Il deblistering personalizzato, ossia lo sconfezionamento e la ripartizione dei farmaci in dosaggi giornalieri a beneficio di anziani e cronici, potrebbe presto presto diventare un servizio abituale delle farmacie italiane così come lo è già nelle farmacie olandesi, scandinave e di diversi altri Paesi. Nei giorni scorsi, infatti, la Lombardia è diventata la prima regione ad aver regolamentato compiutamente il deblistering nelle farmacie del territorio. La novità risale ai giorni scorsi, con la pubblicazione del “Documento regionale sull’allestimento di confezionamenti personalizzati per migliorare l’aderenza terapeutica”, redatto da un gruppo di lavoro dov’erano rappresentati i servizi farmaceutici delle Asl e della Regione, Federfarma Lombardia e Cispel (le farmacie comunali) e gli ordini dei farmacisti.
Il Documento, in sintesi, specifica che il servizio è «a totale carico del cittadino» e impone alle farmacie di comunicare preventivamente all’Asl l’intenzione di avviarlo (con un modulo in formato anche digitale). Occorre inoltre che il titolare metta nero su bianco organizzazione e procedure del servizio (formazione del personale, impiego di sistemi automatizzati, risorse umane, caratteristiche dei locali – «assimilabili a quelle di un laboratorio galenico» – aree di lavoro, eventuali attrezzature supplementari) e predisponga un modulo che il paziente dovrà sottoscrivere per autorizzare il deblistering dei suoi medicinali.
Per agevolare la diffusione del servizio, poi, il Documento consente alle farmacie che lo propongono di effettuare lo sconfezionamento anche per gli esercizi che non lo hanno attivato. In tal caso, «è richiesta un’idonea procedura che regolamenti i rapporti tra farmacie, anche in materia di trasporto e consegna dei blister». Le farmacie inoltre, «possono proporre il servizio di allestimento personalizzato dei farmaci non solo al singolo cittadino/paziente che necessita di terapie croniche, ma anche a Rsa o ad altre strutture sanitarie pubbliche e private».
Prima della Lombardia soltanto un’altra Regione, il Veneto, aveva provveduto a normare la dispensazione personalizzata in dosi unitarie, ma la delibera di giunta (del 28 luglio 2021) si rivolgeva soltanto ai Centri servizi, ossia Rsa, case di riposo e via a seguire, che intendono dotarsi di sistemi automatizzati per proporre il servizio ai loro assistiti. Tra gli addetti ai lavori, tuttavia, c’è chi ritiene che dalla delibera arrivi anche un’implicita apertura alle farmacie del territorio che propongono lo stesso servizio: «La dgr» osserva Alessandro Iadecola, ceo di Remedio, la start up che propone il sistema di riconfezionamento Sempli Farma «assimila la preparazione in dosi unitarie a partire dalle confezioni industriali alla manipolazione dei farmaci; inoltre, autorizza di fatto la dispensazione personalizzata a fragili, anziani e poli-trattati e infine sancisce che la farmacia è il luogo primario dove svolgere l’attività secondo le norme di buona preparazione».
Veneto a parte, sono in molti a ritenere che il Documento approvato dalla Lombardia (dove le prime farmacie potranno cominciare a segnalare alle Asl l’avvio del servizio già dai prossimi giorni) farà da apripista a provvedimenti analoghi in diverse altre Regioni. Non va dimenticato, infatti, che il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sposta il baricentro dell’assistenza territoriale nelle case dei pazienti, che dovranno diventare «il primo luogo di cura». Si intensificherà quindi l’erogazione di terapie e farmaci direttamente a casa, ma si acuirà anche il bisogno di assicurare l’aderenza terapeutica dei pazienti domiciliarizzati. Non a caso, nell’ambito della strategia per le aree interne il Pnrr prevede investimenti a favore delle piccole farmacie con l’obiettivo – tra gli altri – di coinvolgerle nei «servizi di assistenza domiciliare integrata». E se non lo faranno loro ci sono già altri pronti a subentrare: come ha detto qualche giorno fa Walter Marrocco, responsabile scientifico della Fimmg, alla commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla distribuzione diretta, le Case di comunità possono dare un contributo rilevante alla distribuzione domiciliare dei farmaci e all’aderenza terapeutica.
