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Federfarma.co al riassetto: un futuro da distributore “virtuale” delle cooperative

Filiera

Dovrebbe cominciare a diventare realtà con l’inizio del prossimo anno quella riorganizzazione di Federfarma.co da piattaforma logistica a “piattaforma logica” su cui le cooperative della distribuzione stanno ragionando da più di un anno, con l’obiettivo di contenere i costi della società di servizi senza “spegnerne” l’attività core. Ad annunciarlo il direttore generale Fabio Mascherpa, che alla Convention 2025 di Federfarma.co e Federfarma Servizi (Bari, 4-5 novembre) ha anticipato le linee portanti della riorganizzazione.

 

Da piattaforma logistica a piattaforma logica, ecco il piano

 

In sintesi, il concetto cardine dell’operazione è quello di lanciare nel 2026 un pilota diretto a trasformare una parte Federfarma.co da distributore reale a “distributore virtuale”, secondo la stessa formula che ha usato Mascherpa alla Convention barese. Questo progetto, che scaturisce dall’analisi di dodici differenti scenari e aggrega le due anime di Federfarma.co (quella distributiva e legata al marchio Profar), coinvolge le dinamiche relative ai magazzini, ai trasporti, ai gestionali e al livello di servizio: in sostanza, nella fase test la società ordinerà alle aziende fornitrici per nome delle associate, con l’indicazione di inoltrare la merce direttamente ai magazzini di questi ultimi (quindi senza più passaggi intermedi dai suoi depositi di Carpiano, nel milanese, che movimenta circa 80 milioni di pezzi all’anno, e Origgio, in provincia di Varese, da cui passano dieci milioni di pezzi).

I flussi informatici, sempre in questa prima fase, ha spiegato ancora Mascherpa, passeranno dalla centrale di Federfarma.co che svolgerà la funzione di gateway unico e li inoltrerà alle consociate secondo gli standard già vigenti. Per quanto concerne la tabella di marcia, ha continuato Mascherpa, sono alle battute finali i preparativi del test pilota, che dovrebbe partire all’inizio del nuovo anno e concludersi nell’autunno successivo. All’avvio l’attività riguarderà solo alcune aziende farmaceutiche, data la diversa tipologia di contratti in essere, e nel tempo potrà essere estesa ad altre.

In tal modo, alla conclusione il cda potrà valutare effort, benefici e marginalità del pilota, per definire nell’eventuale roll out su larga scala se e quali modifiche apportare. Ovviamente, come sempre in queste operazioni, non mancano le incognite. La più importante riguarda la sostenibilità: Federfarma.co, come detto in apertura, trae dalle attività distributive condotte per conto delle associate più del 90% del suo fatturato, dunque per avere successo la riorganizzazione dovrà intervenire sui costi senza compromettere le entrate. Ciò significa che il flusso di ordini assicurato alla società dalle sue cooperative dovrà mantenersi su questi volumi (e valori) anche dopo l’eventuale completamento della trasformazione da distributore “fisico” a distributore “virtuale”, una condizione sulla quale alla Convention barese qualche associato esprimeva perplessità: se i costi che Federfarma.co taglierà si scaricheranno sulle cooperative, passare centrale potrebbe diventare in futuro meno attraente.

 

 

Alle incognite sulla riorganizzazione si aggiungono quelle originate dal bilancio. Nel suo intervento, infatti, Mascherpa ha fornito un’anticipazione della chiusura 2025 dalla quale emerge una contrazione significativa del giro d’affari: se nel 2024 il consuntivo aveva chiuso con ricavi per oltre 507 milioni di euro e un ebit di 4,2, quest’anno la previsione parla di entrate per poco più di 432 milioni e un ebit di 3,5 milioni. Le ragioni, ha spiegato il direttore generale di Federfarmaco, risiedono principalmente nella perdita della quota associativa di Unico, che dallo scorso luglio è confluito in Q Farma, e da un calo degli ordini inviati alla centrale dalle cooperative. In ogni caso, ha ricordato Mascherpa, «la chiusura del 2025 è in linea con gli anni precedenti e conferma la solidità dei conti», mentre il consolidato chiuderà a 488 milioni, in crescita rispetto alle stime, grazie anche al contributo dell’investimento in Viprof». Infine, tra le note positive si segnala il contenimento degli oneri finanziari, che dai 3,3 milioni del 2024 calano ai 2,7 milioni della stima 2025.

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