Costo del denaro e reperimento del personale sempre più ostico hanno convinto il gruppo Farvima a cedere dieci delle dodici farmacie di proprietà che figurano nel suo network Farmà. Si tratta di esercizi concentrati tra Puglia e Campania, che erano stati acquisiti tramite passaggio di quote oppure per situazioni debitorie dei precedenti titolari e che oggi, con la congiuntura in atto, sono diventate troppo onerose da sostenere. «Le avevamo rilevate con l’intenzione di utilizzarle come laboratorio dove sperimentare progetti e soluzioni da estendere poi al resto del network» spiega a Pharmacy Scanner l’amministratore delegato di Farvima, Mirko De Falco «oggi però abbiamo farmacie affiliate che, per fedeltà al network e motivazione, possono fare da “apripista” con efficacia uguale se non maggiore. Il tool di gestione che collega network e farmacie, inoltre, ci permette di raccogliere in tempo reale dati su flussi, category e vendite che consentono di aggiornare in tempo velocissimo le nostre strategie».
Le dismissioni, nel momento in cui scriviamo, sono in corso: due farmacie sono già state cedute, una a un privato e l’altra a Pharma Green, la holding cui fa capo la catena Alma Farmacie con 28 esercizi già in gestione e 5 compromessi. Le altre otto, invece, sono ormai in procinto di passare a Dr.Max, la catena (con quartiere generale nella Repubblica ceca) che in Italia conta oltre 60 filiali. «Erano farmacie che Farvima finanziava interamente» conclude De Falco «tra tassi d’interesse quadruplicati in un anno e carenza di farmacisti la gestione non è più sostenibile».