DocMorris torna a rivolgersi alla Giustizia Ue. Nel mirino la ricetta dem in Germania

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DocMorris, la nota farmacia online con sede in Olanda, tornerà un’altra volta davanti alla Corte di Giustizia europea per contestare alla Germania l’adozione di norme anti-concorrenziali sul retail farmaceutica. Come nel 2003, anno della famosa sentenza che liberalizzò la vendita via internet dei farmaci otc (non solo nel Paese ma in tutta l’Ue) e nel 2016, quando i giudici comunitari decisero che il divieto di praticare sconti sui farmaci rimborsati riguardava le farmacie tedesche ma non le farmacie online ubicate all’estero.

Il nuovo contenzioso, come spiega la rivista specializzata Apotheke Adhoc, riguarda stavolta la dematerializzazione delle ricette mediche, che in Germania sta procedendo a singhiozzo da un paio di anni circa. In base alle ultime disposizioni, dal primo luglio gli assistiti possono riscattare le ricette del medico con la loro tessera sanitaria elettronica, chiamata eGK. Tuttavia, accusa DocMorris, questo sistema impone ai mutuati di recarsi fisicamente in farmacia, cosa che metterebbe fuori gioco le farmacie online, soprattutto se residenti all’estero.

Per spedire le loro ricette ai siti olandesi, i pazienti tedeschi dovrebbero utilizzare l’app di Gematik (la Sogei tedesca), che però utilizza un sistema Otp (password temporanea) piuttosto scomodo e richiede che lo smartphone disponga di Nfc (il sistema per i pagamenti contactless). I dati relativi ai download dell’app, accusa DocMorris, fanno capire che sono in pochissimi a utilizzarla, dunque l’esistenza di due diversi canali di accesso è discriminatoria.

«Avere procedure di riscatto digitali ed eque sono un prerequisito per l’accesso al mercato e una concorrenza leale con le farmacie online dell’Ue» osserva il ceo di DocMorris, Walter Hess «abbiamo investito in know-how e personale tecnico, nonché in tecnologia e infrastruttura, per essere pronti quando la digitalizzazione sarebbe partita. Ora invece ci ritroviamo strutturalmente penalizzati». Confermano i dati diffusi recentemente da Aok Nordost, una delle casse-mutua più grandi del Paese: in un anno soltanto lo 0,4% di tutte le ricette intestate ai suoi assistiti con residenza a Berlino è passata dall’app di Gematik.

Che per le farmacie online estere la questione sia vitale lo dimostra il fatto che anche Shop Apotheke si è rivolta alla Giustizia europea. Il problema, spiega ancora la rivista Apotheke Adhoc,  è che un paio di anni fa la Germania aveva ripristinato con una nuova legge il divieto di sconto cancellato nel 2016; il nuovo provvedimento tuttavia aveva suscitato le perplessità della Commissione Ue, che aveva accettato di congelare l’avvio di una procedura d’infrazione in attesa che la dematerializzazione delle ricette sancisse la piena competitività tra farmacie online e fisiche. Ora però la pazienza di DocMorris e Shop Apotheke sembra essersi esaurita.

Qual è allora la richiesta? In attesa che, dal 1° gennaio 2024, la ricetta digitale soppianti definitivamente quella cartacea (salvo nuovi rinvii), DocMorris chiede procedure di riscatto delle prescrizioni più semplici ed eque, completamente digitali e senza pin. A regime, poi, dovrebbe essere permesso agli assistiti di inviare le loro ricette in farmacia direttamente dagli studi medici, con la tessera eGK oppure un documento di identità a “bassa soglia”.

Le richieste non sono casuali: nelle settimane scorse DocMorris ha lanciato un servizio con cui i pazienti possono chiedere al medico di inviare automaticamente le ricette alla farmacia online. L’offerta riguarda soltanto i rinnovi della terapia e l’assistito può revocare il servizio – completamente gratuito, consegna a domicilio inclusa – in qualsiasi momento. Intanto, un sondaggio condotto da Yougov per il giornale Handelsblatt rivela che un tedesco su quattro non avrebbe problemi a inviare le sue ricette a DocMorris, anche per posta, se gli fosse garantito uno sconto di almeno 5 euro. La sola comodità della ricetta elettronica, invece, è sufficiente a rivolgersi alla farmacia olandese soltanto per un tedesco su dieci. C’è di che riflettere anche in Italia.

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