Per l’80% dei “big” manager dell’industria farmaceutica mondiale, l’anno nuovo vedrà cambiamenti importanti nel comportamento dei consumatori, indotti soprattutto da covid: crescerà l’uso delle tecnologie, sarà maggiore la disponibilità a condividere dati, aumenterà l’interesse per strumenti che aiutano a prendere decisioni su prescrizioni e cure. E’ una delle evidenze provenienti dalla survey condotta da Deloitte su 60 leader del mondo farmaceutico con l’obiettivo di scrutare nella proverbiale sfera di cristallo: se è vero che la pandemia ha accelerato ricerca e investimenti, è vero anche che per le aziende del biopharma si stagliano all’orizzonte sfide importanti di breve e lungo termine, generate anche dall’emergenza pandemica.
In particolare, pesano la sospensione delle sperimentazioni sulle molecole che non sono finalizzate a trattamenti per covid, lo stop delle attività di informatori scientifici e reti vendita, le interruzioni a singhiozzo degli approvvigionamenti, i ritardi generalizzati nella commercializzazione dei farmaci. «Il tutto» avverte Deloitte « in un contesto generale caratterizzato dalla volatilità dell’economia globale e dall’incertezza degli approvvigionamenti futuri».
Ma ecco le sfide-chiave che le aziende farmaceutiche dovranno affrontare nel nuovo anno secondo i manager di big pharma.
1. L’80% degli intervistati si aspetta sostanziali cambiamenti nell’atteggiamento e nel comportamento dei consumatori. I consumatori stanno cambiando i loro atteggiamenti e comportamenti in molti modi: dall’aumento dell’uso della tecnologia e della volontà di condividere i dati, al loro interesse nell’utilizzo di strumenti per prendere decisioni su prescrizioni e cure.
2. Cruciali per il futuro del settore saranno la gestione della cyber-security – indicata come priorità dal 70% degli intervistati – e gli avanzamenti tecnologici (68% degli intervistati). Le aziende del settore Life Science sono sempre più spesso bersagli di attacchi informatici a causa dei ricavi elevati, delle spese importanti in Ricerca & Sviluppo, della proprietà intellettuale sensibile, dei segreti commerciali e della dipendenza dalla tecnologia.
3. Più della metà degli intervistati (58%) ha citato come punto di attenzione l’adeguatezza degli investimenti in innovazione rispetto ai ritorni in termini di redditività. Secondo uno studio Deloitte del 2019, i rendimenti degli investimenti in R&S sono diminuiti significativamente negli ultimi 10 anni, dal 10,1% all’1,8%. Per invertire questa tendenza è necessario un cambiamento nella produttività della R&S, alternativamente il settore rischia di non essere più attrattivo per gli investitori.
4. Altro nodo importante è quello delle attività regolatorie e di policy. Secondo il 58% dei leader del settore una serie di questioni politiche e normative influenzano notevolmente il ritmo con cui i farmaci arrivano sul mercato, la catena di approvvigionamento, le tasse e i prezzi finali.
Per fronteggiare queste sfide, le prime tre priorità strategiche sono il rafforzamento di Ricerca & Sviluppo, l’espansione della loro presenza sul mercato globale e la trasformazione tramite la tecnologia digitale e l’It.
1. Il 43% dei leader ritiene che sia necessario investire in Ricerca e Sviluppo nel prossimo anno. Un must che diventa ancora più importante (63%) in una prospettiva quinquennale.
2. L’espansione nel mercato globale è un altro dei pilastri strategici secondo gli intervistati (45%). Per quanto riguarda l’espansione geografica, molte multinazionali che in precedenza consideravano la Cina principalmente come una fonte di materie prime o di ricerca, ora la vedono come un mercato chiave. Altri che sono già entrati nel mercato attraverso joint venture con società cinesi e istituti di ricerca sono pronti a incrementare la loro crescita tramite licenze e acquisizioni di farmaci. Ma la Cina non è l’unica fonte di innovazione e crescita. Molte aziende si stanno concentrando anche sull’Ue e in altre parti dell’economia globale.
3. Il 42% degli intervistati ritiene che la trasformazione digitale sarà strategica e prioritaria nei prossimi cinque anni. Il focus degli investimenti digitali per le aziende biofarmaceutiche sarà finalizzata a comprendere e adattarsi ai cambiamenti nel comportamento dei clienti (28%), migliorare l’efficienza del processo di ricerca e sviluppo (25%) e il fast-tracking dei prodotti sul mercato (15%). Covid potrebbe avere accelerato le tendenze di investimento per le aziende farmaceutiche. Proprio a causa della pandemia, infatti, parecchie imprese non hanno avuto altra scelta che spostare molte delle loro operazioni in un ambiente virtuale – dai trial alle vendite, fino ad altre funzioni strategiche e operative.
«I leader del campo biofarmaceutico oggi sono sottoposti a una grande pressione» spiega Valeria Brambilla, Life Sciences & Health Care Industry Leader di Deloitte «perché devono adattarsi a un ecosistema sanitario in continua evoluzione. I leader dovranno puntare sempre più sugli investimenti digitali per accelerare l’innovazione nelle attività di ricerca e sviluppo, creando valore».