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Farmacie Usa in crisi per la concorrenza dell’online e la doppia carenza di personale e farmaci

Filiera

Che siano catene o indipendenti, le farmacie negli Usa non se la stanno passando molto bene negli Usa. Le cause sono le stesse che tormentano buona parte delle farmacie europee, ossia la doppia carenza di farmaci e collaboratori, aggravati però dalle peculiarità del sistema sanitario statunitense. A lanciare l’allarme un articolo della rivista Time, che dipinge un quadro dalle tinte fosche: i clienti sono spesso costretti a fare lunghe code al banco perché il personale è sotto organico e i farmaci non si trovano, le farmacie faticano a far quadrare i conti perché i farmaci che scarseggiano aumentano di prezzo ma le compagnie assicurative non adeguano i rimborsi. E così, secondo uno studio della J.D. Power la soddisfazione degli americani nei confronti delle farmacie fisiche è calata di dieci punti solo nel 2024.

La rivista riporta il caso di Enrique Reynoso, farmacista dal 1991 e proprietario di una piccola farmacia nello stato di New York, che parla della «peggiore che si sia mai vista». Nonostante abbia provato a ridurre tutti i costi sui quali poteva intervenire — per esempio, ha adottato sistemi di pagamento alternativi alle carte di credito per risparmiare sulle commissioni — Reynoso non riesce a stare dietro alle spese, perché – come detto – i prezzi ai quali le farmacie acquistano sono aumentati vertiginosamente, mentre i rimborsi delle assicurazioni sanitarie sono rimasti gli stessi. Per esempio l’Adderall (un farmaco per curare il deficit dell’attenzione da iperattività) è passato in poco tempo da 25 a 400 dollari, mettendo in difficoltà la farmacia di Reynoso e le altre.

Anche le grandi catene come Rite Aid e Cvs sono in difficoltà, riporta Time. Rite Aid, dopo avere superato positivamente una procedura per bancarotta, ha chiuso circa un quarto delle sue farmacie, Cvs ha dismesso 900 negozi negli ultimi tre anni e Walgreens prevede di chiuderne circa un quarto (su un totale di 8.600) perché «il modello attuale di farmacia non è più sostenibile», come ha detto il ceo Tim Wentworth.

Ad aggravare la crisi hanno poi pensato i consumatori cambiando i loro comportamenti di acquisto. Durante la pandemia, molti clienti si sono spostati verso l’online e, nonostante la ripresa degli acquisti fisici, ora che la crisi è alle spalle le farmacie non hanno visto un ritorno significativo al pre-pandemia. Secondo l’analista Brittain Ladd, «anche se i consumatori vengono in farmacia per ritirare una prescrizione, raramente acquistano altri prodotti, poiché sanno che possono trovarli online a prezzi più bassi». Questo ha costretto le farmacie a tagliare i prezzi, peggiorando ulteriormente la loro situazione finanziaria.

Per far fronte a queste difficoltà economiche, molte farmacie hanno ridotto il personale. Una farmacista di Walgreens in Wisconsin racconta come il suo punto vendita, che una volta contava quattro farmacisti, ora si debba talvolta arrangiare con la metà del personale, nonostante l’aumento del numero di prescrizioni e vaccinazioni da gestire. La carenza di personale ha portato a un aumento dello stress sia per i pazienti sia per i farmacisti. «I clienti sono frustrati e noi siamo frustrati» spiega la farmacista.

Un altro aspetto cruciale della crisi riguarda il modo in cui le farmacie vengono compensate per i farmaci che dispensano. La maggior parte dei pazienti è coperta da assicurazioni, che utilizzano i cosiddetti Pharmacy Benefit Manager (Pbm) per gestire i farmaci rimborsati dai programmi delle compagnie. I Pbm, che fungono da broker tra le farmacie e le assicurazioni, hanno un enorme potere, poiché decidono quanto una farmacia viene pagata per ogni farmaco dispensato. «Le Pbm ci tengono in pugno» afferma Reynoso, sottolineando che spesso viene rimborsato meno di quanto a lui costino farmaci e personale.

Le tre più grandi Pbm — Cvs Caremark, Express Scripts e Optum Rx — controllano circa l’80% del mercato, e il loro potere ha suscitato critiche sia da parte del Congresso sia della Federal Trade Commission (Ftc), che ha accusato le Pbm di pratiche anticoncorrenziali e di manovre opache nella determinazione dei prezzi. Secondo un rapporto della Ftc, la concentrazione di potere nelle mani delle Pbm ha permesso loro di esercitare un controllo vasto su ampie porzioni del settore sanitario, creando così problemi per le farmacie indipendenti e persino per le catene.

Questa situazione ha portato alla chiusura di molte farmacie, in particolare nelle aree rurali. Secondo un rapporto di quest’anno, tra il 2013 e il 2022 circa il 10% delle farmacie indipendenti situate in zone rurali ha chiuso, creando veri e propri buchi nella copertura del servizio farmaceutico. E le comunità che vivono in queste aree, ricorda in chiusura Time,  comprendono un’alta percentuale di persone con un livello di istruzione basso o senza assicurazione sanitaria.

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