Potrebbe essere Venezia la prima città dove i droni copriranno per la prima volta il cosiddetto “ultimo miglio” e consegneranno i farmaci a casa dei pazienti. Questo almeno è il progetto al quale stanno lavorando il comune di Venezia, l’Asl 3 Serenissima e Dronus, azienda specializzata in servizi con velivoli senza pilota tipo Bvlos (Beyond visual line of sight, oltre la lina di vista): come riferisce un comunicato diffuso nei giorni scorsi, l’obiettivo della partnership è quello di sperimentare un sistema di voli con drone per far arrivare i farmaci ai pazienti cronici che abitano nella Laguna veneziana e non hanno farmacie nelle vicinanze. Inizialmente, i collegamenti avranno per base di partenza l’Ospedale civile di Venezia e per destinazione le due isole di Sant’Erasmo e delle Vignole, ma se i primi voli avranno successo si punta a coprire l’intera laguna e quindi il resto del territorio comunale.
La città di Venezia, sempre secondo il comunicato, avrebbe già firmato un accordo con l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, nel quadro di un progetto che punta a sviluppare l’uso di velivoli senza pilota per svariati servizi compresa la sorveglianza aerea. Per il recapito dei farmaci, in particolare, Dronus utilizzerà il suo sistema Radon, drone ad ala fissa e propulsione elettrica certificato Sapr, cioè abilitato a sorvolare le aree urbane. Quanto ai benefici che Comune e Asl Serenissima sperano di conseguire con la sperimentazione, prevalgono quelli economici e organizzativi: grazie ai droni, è la stima, si dovrebbero conseguire risparmi di circa il 40% sui costi di consegna; inoltre, si assicurerebbero ai pazienti forniture più puntuali e continuative. Resta solo da capire quanto tempo ci vorrà perché inizino i primi voli: contattata da Pharmacy Scanner, l’Asl veneziana non ha voluto rilasciare informazioni ma, in via ufficiosa, ha fatto capire che la sperimentazione è ancora in cantiere e la partenza non è certo dietro l’angolo.
A prescindere dai tempi che prenderà per concretizzarsi, il caso veneziano conferma comunque che nel sistema sanitario italiano c’è crescente interesse per i potenziali vantaggi derivanti dall’uso dei droni nella logistica del farmaco. In tal senso, un’altra sperimentazione da citare è Co.De-19, che coinvolge l’Asst Brescia (ossia gli Spedali Civili) ed e-Novia, contenitore di imprese deep. In questo caso il drone non è un velivolo senza pilota ma un veicolo – sempre senza guida umana – che assicura la distribuzione ai reparti di farmaci e altro materiale sanitario.
Il robot, in particolare, è dotato di un braccio meccanico che garantisce la consegna “contactless”, cioè senza contatti fisici. Una caratteristica particolarmente apprezzata in ambiente ospedaliero, soprattutto da quando è scoppiata la pandemia. Non a caso, il progetto coinvolge addirittura l’Esa, l’Agenzia spaziale europea, e il drone è in grado di muoversi in ambienti interni ed esterni. Soltanto il destinatario della consegna, inoltre, può aprire il vano di trasporto e attivare il braccio robotico che rilascia il contenuto.
Due, infine, gli utilizzi che verranno testati nella sperimentazione (in questo caso già partita): la consegna di materiale da laboratorio e merci sensibili dalla farmacia interna degli Spedali civili ai laboratori di analisi e la consegna di medicinali dalla farmacia interna agli ingressi dei differenti padiglioni. La soluzione messa in campo da e-Novia, recita una nota, «è in grado di soddisfare i requisiti più complessi e può contribuire a definire i nuovi standard della consegna dell’ultimo miglio».