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Farmaci online, la pubblicità raggiunge un italiano su due e per il 71% sono molto convenienti

Consumatore

La pandemia non ha soltanto impartito una forte spinta ai consumi online di farmaci e prodotti per la salute, ma anche accresciuto consapevolezza e confidenza degli italiani nei confronti di questo canale d’acquisto. Al punto che oggi, tra coloro che abitualmente navigano, più di nove su dieci (92%) sa che su internet è possibile comprare medicinali, più di sette su dieci (73%) è a conoscenza che la legge permette di vendere a distanza soltanto farmaci senza ricetta e quasi sette su dieci (69%) ha comprato almeno una volta un otc online. A dirlo l’indagine condotta nell’ambito del progetto Capsule dal Centro di ricerca Transcrime dell’università Cattolica del Sacro Cuore con il supporto dell’Aifa – Ufficio qualità dei prodotti e con il contributo del Center for anti-counterfeiting and product protection della Michigan State University: lanciata con l’obiettivo di indagare l’atteggiamento dei consumatori nei confronti dell’e-commerce farmaceutico, la ricerca fornisce una mappa dettagliata delle opinioni e degli orientamenti del pubblico riguardo a vantaggi e “trappole” dell’online. Non senza qualche sorpresa.

Per cominciare, tra gli intervistati (un migliaio di individui, statisticamente rappresentativi) hanno mostrato maggiore consapevolezza riguardo all’acquisto online di farmaci gli anziani e i più istruiti. Nella fascia 45-54 anni, per esempio, la consapevolezza cresce del 36% rispetto ai giovani compresi tra i  18 e i 24 anni; nelle fasce 55-64 anni e over 65 anni, poi, il livello d’informazione cresce rispettivamente del 74% e 75%. La ragione? Probabilmente, ipotizza la ricerca, «gli individui anziani sono più propensi a cercare o a essere informati sull’acquisto di prodotti farmaceutici, per motivi legati alla salute». Allo stesso modo, gli intervistati con livelli di istruzione più elevati risultano più informati della possibilità di acquistare medicinali online rispetto agli individui con istruzione elementare o senza istruzione formale. La consapevolezza, in particolare, aumenta dell’87% per i laureati e del 115% per quelli con una laurea magistrale o superiore. Al contrario, i livelli più elevati di sfiducia nei confronti delle vendite online sono correlati a una minore conoscenza del commercio digitale.

 

Da quali fonti avete appreso dell’e-commerce dei farmaci

 

Gli italiani che sanno di poter acquistare farmaci online, inoltre, hanno appreso di tale possibilità più spesso da un sito web (62%), dal passaparola di amici e parenti (30%), dai social network (26%) o dall’e-mail marketing (19%, vedi sopra). Ne consegue che nella maggioranza dei casi l’informazione viaggia più spesso attraverso canali informali piuttosto che da fonti istituzionali o autorevoli come campagne pubbliche, media o professionisti della sanità (medici e farmacisti).

 

Farmaci online, quali le norme vigenti e quali gli auspici

 

Pur essendo ben informato, il consumatore di casa nostra rivela nei confronti dell’e-commerce farmaceutico un orientamento positivo ma cauto: soltanto il 3% del campione ritiene che l’online dovrebbe essere vietato a tutti i farmaci indistintamente, ma sono una minoranza (19%) anche coloro i quali pensano che si dovrebbe consentire la vendita a distanza anche dei farmaci con ricetta; il 72%, invece, è d’accordo con l’indirizzo normativo attuale, che limita l’e-commerce ai soli medicinali senza obbligo di prescrizione. Peraltro, circa un italiano su quattro (il 23%) ritiene comprensibile che si acquistino su internet farmaci illegali quando lo stesso farmaco non è reperibile nei normali canali di approvvigionamento, mentre quasi uno su cinque (il 19%) lo accetta quando dietro c’è il bisogno di risparmiare sui costi.

 

Opinioni degli italiani su alcuni comportamenti

 

D’altronde, dice ancora la ricerca, il 71% degli italiani considera l’acquisto online di farmaci «molto conveniente». E se circa otto intervistati su dieci si dicono preoccupati rispetto alla sicurezza che acquistando online si ricevono i farmaci effettivamente richiesti, solo il 15% condivide l’affermazione che la maggior parte della pubblicità sui farmaci online riguardi prodotti contraffatti, mentre uno su due (il 50%) la respinge recisamente.

 

Frequenza della pubblicità e degli acquisti online di farmaci

 

Questo moderato ma sostanziale ottimismo degli italiani verso l’acquisto online sembra in qualche modo un effetto anche della comunicazione che promuove l’e-commerce farmaceutico: più di un intervistato su due (il 56%) dice di avere visto regolarmente o spesso pubblicità di offerte online e l’82% di coloro che è stato raggiunto da questi annunci ha fatto almeno un acquisto online (quasi uno su due dice di farlo con regolarità, vedi sopra). La stessa ricerca condotta su un campione di consumatori spagnoli dalle medesime caratteristiche conferma: inferiore il pubblico raggiunto da pubblicità di offerte online, minore il numero di coloro che ha acquistato farmaci su internet.

 

Quali farmaci sono stati acquistati online

 

Del resto, rivela lo studio, più della metà degli italiani (58%) utilizza frequentemente internet per reperire informazioni sui medicinali (ma tra gli over 45 la percentuale tende a calare) e due quinti (42%) utilizzano frequentemente il web per trovare soluzioni o trattamenti specifici riguardo alla loro salute o per esplorare alternative alla medicina tradizionale (36%). Ciononostante, rimane un’elevata fiducia nei farmacisti e nei medici (80%, che cala al 75% tra gli under 45) anche se la comunicazione si conferma una fonte d’informazione potente: un intervistato su due afferma di avere osservato soprattutto annunci pubblicitari online di farmaci contro l’influenza e in effetti questa categoria risulta la più acquistata dal campione selezionato per la ricerca, seguita a breve distanza da “altro” (categoria che raggruppa integratori alimentari e vitamine, 36%, analgesici/antipiretici/antidolorifici, 8%, dermatologici, 8%, medicinali contro la caduta dei capelli, 6%, veterinari, 5%, antiacidi o digestivi, 5%, colliri, 3%, melatonine e rilassanti, 3%) e dagli analgesici per il dolore cronico.

 

Indagini Fakeshare II (2015-2016) e Capsule (2024): risposte a confronto

 

Per finire, la familiarità che oggi dimostra il consumatore di casa nostra nei confronti dell’e-commerce farmaceutico deve molto – come s’è detto in apertura – all’esperienza della pandemia. Rispetto a una precedente indagine condotta tra il 2015 e il 2016 da Aifa e università La Sapienza di Roma nell’ambito del progetto Fakeshare II, in nove anni è aumentato significativamente il numero degli intervistati che dichiara di aver acquistato medicinali online e la percentuale di coloro che valutano positivamente la possibilità di acquistare sul web, mentre restano comparabili i giudizi sulla sicurezza del canale digitale. Anche se, avvertono gli autori, «è importante affrontare con cautela i confronti tra diversi sondaggi a causa delle differenze nelle domande e nei campioni».

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