Avvicendamento alla direzione generale di Federfarma.co, la società delle cooperative dei farmacisti: il primo ottobre Fabio Mascherpa, partner dello Studio Mascherpa e Associati, è subentrato al dimissionario Maurizio Stroppa, che avev assunto l’incarico poco meno di cinque anni fa. Mascherpa, come riporta una nota, «è consulente storico della struttura amministrativa di Federfarma.co e da anni assiste il Consiglio di amministrazione nel processo di valutazione e deliberazione». «La sua nomina» commenta Vittorino Losio, presidente di Federfarma.co «conferma la profonda e storica stima nei suoi confronti da parte di tutto il Consiglio di amministrazione. I prossimi mesi vedranno la società impegnata in un’attività di profondo rinnovamento, a seguito di importanti e diversi cambiamenti che subirà la distribuzione intermedia del farmaco: la scelta del nuovo direttore non poteva che ricadere su un profondo conoscitore del nostro mondo che può avvalersi di un solido spessore professionale».
I profondi rinnovamenti cui fanno riferimento le parole di Losio sono essenzialmente due, la fusione Cef-Unico e la transizione al sistema europeo di tracciatura con datamatrix. Per quanto concerne quest’ultima, l’incognita riguarda le ricadute sulle attività distributive di Federfarma.co: nell’attuale formulazione, il decreto legislativo varato a fine agosto dal governo e ora all’esame delle Camere obbligherebbe la società (che assicura un’importante attività di acquisto per i soci, in particolare sul generico) ad attrezzarsi per verificare i codici delle confezioni in arrivo, e lo stesso dovrebbero fare le cooperative. I costi tuttavia scoraggiano (le cooperative in particolare, perché a quanto pare Federferma.co avrebbe già cominciato a organizzarsi per tempo) e così sull’attività della società come piattaforma logistica grava un grosso punto interrogativo: i distributori premono sul governo perché il decreto venga modificato affinché le forniture “intergruppo” siano escluse dagli obblighi del datamatrix, non accadesse i soci potrebbero decidere di rinunciare alla piattaforma logistica e lasciare a Federfarma.co soltanto una contrattazione con i fornitori di primo livello, che però la priverebbe di una quota consistente delle sue entrate (attualmente più del 90% dei ricavi di Federfarma.co è garantita dalla Business unit commerciale).
La seconda incognita, come si diceva, è rappresentata dalla joint venture Cef-Unico: l’operazione è ormai avviata (l’unico passaggio ancora da completare che potrebbe rimettere tutto in forse è quello bancario) e una volta conclusa Federfarma.co si ritroverà con due soci di meno, attualmente sono venti, e uno nuovo dal peso decisamente più “ingombrante”. Formalmente tanto Unico quanto Cef (il cui presidente, Vittorino Losio, è anche alla guida di Federfarma.co) hanno assicurato di voler continuare a utilizzare i servizi della società anche quando saranno confluite nella newco, ma è diffusa la convinzione che le cose potrebbero cambiare e, anche in questo caso, il risultato finale potrebbe essere un ridimensionamento di Federfarma.co.
Questo è dunque il testimone che il nuovo direttore generale ha rilevato dal suo predecessore in una successione piuttosto travagliata: prima del suo nome ne erano circolati almeno un altro paio, sui quali in cda c’è stato un confronto tra i soci talvolta anche aspro. La scelta alla fine è confluita su Mascherpa, che nel governo delle attività commerciali e di marketing verrà affiancato da un comitato cui parteciperanno i responsabili acquisti delle principali cooperative socie. «La decisione di coinvolgere direttamente queste figure nel comitato, che fino a oggi rappresentava un organo consultivo della direzione generale» sottolinea Francesca Rauzi, vicepresidente di Federfarma.co «è la naturale conseguenza del nuovo corso che questo cda ha voluto imprimere, allo scopo di rendere più immediate ed efficaci le sinergie espresse da una strategia commerciale sempre più compatta e fedele da parte delle aziende socie, cooperative e società per azioni».