Distribuzione intermedia, lente sui bilanci del “grande malato”. Partiamo da Alliance Healthcare

Filiera

Lo si sapeva e i primi consuntivi del 2023 pubblicati dalla distribuzione farmaceutica intermedia lo stanno confermando: è il costo del denaro l’altare dove la maggior parte delle aziende del comparto hanno sacrificato i propri bilanci, con chiusure spesso peggiorative rispetto all’anno precedente. È il motivo per cui da tempo si parla di questo segmento come del “grande malato” della filiera farmaceutica (è una formula che ha utilizzato anche il nostro giornale) ed è sempre per questo che da mesi circolano rumors sempre più intensi su esplorazioni e abboccamenti tra i “big” del settore per possibili joint venture, acquisizioni e integrazioni, a scopo rafforzativo (ne abbiamo riferito l’ultima volta la settimana scorsa).

Tra gli addetti ai lavori, c’è chi ha fatto notare da tempo che non solo la farmacia non sembra accorgersi del declinante stato di salute del settore, da cui continua ad aspettarsi condizioni e trattamenti che oggi sono sempre meno sostenibili, ma nemmeno si rende del tutto conto che preservare “questa” distribuzione del farmaco è interesse anche suo. Per questo motivo, Pharmacy Scanner comincia con questo articolo a occuparsi sistematicamente, come nessuno ancora ha fatto, dei bilanci della distribuzione intermedia che da qui a settembre diventeranno pubblici man mano che direttivi e assemblee dei soci le approveranno. Con l’obiettivo di accendere un faro sullo stato di salute del comparto e, magari, invogliare a una riflessione allargata sul suo futuro.

Cominciamo allora e partiamo da Alliance Healthcare Italia Distribuzione (Ahid), la società del gruppo che si occupa di distribuzione del farmaco (anche se la divisione wholesale include anche altre società che operano nel settore intermedio). C’è una buona ragione: come tutte le controllate, anche Ahid chiude il proprio bilancio il 31 agosto di ogni anno, dunque il consuntivo più recente è disponibile e consultabile già da diverse settimane.

La società chiude l’anno con una perdita di 17,7 milioni, in crescita di circa cinque rispetto ai 12,5 milioni dell’anno scorso. Il peggioramento, come si desume dal documento finanziario, va ascritto in massima parte all’incremento degli interessi passivi, che montano da 5 a 10 milioni proprio a causa di quell’aumento del costo del denaro (in particolare l’euribor) di cui si diceva in apertura. Migliorano il fatturato (+5%, da 849 milioni di euro a 892) e il margine operativo netto, il cui negativo si ferma a 9 milioni di euro anziché superare i 10 del consuntivo precedente, mentre il margine operativo lordo (ebitda) ammonta al -0,7% del fatturato con i soli ammortamenti e si ridimensiona al -0,4% con l’aggiunta delle svalutazioni. I crediti verso i clienti sono calati quasi della metà, 92 milioni, il debito bancario si è ridotto di 78 milioni.

Controbilanciano in parte le performance delle altre società della divisione wholesale di Alliance Healthcare Italia: Skills in healthcare chiude con un utile di 1,1 milioni e Alloga (servizi di logistica per conto terzi) di 1,5 milioni. Pharmacy Scanner ha chiesto alla società una sintesi del “sub-consolidato” della divisione, il report ricevuto non riporta l’utile 2023 ma soltanto il margine operativo netto, che rivela un miglioramento rispetto all’anno precedente da -4,8 a -1,9 milioni. Ai prossimi bilanci.

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