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Golinelli (Integratori Italia): anche nel 2020 comparto trainante per la farmacia

Interviste

La farmacia coltivi con cura la categoria degli integratori alimentari anche nel 2020, perché le stime dicono che pure quest’anno il segmento farà da locomotiva per l’intero mercato della libera vendita. E’ la valutazione di Alessandro Golinelli, presidente di Integratori Italia (l’associazione aderente a Confindustria che tutela gli interessi delle aziende di settore), che in questa intervista fa il punto su prospettive e attese del comparto.

Presidente, nel 2019 gli integratori hanno sostanzialmente tenuto “a galla” l’intero mercato della farmacia, consentendole di chiudere l’anno quasi in pareggio. Quali sono le vostre stime per il 2020?
I dati di cui disponiamo, fonte NewLine, dicono che il mercato degli integratori alimentari ha chiuso l’anno con una crescita a valori – prezzi al pubblico – del 5,3% e a volumi del 4%. Il comparto, dunque, conferma il proprio ruolo trainante e riteniamo che anche nel 2020 la crescita omogenea e diffusa.

Come ha scritto uno dei nostri editorialisti, Emanuele Mormino, la dinamicità di questa categoria rende oggi la farmacia un presidio più per sani che per malati. Concorda?
L’integratore alimentare è per sua definizione un prodotto destinato a integrare la comune dieta ed è rivolto alla popolazione sana, perché la sua funzione è quella di mantenere lo stato di benessere. In prospettiva, con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei costi dei servizi sanitari nazionali, alcuni integratori potranno anche essere uno strumento di prevenzione primaria, sulla base di solide evidenze scientifiche. Quindi possiamo confermare che la farmacia sta diventano progressivamente un presidio più per sani che per malati, laddove con questa formula si fa riferimento a un presidio sanitario orientato alla prevenzione primaria e allontana il momento del passaggio da uno stato fisiologico ad uno patologico.

La crescita costante del mercato degli integratori alimentari rende sempre più necessario un aggiornamento del quadro legislativo, a livello nazionale ed europeo, per assicurare da un lato standard di produzione qualitativamente elevati e dall’altra consentire alle aziende di lavorare in un contesto di chiarezza. Quali sono le questioni che le aziende ritengono urgente appianare?
Per continuare a sostenere la crescita del mercato è importante che i consumatori possano beneficiare di integratori alimentari sicuri, efficaci e di qualità certificata e che, al contempo, venga preservata la capacità di innovazione del settore, perché continui a rispondere alle esigenze delle persone e del sistema sanitario. Chiare indicazioni e linee guida su come condurre gli studi pertinenti sulla sicurezza delle sostanze naturali in generale sono necessarie per consentire alle aziende di investire in ricerca e innovazione, unitamente a chiare indicazioni e linee guida su come condurre gli studi pertinenti e le prove cliniche su prodotti a base di sostanze naturali complesse per dimostrare i loro effetti. Anche questo consentirebbe alle aziende di investire maggiormente in ricerca e innovazione.

Sul tema, Integratori Italia riserva un’attenzione particolare alle “inadeguatezze” normative che gravano su botanicals e probiotici, almeno a suo parere…
E’ così. Lamentiamo diversi problemi sulle valutazioni di efficacia e sicurezza riguardanti gli integratori alimentari a base di piante ed estratti (botanicals) e di cellule vive (probiotici). Le linee guida Efa sulla valutazione dei claims ai fini della loro autorizzazione non consentono di dimostrare le proprietà fisiologiche delle sostanze presenti negli alimenti e negli integratori alimentari quando si tratta di matrici complesse. Questa situazione ostacola lo sviluppo di integratori alimentari a base di sostanze naturali complesse, la cui prerogativa è quella di esercitare un effetto fisiologico sull’organismo umano grazie all’interazione del complesso di sostanze di cui sono composti; analoga situazione negativa (assenza di claim approvati dall’Efsa) viene vissuta dai produttori di integratori alimentari a base di diversi ceppi di probiotici, che svolgono il loro mirato ruolo fisiologico attraverso una specifica interazione con l’organismo ospite.

Da quanto dice, sembra di capire che a vostro giudizio l’evoluzione del mercato degli integratori richiede oggi alle aziende un forte impegno sul piano della qualità, per assicurare al consumatore prodotti in linea con le sue attese e i suoi bisogni…
Assolutamente sì. Il settore degli integratori alimentari rappresenta un importante volano per l’economia italiana, testimoniato dalla costante crescita del consumo di tali prodotti. Il contesto del mercato favorevole richiede ulteriori impegni affinché la crescita del settore continui in modo corretto, costante e all’insegna della qualità e del rispetto delle regole. Il nostro impegno è testimoniato dalle linee guida che Integratori Italia ha realizzato per ogni operatore coinvolto in tutte le fasi del ciclo produttivo e di controllo della qualità: dall’acquisizione dei materiali attraverso le fasi di sviluppo, produzione, confezionamento, immagazzinamento fino al rilascio del prodotto finito e alla distribuzione.

L’e-commerce continua crescere, i farmacisti non gradiscono le aziende che cercano di scavalcarli per arrivare direttamente al cliente. Qual è la posizione della sua associazione?
Il fenomeno dello spostamento degli acquisti online è ineluttabile ed è guidato dal consumatore. In Italia, a differenza di altri Paesi Ue e extra Ue, l’acquisto degli integratori è ancora molto mediato dal medico e dal farmacista. La sfida del farmacista per il futuro è quella di rafforzare la propria figura come punto di riferimento autorevole e informato, in grado di dare valore aggiunto all’acquisto in termini di consiglio, adeguato alle specifiche esigenze del cliente, e di corretto utilizzo dell’integratore in un corretto stile di vita, come strumento di benessere e, in alcuni casi, di prevenzione primaria.

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