Quand’è che l’home delivery diventa e-commerce? E quando l’invio di una ricetta elettronica si trasforma da ordine in acquisto, e scavalca i paletti di legge che ammettono la vendita a distanza soltanto di parafarmaco e otc? Sono i due interrogativi riaperti dalla diatriba esplosa nei giorni scorsi tra Federfarma e Comifar sul nuovo servizio di recapito a domicilio avviato dal network Valore Salute (controllato da Spem che a sua volta fa capo al distributore). La scintilla l’innesca il comunicato – non proprio chiarissimo – che la catena virtuale diffonde per pubblicizzare il nuovo servizio: si parla di «servizio offerto da Comifar» che garantisce «consegne anche nei luoghi più remoti e isolati d’Italia» e di ordini (anche di farmaci con ricetta) gestiti «interamente dalla logistica» del gruppo, che «recapita il prodotto a casa del cliente».
La nota provoca prima una sollevazione sui gruppi Facebook più frequentati dai farmacisti, dove sono in molti ad accusare il gruppo distributori di voler aggirare la farmacia. Il tempo che si sollevi il putiferio e scende in campo anche Federfarma nazionale, che in una lettera inviata giovedì 21 gennaio ad Aifa e Nas chiede l’oscuramento del sito web di Valore Salute (da dove gli utenti possono accedere al servizio di home delivery, oltre che dall’app del network) perché sussisterebbero «chiari profili di illegittimità».
Nel testo, in particolare, il sindacato accusa Comifar di «distorsione della concorrenza», attuata mediante «illegittima» attività di vendita online condotta attraverso il sito valoresalute.it. Da tale piattaforma, infatti, verrebbero vendute non soltanto le «normali referenze commerciali» (extrafarmaco) ma anche i farmaci di automedicazione, facendo passare tale attività «non come una vendita online, che richiederebbe autorizzazione e logo identificativo, ma come recapito domiciliare», previa richiesta al cliente «di una delega da conferire a Comifar Servizi per l’acquisto del prodotto, il ritiro nella farmacia selezionata dal cliente e la consegna a casa.
E’ vero, ammette Federfarma, che il recapito può essere richiesto soltanto se la farmacia alla quale il cliente invia l’ordine si trova a non più di tre chilometri dall’indirizzo di consegna, tuttavia – scrive il sindacato – «riteniamo tale “limitazione” soltanto un escamotage per non conformarsi ai più stringenti requisiti e vincoli stabiliti alla vigente normativa sulla vendita online di farmaci senza obbligo di prescrizione».
La lettera di Federfarma raccoglie subito il plauso di chi si era scagliato contro Comifar, ma suscita sconcerto tra i farmacisti che nelle loro farmacie offrono l’home delivery e dei provider che li gestiscono. Il sindacato, infatti, sembrerebbe avere scritto ad Aifa e Nas sulla sola scorta del comunicato emesso da Comifar. Una verifica sui reali contenuti del servizio messo in campo da Valore Salute, invece, avrebbe permesso di appurare (vedi sotto) che app e sito web del network propongono una procedura confrontabile con quella di altre piattaforme di home delivery ben note e collaudate.
Valore Salute
Ecco la procedura da seguire quando si ordina un farmaco sull’app Valore Salute, per il ritiro in farmacia o la consegna a casa
1. Al primo accesso, l’utilizzatore deve registrarsi con le proprie generalità e individuare la farmacia di fiducia, alla quale saranno inviati gli ordini.
2. L’ordine va sempre fatto alla farmacia selezionata e l’app limita la scelta agli esercizi che non distano più di tre chilometri dalla posizione dell’utente
3. Lo step successivo consiste nell’ordinare il farmaco di cui si ha bisogno. La ricerca per nome consente di visualizzare più referenze e dosaggi.
4. A questo punto l’app chiede di scegliere la modalità di consegna, ritiro in farmacia o home delivery. E’ in questa schermata che viene richiesta al cliente la delega perché il fattorino acquisti e ritiri il prodotto a suo nome.
5. Il cliente deve quindi confermare il proprio indirizzo o aggiungerne un altro.
6. Se l’ordine riguarda un farmaco con obbligo di ricetta, l’app lo ricorda nella schermata del prodotto.
7. Per inviare la ricetta, si compila il campo nre oppure si scatta una foto del promemoria (o si trasmette il pdf).
Nella replica con cui oggi (25 gennaio) Comifar ha risposto a Federfarma, la tesi portata a difesa è proprio questa: «il servizio di consegna a domicilio del farmaco/parafarmaco (messo in campo da Valore Salute, ndr) è in linea con la prassi di settore e con le attività analoghe svolte da altre società». In soldoni, viene proposto un servizio dalla prassi confrontabile con l’home delivery di LloydsFarmacia, Boots, Pharmap (che ha convenzioni con diverse Federfarma), Pharmercure e via a seguire. Un servizio, dice il regolamento redatto da Comifar, che è interamente a carico del cliente finale.
Pharmap
Ecco, invece, copme funziona l’app di Pharmap, uno dei provider più noti (e diffusi) per l’home delivery della farmacia
1. Anche in questo caso all’accesso occorre prima registrarsi e selezionare la farmacia di riferimento.
2. Per farlo si passa da un sistema di geolocalizzazione che consente di scegliere soltanto tra le farmacie più vicine.
3. Quindi si procede all’ordine del farmaco.
4. Una volta selezionato il prodotto, l’app chiede se si preferisce il ritiro in farmacia o la consegna a casa.
5. Nel caso si opti per il recapito, l’app chiede di indicare la modalità di pagamento, che comunque ha sempre per destinatario la farmacia.
6. Nell’app di Pharmap la delega al fattorino scatta in questa fase, con tanto di firma digitale del cliente.
7. Nel caso in cui l’acquisto riguardi un farmaco con ricetta, la scheda prodotto indica la necessità della prescrizione.
8. La ricetta può essere inviata tramite foto, file o digitando il nre..
Non solo: la singola farmacia del network Valore Salute, scrive ancora Comifar, «non effettua vendite online», il recapito a domicilio «è offerto all’utente della farmacia da una specifica società di logistica e spedizione appartenente al gruppo che si chiama Comifar Servizi srl», il cliente delega Comifar Servizi a ritirare il prodotto in suo nome e per suo conto presso la farmacia che egli stesso ha scelto liberamente e «la farmacia emette per ciascun prodotto acquistato un regolare scontrino fiscale». In sostanza, «il servizio di ritiro e consegna non può configurarsi come una vendita on line perché il contratto lega farmacista e consumatore finale e la consegna del prodotto avviene nei locali della farmacia».
Sembra del tutto infondato anche il sospetto che dietro al servizio ci sia il tentativo aggirare la farmacia: è vero che il regolamento parla di un call center gestito direttamente da Comifar, ma il suo intervento è limitato ai soli casi in cui la consegna non è andata a buon fine (per assenza del proprietario all’indirizzo segnalato). In caso di problemi sul prodotto acquistato, il cliente contatta la farmacia oppure scrive all’indirizzo assistenza.ordini@valoresalute.it, cioè al nework (non al distributore).
E ora? Tutti gli occhi sono puntati su Aifa e Comando Nas: se l’una o l’altro dovessero trovare fondati gli argomenti di Federfarma e disporre l’oscuramento del sito valoresalute.it, si scatenerebbe in poco tempo l’armageddon per tutti i servizi di home delivery oggi esistenti nel canale farmacia. Sarebbe una protezione in più contro la minaccia di Amazon Pharmacy? O forse è vero il contrario?