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Dubbi su un servizio da lanciare nella tua farmacia? Consultati con lo staff e i tuoi clienti. E con l’AI

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Può capitare a volte di sentire in farmacia frasi tipo: «Abbiamo lanciato il servizio X, ma non sta andando come pensavamo». Magari il problema è nella comunicazione, altre nell’organizzazione. Ma spesso il punto debole è a monte, nella fase di analisi preliminare. Il fatto è che la farmacia di oggi non è più quella di dieci anni fa: ci sono competitor nuovi, clienti che arrivano già informati (o convinti di esserlo), i social, le farmacie online ecceterta. Lanciare un servizio “perché lo fanno anche gli altri” o “perché suona bene” non basta più. Serve chiedersi: ma nel mio bacino, c’è davvero bisogno? C’è mercato?

Una volta per rispondere a questa domanda serviva tempo. Dovevi raccogliere dati, guardare cosa facevano i competitor, magari parlare con qualche medico. E alla fine, si andava spesso a sensazione. Oggi l’AI può velocizzare tutto questo. Non perché sappia meglio di te cosa funziona nel tuo quartiere (quello lo sai solo tu), ma perché ti aiuta a vedere cose che normalmente sfuggono.

Facciamo un esempio pratico: vuoi proporre un servizio di teledermatologia. Bene. Ma rivolto a chi? La tentazione è dire “per tutti”. Il problema è che tutti non è un target. È un modo per disperdere energie e budget senza risultati chiari. Invece possiamo provare a ragionare così: chi ha davvero bisogno di una visita dermatologica rapida, ma non riesce a ottenerla facilmente? Potrebbero essere i genitori con bambini che hanno dermatiti cicliche e non vogliono aspettare settimane per un appuntamento quando il problema si ripresenta. Oppure persone con eczema o psoriasi, che hanno bisogno di controlli frequenti e non possono stare dietro all’agenda del dermatologo. O ancora, sportivi che lamentano spesso funghi o irritazioni e vorrebbe risolverli in fretta. Oppure gente che lavora e semplicemente non ha tempo da perdere.

Ognuno di loro però ha bisogni diversi, budget diversi, sensibilità diverse al prezzo. E l’AI può aiutarti a mappare queste necessità in pochi minuti. Il trucco è sempre quello di non usarla a caso, ma farle le domande giuste. Ecco qualche esempio pratico di prompt da utilizzare con una piattaforma tipo ChatGPT oppure Gemini.

1. Per capire chi potrebbe essere interessato: «Analizza il mercato della zona di [la tua città] e dimmi chi potrebbe essere interessato a [il tuo servizio]. Spiegami quali sono i loro problemi, cosa li spinge a cercare una soluzione, cosa li frena, quanto sono informati e quanti potrebbero essere».

2. Per stimare quanta domanda c’è: «Fammi una stima della domanda per [il tuo servizio] nella zona di [la tua città]. Considera quante persone vivono qui, quanto è diffuso il problema, chi altro offre questo servizio, quanto sono lontani i centri specialistici, se la gente qui è abituata a rivolgersi alla farmacia per questi servizi».

3. Per vedere cosa fanno gli altri: «Chi offre già [il tuo servizio] nella mia zona? Analizza i competitor: cosa fanno bene, dove sbagliano, quanto costano, come comunicano, come si posizionano».

4. Per fare simulazioni: «Simulami tre scenari per [il tuo servizio]: uno pessimista, uno realistico e uno ottimista. Per ognuno dimmi: quanti clienti potrei avere, che ricavi potrei fare, quando rientrerei dell’investimento».

In dieci minuti hai materiale su cui ragionare. Ma attenzione: qui che entri in gioco tu. L’AI ti dà spunti, numeri, idee, ma non sa niente del tuo contesto reale. Non sa che a cinquanta metri dalla tua farmacia c’è un poliambulatorio privato che fa visite a prezzi competitivi. Non sa che il tuo quartiere è pieno di anziani, non di giovani sportivi. Non sa che hai un rapporto stretto con tre medici di base che ti mandano pazienti. Non sa che la tua clientela abituale è fedelissima, ma diffidente verso le novità.

Questi dettagli fanno tutta la differenza. E solo tu li conosci. Dunque, quando l’AI ti restituisce l’analisi, la prima cosa da fare è confrontarla con la realtà. Ti torna? I segmenti che ti propone esistono davvero nel tuo giro? O sono belli sulla carta ma irrealistici per te? Poi c’è un altro passaggio fondamentale: testare le ipotesi. Non basta leggerle, devi verificarle. Ma come?

Guarda i tuoi dati storici. Parla con il team. Fai due chiacchiere con i clienti abituali: «Stiamo pensando di fare questa cosa, le interesserebbe?». Anche solo questo ti dà indicazioni preziosissime. Bastano pochi giorni di osservazione vera per capire se un’idea regge o va buttata.

In sintesi, non si decide di lanciare un servizio “perché lo dice l’AI”. Si decide perché l’AI ti ha aiutato a vedere più chiaro e più veloce. Poi però sei tu a scegliere, sulla base di quello che sai fare e di quello che conosci della tua realtà. Puoi anche usare l’AI per cogliere i rischi che ti sfuggono, oppure gli svantaggi che non riesci a cogliere. Chiedile: «Cosa potrebbe andare storto? Dove potrei sbagliare le stime? Cosa succede se sovrastimo la domanda?». Meglio scoprirlo prima, sulla carta, che dopo, a servizio già avviato.

In definitiva, un’analisi fatta bene non vale per i numeri che ti dà, ma per le domande che ti obbliga a fare. L’AI ti disegna la mappa mentre tu, che conosci il territorio, scegli la strada migliore da percorrere. E se quella strada poi si rivela sbagliata? Beh, almeno hai fatto i compiti prima. Non è poco.

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