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Delivery: in Francia consegne quintuplicate dalla pandemia, è boom di piattaforme

Filiera

Anche in Francia la pandemia ha fatto da volano ai servizi per il recapito domiciliare di farmaci e non, per un mercato che rimane interessante nonostante l’emergenza sia ormai alle spalle. Lo conferma la recente partnership siglata da Nexum Pharma, società di servizi per le farmacie, con Uber Eats, la nota piattaforma internazionale di food delivery. Secondo quanto riferisce il Quotidien du pharmacien, sono già una trentina le farmacie francesi che hanno aderito al servizio e la stima è di allargare il circuito a un ritmo di quattro o cinque nuove adesioni alla settimana. Il recapito copre soltanto l’extrafarmaco (prodotti per l’igiene, la cosmesi e il primo soccorso, oppure per la mamma e il bambino come latte, pannolini, soluzione fisiologica eccetera) e la promessa è di consegnare al domicilio del cliente in meno di 15 minuti dall’ordine. «Si tratta di rendere la vita più facile ai pazienti con un servizio di respiro prettamente locale» ha spiegato il co-fondatore di Nexum Pharma, Florent Bleicher.

Uber Eats, tuttavia, è soltanto l’ultimo arrivato sulla scena del “farmadelivery” francese. La prima a proporre il recapito domiciliare da farmacia a cliente è stata nel 2018 la Posta pubblica, ma il servizio non ha mai riscosso particolare gradimento a causa della sua farraginosità: innanzitutto riguarda soltanto i farmaci etici, in secondo luogo per far arrivare l’ordine alla farmacia occorre che l’assistito invii la ricetta per posta, dunque prima di ricevere i medicinali passano diversi giorni.

Quindi sono arrivate le piattaforme con corrieri e raider, come Pharmao, Livmed, MyMediks e Phacil. Pharmao, lanciata nel 2019, oggi copre più di 200 comuni francesi e conta oltre mille farmacie partner, in maggioranza appartenenti a network come Lafayette, Ramsey Santé e Leadersanté. Alla fine del 2020 è arrivata Livmed’s, che attualmente serve un migliaio di farmacie più 250 residenze sanitarie per anziani e sta cercando partnership con assicurazioni come Allianz e Groupama. Con la pandemia, come s’è detto, la domanda è letteralmente esplosa: come spiega al quotidiano Le Figaro il fondatore di Pharmao, Nicolas Schweizer, durante la crisi sanitaria gli ordini sono aumentati del 500% e con la fine dell’emergenza la frequenza si è mantenuta costante. «La sanità digitale ha fatto la sua comparsa in Francia prima del covid, un lustro fa circa, ma queste società erano considerate niente di più che piccole startup» osserva Emmanuelle Porte, avvocato specializzato in diritto sanitario «dopo la pandemia, le autorità hanno preso coscienza del fatto che i servizi digitali sono essenziali. Il giorno in cui sanità e assicurazioni riconosceranno la rimborsabilità dei costi dell’home delivery, poi, queste piattaforme avranno un ulteriore boom». Ma per Alexandre Denia, fondatore di Phacil, un’altra spinta importante dovrebbe arrivare dalla digitalizzazione delle ricette, che tra breve dovrebbe scattare anche in Francia. «Con il nostro servizio» ha commentato al Quotidien du pharmacien Tarek Hakimi, fondatore di Livmed’s «diamo al paziente la possibilità di avere i propri farmaci 24 ore su 24, senza doversi recare nella farmacia di turno».

I numeri peraltro sono già oggi di tutto rispetto: Pharmao assicura quotidianamente circa 400 consegne in tutto il territorio nazionale, grazie anche a un’app che fornisce le disponibilità dei magazzini di tutte le farmacie partner. Il 60% degli ordini, spiega ancora Schweizer, riguardano prodotti dell’extrafarmaco, in prevalenza struccanti e test di gravidanza. I clienti, invece, sono nella maggior parte giovani attivi e indaffarati, oppure mamme che hanno bisogno di prodotti per il loro bambino. Livmed’s, invece, effettua in media 500 consegne al giorno entro 30 minuti dall’ordine, a un costo di 4,90 euro a “uscita” (Pharmao 5,90, che diventano 7,90 in caso di recapito espresso).

Quanto alle procedure, le regole da seguire sono dettate dal Codice della sanità pubblica: i prodotti ordinati devono essere imballati in un plico sigillato recante nome e indirizzo del paziente. La confezione deve essere opaca e la chiusura deve consentire al destinatario di assicurarsi che il pacco non sia stato forzato. Il trasporto, inoltre, deve avvenire in un contenitore isotermico che garantisca la corretta conservazione dei farmaci. Per evitare l’abuso professionale, poi, il vettore deve limitarsi al recapito e non può intervenire nella compravendita del farmaco tra cliente e farmacie. Proprio ciò che, invece, avrebbe fatto Livmed’s secondo l’Ordine nazionale dei farmacisti francesi, che un mese fa ha convocato la società davanti al suo Consiglio nazionale. I contorni della vicenda non sono chiarissimi a causa del riserbo imposto dall’Ordine, ma a quanto riporta la stampa specializzata l’accusa rivolta a Limed’s sarebbe quella di avere fatto brokeraggio farmaceutico.

Il caso è ancora aperto ma intanto il malumore dei farmacisti titolari francesi è esploso: in molti, infatti, non hanno perdonato alla società di home delivery la pubblicità televisiva che agli ultimi mondiali di calcio sottolineava la comodità di ricevere a casa i farmaci senza perdersi le partite. E in molti si sono chiesti perché Livmed’s può fare comunicazione sui propri servizi mentre alle farmacie è vietato dalla deontologia. E così, l’home delivery assicurato in proprio dalle farmacie, anche se saltuariamente e a categorie ristrette di pazienti, è poco noto e male comunicato.

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