Le farmacie, però, non se ne stanno con le mani in mano e in Lombardia c’è chi aspettava soltanto il Documento della Regione per avviare il servizio. E’ il caso di Cef, che si è mossa in anticipo installando due macchine per lo sconfezionamento e il blisteraggio personalizzato nelle farmacie di proprietà di Borgo Trento (Brescia) e Isola del Bosco a Sesto San Giovanni (Milano). «Stiamo finendo di redigere le procedure operative» spiega a Pharmacy Scanner Marco Giudici, direttore esecutivo di Cef «l’intenzione è quella di cominciare a offrire il servizio da marzo, in primis ai nostri soci e poi alle Rsa. Le due apparecchiature realizzano blister per una settimana di terapia e quattro somministrazioni orarie al giorno. E’ una “taglia” ottimale considerata la frequenza con cui i pazienti in politerapia si vedono cambiare le prescrizioni». Nei piani della Cooperativa, le due farmacie assicureranno il servizio anche per tutti i soci Cef che vorranno proporre ai loro clienti la dispensazione personalizzata. Quanto alle tariffe, le valutazioni sono ancora in corso: «Il mercato propone un range tra i 25 e i 30 euro al mese» dice Giudici «ma stiamo valutando la possibilità di abbonamenti e altre formule». «Cef lavora da sempre al consolidamento del ruolo del farmacista come referente del cittadino» aggiunge il presidente Vittorino Losio «coerentemente con questa impostazione, abbiamo sostenuto fin dall’inizio la personalizzazione della terapia come un’area di servizio strategica per il sistema della farmacia italiana»,
Anche al di là dei confini lombardi ci si può imbattere in farmacie che si stanno preparando o che già da tempo praticano il deblistering. Per esempio i tre esercizi liguri che hanno per titolare Francesco Turrin, vicepresidente di Federfarma Genova. «La dispensazione personalizzata è un servizio post-vendita» spiega a Pharmacy Scanner «tant’è vero che lo offro sia ai miei clienti sia a quelli di altre farmacie, che si rivolgono a me dopo avere acquistato i farmaci in un altro punto vendita». Il deblistering avviene in una camera bianca allestita in una delle tre farmacie di Turrin: il paziente compila il piano delle terapie (con l’aiuto del farmacista ed eventuale check del medico curante) e fornisce i farmaci, alla ripartizione in dosi unitarie provvede una macchina che sigilla pillole e compresse in un nastro a bustine continue tipo Pillpack. «Ogni contenitore reca un barcode che garantisce la tracciatura del farmaco» riprende Turrin «elenca i medicinali contenuti e indica giorno e ora di somministrazione. Posso realizzare nastri per terapie da 14 a 28 giorni, con un massimo di cinque pezzi a bustina. In più il sistema che ho scelto, SiCuro di Bliss, mette a disposizione un’app per smartphone che invia al paziente un reminder». Il target cui è rivolto il servizio è rappresentato innanzitutto da anziani e politrattati, «ma ci sono anche persone che assumono ogni giorno diversi integratori e non vogliono fare errori» osserva Turrin. «Ho iniziato un anno fa e al momento conto una cinquantina di clienti, reclutati direttamente al banco e senza alcuna campagna pubblicitaria. Tra loro figurano anche alcuni milanesi, ai quali invio il contenitore con il nastro delle bustine per posta. Il prezzo del servizio? Trenta euro al mese, l’equivalente di un caffè al giorno, una tariffa più che abbordabile».
Esperienze analoghe arrivano da Trento, Mareno di Piave, Bari e Caltanissetta, dove invece il sistema adottato è quello della già citata Sempli Farma di Remedio. «A Trento le comunali offrono il servizio ad alcune Rsa della provincia, della Lombardia e del Piemonte» spiega Iadecola «stesso discorso per la Farmacia del Benessere di Bari, che ha cominciato da poco a servire la Rsa locale, mentre a Caltanissetta ci sono le due farmacie del circuito Eufrate, che dall’inizio del dicembre scorso si rivolgono ad anziani, cronici e Residenze sanitarie».
Ma il titolare che volesse soppesare la sostenibilità del servizio, quali valutazioni preliminari dovrebbe fare? «Per cominciare» è la replica di Iadecola «occorre ricordare che stiamo parlando di sistemi automatizzati che godono dei benefici previsti da Industria 4.0 e dalla legge Sabatini. Questo significa che gli investimenti si abbattono al 40% se la farmacia risiede al Centro-nord e scendono praticamente a zero se è al Sud». Poi va considerata la platea dei potenziali clienti: «Ogni politrattato vale mediamente un euro al giorno di margini per il farmacista» prosegue Iadecola «se invece si decide di far pagare il servizio, una tariffa compresa tra i 20 e i 30 euro al mese risulta praticabile per la maggior parte delle famiglie e per le spettanze dei farmacisti. Per arrivare al break-even bastano 30 pazienti l’anno per una farmacia del Centro-nord e meno di 20 per una del Sud, almeno nel caso della nostra macchina più economica».
Calcoli ovviamente diversi se la scelta del farmacista si orienta su altri modelli, come i “pillolieri” manuali. Pharmagest, per esempio, propone Multimeds, blister personalizzabile già commercializzato da tempo in Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Regno Unito. «Il contenitore è monouso e copre sette giorni di terapia con quattro somministrazioni orarie ciascuno» spiega a Pharmacy Scanner Daniele Bartolacci, direttore commerciale Pharmagest Italia «il riempimento viene effettuato manualmente dal farmacista o, volendo, con sistemi automatici e comunque con l’assistenza di un software dove vengono caricati anagrafica del paziente e terapia. Lo stesso software provvede poi a stampare le etichette che coprono il blister e riportano farmaci contenuti e orario di assunzione. Il blister è brevettato e consente di staccare ogni alveolo per portare con sé le singole somministrazioni. I costi? Per ammortizzarli basta prendere in carico una decina di pazienti».
Non vuole invece parlare di costi Emanuele Vigo, presidente di H Path, la società che ha fornito a Cef i macchinari per il blisteraggio personalizzato dei farmaci. «Rispetto a pochi anni fa ci troviamo ora di fronte a uno scenario radicalmente diverso» spiega «oggi non è più pensabile che la farmacia non offra ai suoi pazienti cronici la dispensazione personalizzata. Stiamo parlando di un servizio che ha una chiara valenza sociale, e che quindi deve trovare collocazione nella gamma base delle prestazioni offerte dalla farmacia dei servizi. L’investimento del titolare consiste innanzitutto in un cambiamento culturale e molti farmacisti l’hanno già colto».