Fanno 10 le farmacie di Neo Apotek, holding di una famiglia milanese di farmacisti che ha convinto la finanza
C’è un nuovo giocatore nel Monopoli delle farmacie aperto dalla Legge 124/2017 sulla concorrenza. Si tratta di Neo Apotek, società milanese che tra ottobre e dicembre ha completato l’acquisizione di sette farmacie (sei a Milano e provincia e una nel Monferrato) e sta chiudendo per altre tre. La srl fa capo a sua volta ad Alifarma, holding della famiglia Cocchi – Riva, che annovera tre generazioni di farmacisti ed esprime l’amministratore delegato di Neo Apotek, Andrea Riva. Il nome della società era assurto alle cronache nelle settimane scorse, quando un articolo delle pagine finanziarie del Corriere della Sera aveva riferito dei piani della holding e di Banca Profilo – istituto specializzato nella raccolta del risparmio – diretti ad acquisire 40-50 farmacie nel nord Italia.
Andrea Riva, l’articolo del Corriere della Sera dipinge Neo Apotek come un parto di Banca Profilo per gestire l’acquisizione di una cinquantina di farmacie nel nord Italia. Si deve dedurre che siete farmacisti al servizio del capitale?
Quell’articolo era funzionale a una comunicazione diretta esclusivamente ai mercati finanziari. In realtà il vero centro di gravità è Neo Apotek, non Banca Profilo.
E la Banca come c’entra?
Ha creduto nel nostro progetto e ci ha aiutato a reperire famiglie di imprenditori pronte a sposare la nostra causa.
Lei però sembra avere il pallino per gli investimenti: risulta sia socio di minoranza in una delle farmacie milanesi di Hippocrates Holding, quella di via Coni Zugna…
Cercavo un partner che mi aiutasse a rilevare la farmacia, i manager di Hippocrates sono bravi e preparati ma poi nel tempo ho scoperto che la loro visione è diversa dalla mia.
Che sarebbe?
In un comparto specifico come quella della farmacia, la finanza deve sposare i valori della professione, non il contrario.
E’ la filosofia di Neo Apotek?
Sì. E’ una società fatta di farmacisti che lavorano da anni in farmacia. Il nostro progetto è di dare vita a un soggetto che competa alla pari con gli altri player, ma tenga radici ben salde nella professione. Crediamo in una farmacia ben governata con il farmacista al centro di tutto.
Ben governata in che senso?
Gestire una farmacia non è per niente facile. C’è chi mette avanti a tutto le acquisizioni perché pensa in termini di retail, noi invece sappiamo che ogni farmacia è un mondo a sé e quando entriamo ci preoccupiamo innanzitutto di non perdere il rapporto fiduciario tra farmacista e cliente. E le competenze maturate dallo staff sul farmaco e sul consiglio..
Cosa vuol dire, che quando comprate confermate titolare e team?
A noi interessa entrare dal 51% in su, anche se le prime sei farmacie acquistate finora sono nostre al 100%. Vogliamo essere il partner industriale del titolare che non intende più occuparsi di questioni finanziarie e vuole dedicarsi innanzitutto al suo lavoro. I farmacisti che vendono rimangono spesso con noi come soci di minoranza, responsabili di area o direttori di farmacia, perché colgono il senso del nostro progetto.
Obiettivi di sviluppo?
Non ci siamo fissati traguardi tassativi, come detto l’obiettivo prioritario non è comprare in serie ma crescere passo dopo passo.
Target?
Anche in questo caso non abbiamo cluster predefiniti, guardiamo alla farmacia di città così come a quella di provincia, dove magari la sfida è quella di fidelizzare. Di certo devono essere esercizi con buoni fondamentali.
Insegna e format?
Anche di questo parleremo solo più avanti, magari quando avremo una trentina di farmacie. Siamo un’impresa di famiglia, possiamo permetterci di procedere senza fretta: oggi ci concentriamo su uno sviluppo ordinato della rete e dell’organizzazione degli esercizi che entrano a farne parte, domani vedremo.
Avrete un distributore unico?
Per ora non è nei programmi. Però è vero che nel nostro progetto c’è l’intenzione di allacciare stretti rapporti con il mondo delle cooperative dei farmacisti, per avviare sinergie e sfruttare opportunità comuni.
Nell’articolo del Corriere si lasciava intuire che l’obiettivo di Neo Apotek potrebbe essere quello di comprare per poi rivendere a qualche grande catena…
Il nostro progetto è quello di investire sul camice bianco e su una farmacia che fa perno sulla qualità e sulla fiducia. Non siamo di passaggio.
Magari tra i soci c’è chi ha altri piani…
Con l’ultimo aumento di capitale, che ha portato da 3 a 35 milioni di euro il valore della società, la nostra famiglia mantiene la governance oltre che una quota rilevante dell’azionariato. Il resto fa capo alla fiduciaria in cui Banca Profilo ha fatto confluire gli altri soci, che hanno soltanto un potere di veto. Ma tutti hanno comunque dimostrato grande fiducia nel nostro progetto.