F2i la sgr che vuole comprare farmacie con Federfarma. Tra gli investitori, Enpam e Cassa depositi e prestiti

Filiera

Sarebbe F2i, l’azionista di maggioranza di Farmacie Italiane, la società di gestione del risparmio (sgr) che nei mesi scorsi ha invitato Federfarma a entrare in un fondo di private equity destinato, tra le altre cose, ad acquisire farmacie di proprietà. Il progetto, secondo fonti consultate da Pharmacy Scanner, sarebbe quello di coinvolgere il sindacato dei farmacisti titolari nel Quinto Fondo, che F2i sta assemblando dall’autunno scorso con l’obiettivo di arrivare a una dotazione di 1,5 miliardi, metà dei quali sarebbero già stati raccolti o quasi. Secondo quanto riferisce un lancio d’agenzia di Radiocor, tra i sottoscrittori del nuovo fondo dovrebbero figurare gli investitori “storici” di F2i,  come Intesa Sanpaolo e Unicredit, Cassa depositi e prestiti e diverse Fondazioni bancarie.

Nel novero dovrebbero esserci anche alcune casse di previdenza ma non l’Enpaf, che un paio di settimane fa il presidente di Federfarma Marco Cossolo aveva indicato tra i possibili partecipanti. Piuttosto ci sarà quasi certamente l’Enpam, cioè la cassa previdenziale dei medici, che non solo figura tra i soci della sgr (con una quota del 4%) ma è anche presente nel Terzo Fondo di F2i, costituito nel 2018 e al quale fa capo Farmacie Italiane. Come si ricorderà, la sgr detiene il 61,2% della catena, che conta 33 farmacie e 18 parafarmacie e annovera tra gli azionisti anche Farmacrimi, con una quota del 37,5%. Farmacie Italiane rappresenta anche il motivo per cui è quasi certo che l’Enpaf non sarà della partita: la cassa di previdenza figurava tra gli investitori del Primo Fondo di F2i, ma ne era uscita quando la sgr aveva cominciato ad acquistare farmacie con il Terzo Fondo. Più probabile, invece, che al Quinto Fondo partecipi Banca Ifis, un altro dei nomi ventilati da Cossolo: l’istituto, come noto, detiene il 70% di Credifarma e il 70,77% di Farbanca, con le quali mette assieme oltre 4.700 farmacie clienti.

Ufficialmente l’obiettivo del Quinto Fondo dovrebbe essere quello di investire nei comparti della green e white economy, ossia ambiente e salute. In particolare, i progetti prevedono investimenti in poliambulatori, laboratori e cliniche, ma è evidente che nel caso in cui il Fondo si mettesse a comprare farmacie (magari in prossimità di tali strutture) si creerebbero dei veri e propri distretti di salute dove gli assistiti troverebbero in un unico luogo prestazioni e farmaci. Questo d’altronde è il tipo di sinergie tra infrastrutture su cui lavora F2i: nel Terzo Fondo l’interesse per le farmacie discendeva dalle partecipazioni in aeroporti e stazioni ferroviarie (una buona parte dei punti vendita di Farmacie Italiane è vicino a questi scali), ma la pandemia ha ridotto drasticamente i viaggiatori.

E’ possibile quindi che dopo aver tentato con il binomio stazioni-farmacie ora F2i stia valutando l’accoppiata poliambulatori-farmacie, da finanziare con un nuovo fondo perché il Terzo, come scrive ancora Radiocor, «ha di fatto esaurito le dotazioni e dunque servono ulteriori risorse per continuare a investire». L’invito a Federfarma perché entri nell’operazione, quindi, servirebbe ad assicurarsi un “consulente esperto” che aiuti a selezionare gli esercizi da acquistare e poi a gestirli, vista anche l’esperienza maturata (secondo alcune fonti, l’investimento effettuato finora nelle farmacie non avrebbe soddisfatto tutte le attese).

A prescindere dall’evoluzione che avrà, la vicenda F2i dimostra comunque che la pandemia non ha attenuato l’interesse del capitale finanziario per le farmacie. Anzi, probabilmente l’ha persino gonfiato: il comparto è, tra i settori del retail, uno di quelli che ha perso di meno nel 2020, dopo la gdo. E tutte le ricerche demoscopiche concordano nel dire che covid ha aumentato la sensibilità degli italiani per salute e benessere, il che fa supporre per gli anni a venire un incremento della spesa in tutto ciò che fa prevenzione. «E’ indubbio che la farmacia rimane un’impresa interessante così come è interessante il suo mercato perché è aciclico» commentano a Pharmacy Scanner i commercialisti bolognesi Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta «nell’ultimo anno le acquisizioni non sono state tantissime ma è certo che nel 2021 i movimenti riprenderanno. E’ in corso un bradisismo, l’evoluzione è impercettibile poi un giorno ci accorgeremo che le cose non sono più quelle di prima. Chi sono gli attori in gioco? Innanzitutto le catene che già stanno acquistando, poi i fondi di private equity, che sono tornati prepotentemente alla ribalta, e anche alcuni player bancari. Ma più che il “chi”, sarà interessante osservare con quali strategie si muoveranno».

 

Riceviamo da Federfarma e pubblichiamo:

«In merito a quanto riportato da Pharmacy Scanner nell’articolo F2i la sgr che vuole comprare farmacie con Federfarma. Tra gli investitori, Enpam e Cassa Depositi e Prestiti del 22 marzo 2021, Federfarma smentisce di aver avuto contatti con F2i, Enpam e Cdp. Pertanto l’individuazione di soggetti finanziari, come descritto nell’articolo indicato, è priva di fondamento.

Federfarma precisa altresì che ogni eventuale determinazione volta a esaminare progetti di investimento a favore delle farmacie, sarà svolta nel rispetto dei principi statutari e sarà quindi eventualmente portata alla preventiva valutazione degli organi collegiali di Federfarma stessa. In tale contesto l’ipotesi di cui trattasi – volta esclusivamente a valutare l’inoltro di una manifestazione di interesse da parte di Federfarma ad una sgr di cui (per evidenti motivi di riservatezza) la Federazione non ha mai fatto il nome – è stata annunciata in seno al consiglio Nazionale, già convocato per il 25 p.v. per esprimere il proprio orientamento.

A tutela del corretto operato della Federazione e al fine di non ledere gli indispensabili parametri di riservatezza, Federfarma si riserva di adire alle vie legali qualora venissero divulgate ulteriormente notizie prive di fondamento alcuno».

 

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