Rimane sempre in territorio nettamente positivo la crescita del mercato degli integratori alimentari, che ad agosto mostra complessivamente un incremento a valori del 3,7% su base annua (cioè nei 12 mesi) e in farmacia del 4,3% (sempre su base annua). La fotografia arriva dal report con cui Federsalus riassume dati ed evidenze emerse dall’ultimo focus che l’associazione di categoria ha organizzato per le aziende affiliate.
La farmacia, dicono i dati forniti da Iqvia, rimane uno dei punti di riferimento privilegiati dagli italiani: quando devono scegliere un integratore, infatti, due terzi dei consumatori chiedono al farmacista o al medico e soltanto un terzo sceglie in autonomia. L’innovazione di prodotto e il consiglio del curante, osserva Federsalus, rappresentano due importanti leve di sviluppo per alcuni segmenti del comparto. Tra questi, due che più contribuiscono alla crescita del mercato in farmacia sono gli integratori per il benessere uro-ginecologico (+3,7% nei dodici mesi terminanti ad agosto) e gli integratori dell’area osteoarticolare (+2,7%, sempre nello stesso periodo).
Il primo dei due segmenti, dicono i dati di Iqvia, genera in farmacia un giro affari di 224 milioni di euro su base annua. Il sottosegmento più importante è quello degli integratori per il sistema urinario (gruppo 12C), che chiude i 12 mesi terminanti ad agosto con un fatturato di 143,5 milioni di euro e una crescita del 5,4%. L’aggregato si divide a sua volta in due sottoinsiemi, gli integratori per il sistema urinario e i prodotti per i problemi urinari degli uomini, che valgono rispettivamente 74,7 e 68,8 milioni di euro e crescono su base annua del 5,6 e del 5,1%.
Il secondo segmento messo sotto la lente da Federsalus, quello riguardante gli integratori dell’area osteoarticolare, vale invece sull’anno 96,5 milioni di euro e – come detto – cresce del 2,7%. Dei due sottoinsiemi che lo costituiscono, quello più rilevante per giro d’affari è rappresentato dai prodotti per le articolazioni, che “pesa” a valori per poco più di 81 milioni di euro. Per crescita, invece, si distingue il sottosegmento degli integratori per dolori muscolari, che vale soltanto 18 milioni di euro ma sull’anno mette a segno un balzo del 4% (a fronte del +2,4% dell’altro gruppo).