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Dall’Antitrust sanzione da un miliardo di euro ad Amazon per abuso di posizione dominante

Filiera

Violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (Tfue), ossia abuso di posizione dominante. E’ l’accusa che ha convinto L’Autorità garante della concorrenza a infliggere una sanzione di oltre un miliardo di euro a cinque società del gruppo Amazon con sede in Lussemburgo e Italia: Amazon Europe Core sarl, Amazon Services Europe sarl, Amazon Eu sarl, Amazon Italia Services srl e Amazon Italia Logistica srl. Secondo l’Antitrust, in sostanza, le cinque società praticherebbero ai venditori terzi che commercializzano sul marketplace del gruppo (tra i quali figurano diverse farmacie) condizioni espressamente concepite per spingerli a usare il servizio Logistica di Amazon, a detrimento dei corrieri concorrenti.

In particolare spiega il Garante in un comunicato stampa, i riveditori che utilizzano Fba (Fulfillment by Amazon, ossia Logistica di Amazon) beneficiano di una serie di vantaggi che garantiscono alle loro offerte maggiore visibilità e prospettive di vendita migliori sulla piattaforma Amazon.it. Per esempio l’accesso al programma di fidelizzazione Prime, che mette in contatto con i consumatori più fedeli e alto-spendenti di Amazon e dà diritto a partecipare agli eventi speciali Black Friday (quest’anno celebrato il 26 novembre scorso), Cyber Monday e Prime Day. Ma i venditori terzi che scelgono Fba hanno anche maggiori probabilità chele loro offerte finiscano nella cosiddetta Buy Box, ossia il riquadro bordato di rosso che nelle pagine prodotto, subito a destra, elenca una selezione di rivenditori con offerte attive su quell’articolo. «L’istruttoria» riassume l’Antitrust «ha accertato che si tratta di funzionalità della piattaforma Amazon.it cruciali per il successo dei venditori e per l’aumento delle loro vendite».

Per tale motivo, è la tesi del Garante, diventano abuso di posizione dominante le condizioni che il gruppo applica su tali funzionalità: le offerte non gestite con Fba, per cominciare, non possono essere associate al programma Prime. E ai venditori terzi che utilizzano Fba, «non viene applicato lo stringente sistema di misurazione delle performance cui Amazon sottopone gli altri venditori e il cui mancato superamento può portare anche alla sospensione dell’account del terzista».

In tal modo, continua l’Antitrust, «Amazon ha danneggiato gli operatori concorrenti di logistica per l’e-commerce, impedendo loro di proporsi ai venditori online come fornitori di servizi di qualità paragonabile a quella di Logistica di Amazon. Tali condotte hanno così accresciuto il divario tra il potere del gruppo e quello della concorrenza, anche nell’attività di consegna degli ordini e-commerce». Inoltre, continua il comunicato del Garante, «sono stati danneggiati anche i marketplace concorrenti: a causa del costo di duplicazione dei magazzini, i venditori che adottano la logistica di Amazon sono scoraggiati dall’offrire i propri prodotti su altre piattaforme online, perlomeno con la stessa ampiezza di gamma».

Oltre alla sanzione da oltre un un miliardo di euro, il provvedimento dell’Autorità per la concorrenza impone anche ad Amazon una serie di correttivi diretti a «ripristinare immediatamente le condizioni concorrenziali nei mercati rilevanti», da applicare sotto la supervisione di un “monitoring trustee”. Il gruppo, in particolare, «dovrà concedere ogni privilegio di vendita e di visibilità sulla propria piattaforma a tutti i venditori terzi che sappiano rispettare standard equi e non discriminatori di evasione dei propri ordini, in linea con il livello di servizio che Amazon intende garantire ai consumatori Prime. Dovrà definire e pubblicare tali standard e, a far data da un anno dall’assunzione della decisione, astenersi dal negoziare con i vettori e/o con gli operatori di logistica concorrenti – per conto dei venditori – tariffe e altre condizioni contrattuali applicate per la logistica dei loro ordini su Amazon.it, al di fuori di Fba».

La sanzione dell’Antitrust, ha commentato Amazon in una nota diffusa subito dopo l’annuncio del Garante, è «ingiustificata e sproporzionata. Siamo in profondo disaccordo con la decisione dell’Agcm e presenteremo ricorso». Più della metà di tutte le vendite annuali su Amazon in Italia, ricorda il gruppo, «sono generate da piccole e medie imprese, e il loro successo è al centro del nostro modello economico. Le aziende hanno molteplici canali per vendere i loro prodotti sia online sia offline: Amazon è solo una di queste opzioni. Investiamo costantemente per sostenere la crescita delle 18mila piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon».

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