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Fatturati in calo, margini in aumento ma non per tutti: il futuro non è fosco ma farà vincitori e vinti

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Come i farmacisti sanno, la Legge di bilancio per il 2021 ha aggiornato i tetti della spesa farmaceutica e ridotto la convenzionata di quasi un punto, dal 7,96 al 7%. L’impatto per la farmacia? Fare previsioni a medio/lungo termine non è mai facile (si rischia di sottostimare l’imprevedibile, come insegna Nassim Taleb in The Black Swan), ma a mettere assieme numeri e stime degli esperti (Iqvia, Nicholas Hall, Bcg, Deloitte) lo scenario a venire sembra abbastanza chiaro.

Nei prossimi cinque anni il giro d’affari del farmaco con ricetta continuerà a calare (mediamente si stima un Cagr, cioè un tasso annuo di crescita composto, del -2%) e la Legge di bilancio potrà soltanto appesantire la contrazione. Più complesse le dinamiche a venire del paniere dell’extrafarmaco: il beauty crescerà ma meno dei 5 anni passati; anche gli integratori conserveranno il segno più, ma la progressione sarà più lenta. Otc, Nutrizionali e Personal care saranno timidamente positivi, ma senza una crescita dei volumi. Se si considerano poi anche le vendite fuori canale (tanti produttori venderanno stabilmente online o in gdo, il giro d’affari dell’e-commerce si avvicinerà alla soglia del primo miliardo di euro e l’arena si affollerà di nuovi competitors, farmacie ma anche “pure players” stranieri) appare evidente che l’extrafarmaco difficilmente riuscirà a compensare il declino del farmaco com’era in passato. Considerato che il concorso straordinario continua lentamente a sfornare nuove farmacie (siamo oggi a 19.212 contro le 18.201 di cinque anni fa), appare evidente che nel prossimo lustro il fatturato medio per singolo esercizio potrà soltanto calare, mettendo sotto pressione l’intero canale.

E’ però la solita media del mezzo pollo, perché nei fatti le contrazioni saranno differenziate come già lo sono oggi: farmacie in zone turistiche o di grande mobilità (stazioni e aeroporti) torneranno ai fatturati pre-covid non prima di tre anni, lo smart working penalizzerà i centri cittadini a favore delle periferie, la ricetta elettronica, la telemedicina e il diffondersi dell’home delivery ridurranno i vantaggi derivanti dalla prossimità di ambulatori medici e strutture sanitarie.

Attenzione però: se il fatturato calerà – dicono gli esperti – la marginalità invece sarà destinata a crescere. Il margine lordo beneficerà delle variazioni del mix di vendita (cresceranno le categorie che marginano di più e caleranno le categorie, farmaco in testa, che marginano di meno); lo sviluppo di catene e network “forti” farà crescere il potere negoziale delle farmacie, che compreranno sempre meglio dall’industria grazie anche alla leva della private label. Lo scenario, in sostanza, si compone di luci e ombre e promette vincitori e vinti, cioè farmacie che vedranno crescere fatturato e margine anche in maniera significativa e altre che invece subiranno importanti perdite e dovranno valutare seriamente se vendere o aggregarsi a una rete per delegare la gestione economica della loro azienda.

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