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Droni, in Ucraina fanno la guerra e in Italia si sperimenta il trasporto di farmaci e device

Extracanale

Non sono certo case-history da rivista scientifica, ma comunque fanno testo: nella guerra che da poco meno di un anno si combatte in Ucraina, l’uso di droni a fini militari ha raggiunto un’intensità che non si era mai vista prima. E non stiamo parlando di costosi droni per uso militare tipo i caccia che lanciano missili o bombe e sono guidati a distanza da piloti veri; stiamo parlando dei piccoli droni di tipologia “consumer” (cioè per il mercato commerciale) che ormai si vedono sempre più spesso sugli scaffali delle grandi catene di elettronica. In Ucraina sono utilizzati non solo per la ricognizione, ma anche per sganciare granate a mano o mine antiuomo. Non hanno la capacità di carico dei modelli più grandi, ma sono versatili ed economici: il prezzo si aggira sui 1.700 euro, contro i due milioni di un drone militare pilotato da remoto. E così, dopo pochi mesi dall’inizio del conflitto, le autorità ucraine prima e quelle russe poi hanno chiesto a tutti i cittadini che possedevano un drone consumer di donarlo alle forze armate. In sostanza, dalla mobilitazione delle truppe a quella dei droni.

Sia chiaro: prima di vedere i cieli delle nostre città solcati da nugoli di droni che portano posta, pacchi, acquisti e anche i farmaci, ce ne deve passare di acqua sotto i ponti. Ma la direzione è tracciata e progetti e sperimentazioni fioccano. Tra il 2019 e il 2021 l’Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano ha censito a livello mondiale 205 esperienze, il 93% delle quali riferite a trasporti di merci con droni. Il Paese con il maggior numero di casi sono gli Usa (57 applicazioni), al secondo posto – sorpresa – c’è l’Italia con 21. Delle 190 esperienze di trasposto merci con droni, 61 riguardano l’invio di materiale medico, tra le tipologie di consegna figurano al primo posto i recapiti «last-mile» ai privati (36%) seguiti dalle consegne presso strutture sanitarie (18%).

Qualche “case-history”? A Foggia, Asl e università hanno avviato un progetto per affidare a droni la distribuzione di medicinali d alto costo e dispositivi in tutta la provincia. A regime, riferisce la stampa locale, verrebbero serviti seimila pazienti, per un volume di circa 28mila confezioni al mese.

 

A Foggia progetto per rifornire con droni gli sportelli della diretta

Attualmente l’Hub farmaceutico centrale di Foggia rifornisce con autisti sette farmacie distrettuali (cerchi gialli) e 21 sportelli della diretta (cerchi azzurri). L’Asl ha avviato una ‘partnership per valutare la fattibilità di affidare a droni i rifornimenti.

 

A beneficiarne sarebbe il cosiddetto Hub farmaceutico, inaugurato nel febbraio scorso e definitivamente operativo da agosto: ospitato nel poliambulatorio del Distretto sociosanitario di Foggia, è una sorta di magazzino centralizzato che gestisce acquisti centralizzati e fornitura dei farmaci a strutture ospedaliere e Asl, per un valore di circa 70 milioni di euro all’anno. La dispensazione agli assistiti è assicurata da 28 sportelli per la distribuzione diretta, che comprendono sette farmacie distrettuali (Manfredonia, Cerignola, Foggia, San Severo, San Marco in Lamis, Vico del Gargano e Lucera) e 21 punti di dispensazione. In questo modo il 73% circa degli abitanti della provincia può ritirare i farmaci della diretta senza spostarsi dal proprio comune, anche se c’è un costo da sostenere: la consegna dei medicinali ai punti di distribuzione, infatti, viene assicurata da autisti dell’Asl che fanno la spola tra Hub centrale e sportelli periferici.

L’obiettivo, per quest’anno, è quello di estendere la rete dei punti distributivi in modo da raggiungere il 90% della popolazione. Ed è qui che arriva il progetto con l’università di Foggia, che da tempo sta lavorando a sperimentazioni e test con droni. I quali, se tutto andrà secondo i piani, dovrebbero (prevedibilmente) sostituire gli autisti e collegare l’Hub farmaceutico con gli sportelli periferici.

 

Nel Lazio intesa Regione-Enac per individuare rotte e scali

In Lazio Regione ed Enac hanno firmato a luglio un protocollo per l’analisi di fattibilità di un servizio di trasposto di farmaci e dispositivi tramite droni. Nella foto, una dimostrazione di volo organizzata in concomitanza con la firma dell’accordo.

 

Anche il Lazio si sta muovendo: a luglio, la Regione ha firmato un protocollo d’intesa con l’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) che deve valutare la fattibilità di un servizio per il trasporto tramite droni di farmaci, plasma e dispositivi. L’intesa è triennale e include lo studio della cornice normativa nonché l’analisi delle rotte e delle infrastrutture utilizzabili. «Grazie alla collaborazione con Enac» rimarca una nota della Regione «saranno individuate le soluzioni per consentire ai droni di consegnare farmaci, plasma, organi e dispositivi medici e campioni biomedicali».

 

 

Altrove sono ancora più avanti. Negli Usa, per esempio, Walmart ha lanciato poco prima di Natale un servizio di consegna tramite droni in undici centri commerciali del Texas: i clienti che risiedono entro un raggio di un miglio dal punto vendita possono richiedere il recapito via internet (da questo sito) nella fascia compresa tra le 8 e le 20. Il servizio copre più di 10mila referenze di valore fino a 10 dollari e la consegna è assicurata in 30 minuti. Non ci sono ordini minimi e il costo è di 3,99 dollari a tratta.

«La consegna tramite drone consente ai nostri clienti di fare la spesa dell’ultimo minuto od ordinare un prodotto di cui ci si era scordati» spiega Vik Gopalakrishnan, vicepresidente Innovation and automation di Walmart Usa «può sembrare uno scenario futuristico ma i nostri clienti dicono che è il servizio che hanno sempre voluto ed è ora di tornare a concentrarci su ciò che è più importante per loro». Il colosso della grande distribuzione organizzata prevede nel 2023 di allargare il servizio ad altri cinque stati (Arkansas, Arizona, Florida, Utah e Virginia) per un totale di 34 centri commerciali in 23 città.

 

 

Ma l’attenzione delle grandi insegne della gdo non è soltanto rivolta ai droni che volano. Nei giorni scorsi, infatti, Carrefour Belgio ha avviato a Zaventem (Bruxelles) una sperimentazione con robot da terra: l’ipermercato del Corporate village, un quartiere di sei palazzi di soli uffici, per un totale di 60.000 mq e 9.000 dipendenti, proporrà sino alla fine della primavera un servizio di consegna mediante droni su ruote, guidati dall’Intelligenza artificiale e da un sistema di otto telecamere  che hanno mappato in anticipo l’area di movimento. Di conseguenza, spiega in una nota l’azienda, il robot si muove in sicurezza, evita gli ostacoli e dispone di indicatori luminosi per evitare incidenti pedonali.

In una prima fase, quella già avviata, le consegne arriveranno soltanto a venti clienti volontari che testeranno il servizio. Nella seconda fase, il servizio sarà allargato a tutto il Village. I prodotti acquistabili a distanza comprendono cibi e alimenti per il pranzo in ufficio e prodotti della spesa quotidiana per la famiglia. Se il test avrà esito positivo, conclude Carrefour, seguiranno altre sperimentazioni con l’obiettivo di estendere il servizio in grandi città come Anversa, Bruxelles, Gand e Liegi. Seguiranno le città di piccole e medie dimensioni.

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