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Gioie e dolori di Fullfillment by Amazon, il servizio per i retailer che vendono dal marketplace

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Fullfillment by Amazon (Fba, in italiano “completato da Amazon”) è il servizio rivolto ai rivenditori del marketplace per aiutarli a gestire le loro vendite: inventario, magazzino, spedizioni, assistenza clienti eccetera. In pratica, è come se magazzinieri e corrieri di Amazon lavorassero per noi con l’obiettivo di far avere la merce al compratore in 24/48 ore. Se ci sono problemi con gli ordini, non siamo noi ma l’assistenza del gruppo a occuparsene.

Fba, tuttavia, porta con sé anche un “difetto” che di tanto in tanto finisce sulle pagine dei giornali e ancora non è stato risolto. Di che si tratta? Diciamo che nel percorso il sistema “si perde” per strada qualcosa: prepariamo l’invio ad Amazon della merce che abbiamo ricevuto dall’azienda produttrice (si può applicare un’etichetta con codice univoco FNSKU o utilizzare il codice EAN per ogni prodotto), consegniamo al corriere e in poche ore i nostri prodotti arrivano in uno dei tanti magazzini del gruppo sparsi per l’Italia, selezionato in base a un algoritmo. Inizia il caricamento delle scatole, che vengono aggiunte all’inventario del venditore e stoccate, e qui insorge il problema.

 

Può infatti capitare che terminato il caricamento manchino alcuni pezzi. Accade sovente e non è un errore del rivenditore che spedisce, ma di Amazon; tuttavia, per avere il rimborso occorre mettere in moto una procedura decisamente farraginosa: innanzitutto occorre aprire una pratica al supporto venditori, vanno fornite le fatture degli ultimi sei mesi e infine si può solo sperare che Amazon riconosca almeno un rimborso parziale. A volte si è fortunati e si riesce a ottenere una Riconciliazione, che porta comunque a un rimborso parziale ma se non altro fa perdere meno tempo perché chiede l’invio soltanto dell’ultima fattura.

 

 

Per ridurre l’impatto di tali inconvenienti occorre allora adottare alcune precauzioni: per cominciare, bisogna seguire con molta attenzione l’invio dei prodotti in logistica; chiusa la spedizione, è poi opportuno controllare quotidianamente cosa succede ai prodotti nei magazzini. Spesso, infatti, qualcuno di loro viene marcato come “difettoso” senza reale motivo. Se non viene aperta una richiesta al supporto, questi pezzi finiscono allo smaltimento, ossia vengono distrutti o restituiti al venditore. Ultimamente questi casi si stanno ripetendo più spesso che in precedenza, dunque è fondamentale controllare eventuali notifiche via mail su prodotti non più gestibili.

 

 

Come si sarà capito, Fullfillment by Amazon offre ai rivenditori che operano sul marketplace di Amazon diverse comodità ma anche qualche inconveniente, che obbliga a spendere non poco tempo nella gestione e controllo degli ordini. E richiede una certa dimestichezza con lo strumento informatico. Meglio saperlo per tempo, prima di andare su Amazon a vendere i propri prodotti e poi scoprire che manca il tempo per starci dietro.

I prodotti che “spariscono” dagli inventari dei Sellers a volte tornano disponibili dopo alcuni mesi. In alcuni casi dopo anni… Nel frattempo, ovviamente, possono essere scaduti e se non altro il sistema lo segnala. Alcuni dei prodotti “smarriti” finisco all’estero e bisogna (con molte difficoltà tecniche) farli tornare in Italia. In altri casi il prodotto viene addirittura venduto da Amazon Retail. L’esperienza maturata in questi anni mi fa pensare che sia un problema di alcuni centri logistici più di altri: i magazzini Amazon hanno un livello di automatizzazione elevato ma l’errore umano è ancora presente.

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