Un punto di ritrovo virtuale per dar forza alla categoria dei farmacisti dipendenti. È la community nata da qualche settimana sui social network, per riunire tutti i collaboratori di farmacie e parafarmacie, offrire supporto reciproco e sostenere le esigenze della categoria dal Sud al Nord Italia. L’obiettivo, come recita un comunicato, è dare forza e sostegno ai collaboratori, soprattutto in vista dell’imminente rinnovo del contratto, ma anche per capire come, unendo le forze, si possa arrivare ad ottenere un maggiore riconoscimento della professionalità, una retribuzione più adeguata e la tutela dei diritti basilari.
Il contratto delle farmacie private è praticamente invariato da decenni: basti pensare che nel 2021 si è rinnovato un contratto scaduto da ben 9 anni, senza peraltro nessun riconoscimento economico per gli anni di mancato rinnovo. L’aumento salariale, in particolar modo, è stato irrisorio a fronte di un coinvolgimento professionale sempre crescente e di maggiore responsabilità. Uno stipendio, quindi, non proporzionato alla professionalità e alle responsabilità, in aggiunta ad orari di apertura sempre più ampi e ad una sempre crescente offerta di servizi svolti dai farmacisti.
I farmacisti dipendenti non lamentano solamente una retribuzione economica poco adeguata, ma chiedono anche la variazione del contratto dal comparto commercio a quello della sanità, un riconoscimento concreto per lo svolgimento di tutti i servizi che negli ultimi anni vengono effettuati in farmacia, una distribuzione dei turni che possa permettere un corretto equilibrio tra vita e lavoro, migliori politiche di sostegno alla famiglia, considerato che la maggior parte dei dipendenti sono donne e spesso anche mamme, la compensazione economica o oraria dei corsi di formazione obbligatori svolti. La categoria dei farmacisti dipendenti finora è sempre stata poco rappresentata a livello sindacale: le farmacie sono aziende di piccole dimensioni, con pochi dipendenti, e l’iscrizione al sindacato poteva essere percepita come motivo di attrito con i titolari. Secondo gli appartenenti al gruppo, occorre superare questi preconcetti e intendere il sindacato non come un’arma da usare contro il titolare, ma come una forma di tutela per garantire i diritti del lavoratore e per dare forza all’intera categoria dei farmacisti dipendenti. Anche i titolari di farmacia hanno compreso l’importanza di fare squadra e infatti la percentuale di adesione al loro sindacato (Federfarma) è molto alta.
«Lo scopo è quello di conoscerci e unire le nostre forze per riabilitare la nostra professione e riappropriarci, da collaboratori, della nostra indipendenza economica e privata» scrive una rappresentante del gruppo «fino a ieri siamo rimasti in ultima fila, facendoci bastare quel poco che altri decidevano per noi. È arrivato il momento di prendere parte al nostro futuro, cogliendo questo momento di delusione verso la nostra professione, per dare un nuovo valore alle nostre competenze e al nostro sapere». In queste settimane stiamo assistendo ad un cambio epocale, migliaia di farmacisti stanno prendendo posizione in tal senso, grazie allo sviluppo di una community nata su Whatsapp. Considerato l’elevato numero di utenti, la community si è spostata su Telegram (link). Per tenersi aggiornati sulle iniziative della community e seguire le fasi di contrattazione, è possibile consultare anche la pagina Instagram “farmacistidipendenti“.
I membri del gruppo, stavolta desiderosi di sedere in prima fila al tavolo del rinnovo contrattuale, si stanno mobilitando in centinaia, affidandosi alle tre sigle sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs perché fungano da portavoce delle loro esigenze, che vedono innanzitutto un aumento salariale cospicuo che si adegui all’aumento dell’inflazione non tenuto in conto negli ultimi 15 anni, e soprattutto alla crescente richiesta di servizi all’interno delle farmacie come presidi sanitari di prima linea sul territorio nazionale.