virtuali. In questo modo, l’alto livello di capacità negoziale del distributore offre la massa critica per mettere assieme pacchetti di welfare allettanti quanto quelli delle catene, magari spiegando ai dipendenti che 100 euro in servizi di welfare non equivalgono a 100 euro di premio economico perché i primi non sono tassati». «Io consiglio da tempo a tutte le farmacie che seguo di concludere con i sindacati accordi aziendali per istituire un sistema di premialità legato a obiettivi di risultato» commenta Damiano Marinelli, consulente di farmacia «perché il 50% del fatturato di un titolare è commerciale, quindi giocoforza occorre stare al passo con i canali concorrenti. Inoltre, a fronte di un contratto nazionale che prevede livelli retributivi così bassi, lavorare sulla premialità è inevitabile».

È vero però, ammette Marinelli, che le farmacie dove si riconoscono ai collaboratori premi di risultato sono una rarità, vere e proprie mosche bianche. «Qualcuno ci prova, ma poi il più spesso delle volte ci rinuncia» spiega «e il motivo è molto semplice: la farmacia non ha definito un modello di lavoro non c’è un organico che specifica ruoli e funzioni, e così nella maggior parte dei casi i premi vengono decisi in base al fatturato e nient’altro. E dato che in molte farmacie il costo del lavoro è eccessivo, anche il 15% quando non dovrebbe superare il 12 incluso il costo del titolare, i premi dopo un po’ saltano». Ora però, lo scenario potrebbe cambiare: «Non c’è dubbio che la mossa di Hippocrates alza l’asticella» conferma Marinelli «oggi che i farmacisti scarseggiano – anche se solo in apparenza, ribadisco una volta di più – e che la domanda è superiore all’offerta, saranno certamente tanti i candidati che nei prossimi colloqui di lavoro considereranno la premialità di risultato uno degli elementi imprescindibili della valutazione».

 

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