Francia, da redditi dei titolari il peso di concorrenza e geografia

Filiera

La concorrenza non giova ai fatturati delle farmacie. Almeno non a quelli delle farmacie francesi: il titolare il cui esercizio dista più di un chilometro da altre imprese con la croce verde percepisce in media redditi superiori del 6% a quelli del collega che, nello stesso raggio, conta dalle quattro alle nove farmacie concorrenti. E se diventano dieci, la differenza può arrivare anche al 15%. E’ quanto rivela una ricerca condotta dall’Insee, l’Istituto nazionale di statistica e studi economici, sui redditi 2014 dichiarati dai titolari francesi.

L’indicazione che emerge con particolare evidenza è la forte variabilità dei guadagni, legata principalmente a fattori “demogeografici”. L’incidenza di bambini e anziani nella clientela che gravita attorno alla farmacia, per esempio, può originare differenze anche di 4 punti percentuali. E nelle province in cui opera un numero di farmacisti titolari superiore del 20% alla media nazionale, i loro redditi risultano inferiori di almeno il 10%.

Ma dallo studio arrivano anche evidenze meno “ovvie”: i titolari che esercitano nei centri cittadini, per esempio, dichiarano redditi mediamente inferiori del 10% a quelli dei colleghi ubicati in periferia e del 24% a quelli dei farmacisti titolari delle zone rurali. E chi lavora nelle grandi città (con più di 200mila abitanti) percepisce mediamente il 6% in meno rispetto al collega che opera in centri tra i 20mila e i 200mila abitanti.

Le ragioni? Incide il peso di alcuni costi fissi come l’affitto, dice l’Insee, e poi c’è la densità distributiva delle farmacie, della quale s’è già detto. E così, tra i farmacisti titolari che dal punto di vista fiscale figurano come impresa individuale, un quarto circa dichiara redditi annui attorno ai 64mila euro, mentre un altro quarto supera i 160mila. Tra i titolari francesi che invece operano in società (circa la metà della categoria nel suo complesso) un quinto circa guadagna in media 36mila euro all’anno, mentre un altro quinto dichiara più del doppio.

L’Insee fornisce diverse spiegazioni anche per questa variabilità. Per cominciare l’età: il farmacista titolare fornisce le sue performance migliori tra i 40 e i 49 anni. Poi conta il sesso: le donne titolari dichiarano in media il 10% in meno degli uomini. E infine la contitolarità, che guarda caso coinvolge più spesso le donne degli uomini: quando i titolari di una farmacia sono due, i loro redditi sono mediamente inferiori del 18%, quando sono in tre o più scendono del 16%.

Anche la crisi, infine, ha colpito la categoria in modo differenziato: la metà circa dei farmacisti titolari francesi ha subito nel biennio 2013-2014 una diminuzione costante dei loro redditi, un quarto circa invece li ha aumentati. Chi ha perso di più sono i titolari che esercitano da soli: tra il 2009 e il 2014 il valore aggiunto si è ridotto del 41% a fronte di una media complessiva per la categoria del 36%. A risentirne è il valore della farmacia come impresa: in base ai calcoli dell’Insee, tra il 2009 e il 2014 le nuove farmacie hanno perso in media il 10% del loro valore, un tasso che nella regione parigina risulterebbe ancora più marcato.

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