Da Coop a Walmart, i servizi sanitari fanno sempre più gola alla gdo. Anche per colpa di Amazon

Extracanale

Walmart, la più grande catena di supermercati al mondo, si prepara ad aprire un nuovo concept di retail clinic accanto al suo superstore di Dallas, in Georgia. Il poliambulatorio offrirà assistenza primaria e odontoiatrica, radiografie ed esami audiometrici, analisi di laboratori, radiografie e altri servizi ancora. «Walmart Health» riferisce il gruppo in una nota «offrirà a prezzi bassi e trasparenti i principali servizi sanitari di cui hanno bisogno i nostri clienti». Walmart, ricorda in un articolo il canale di notizie economiche Cnbc, è uno dei più importanti distributori di farmaci degli Stati Uniti, perché dispone di corner “in store” per la vendita di medicinali con obbligo di ricetta in quasi tutti i suoi 4.700 magazzini. E il fatturato che assicurano queste farmacie “interne” rappresenta il 9% circa del giro d’affari complessivo del gruppo, 36 miliardi di dollari su un totale di 332.

Quello dell’assistenza primaria, invece, è un mercato del tutto nuovo per Walmart, che si troverà a competere con una vasta ed eterogenea platea di concorrenti. E’ evidente, sottolinea in ogni caso Cnbc, che l’obiettivo è quello di andare a pescare tra i circa 140 milioni di persone che ogni settimana entrano nei suoi store, cui va ovviamente aggiunto il milione e mezzo di dipendenti del gruppo.

Per Business Insider, un altro magazine economico-finanziario, tra le ragioni che hanno spinto Walmart in questa direzione ci sarebbe anche Amazon. A sostegno la rivista cita Marcus Osborne, vicepresidente della divisione della Health & Wellness del gruppo, secondo il quale nei prossimi 5-10 anni la vendita al dettaglio subirà trasformazioni  perché le richieste dei consumatori stanno cambiando: i rivenditori devono fare i conti con Amazon, che sta portando via i clienti dai negozi offrendo convenienza e prezzi bassi e per di più mostra interesse per il mercato dell’assistenza farmaceutica e sanitaria. Con questo tentativo nel settore delle retail clinic, in sostanza, Walmart cerca di adattarsi al nuovo contesto ed evitare il destino di insegne come Sears, una catena storica della grande distribuzione americana (nacque nel 1889) che a primavera ha presentato istanza di fallimento.

La tentazione è di cercare le stesse motivazioni in un’altra recente operazione caratterizzata dall’abbinamento gdo-salute, anche se la scala di grandezza è decisamente più piccola e a fare da sfondo non è Dallas-Georgia bensì  Collegno-Torino. Nell’Ipercoop di piazza Bruno Trentin ha aperto da qualche giorno il primo sportello Cup del Piemonte situato in un centro commerciale. Il servizio, riferisce un comunicato, è disponibile dal martedì alla domenica, dalle 12 alle 14.30 e dalle 16.30 alle 19. E consente la prenotazione di tutte le visite specialistiche e vaccinali, così come delle prestazioni ambulatoriali (diagnostica strumentale, radiologia e laboratorio), di medicina sportiva e di medicina legale erogate dall’Asl Torino3.

All’origine, continua la nota stampa, c’è un’intesa siglata dall’azienda sanitaria, Nova Coop (il sodalizio nord-occidentale della galassia coop) e Synergie Italia, che fornisce il personale presente allo sportello. Il tutto – secondo quanto dichiarato dall’Asl a Pharmacy Scanner – a costo zero per il servizio sanitario piemontese, che non dovrà nemmeno remunerare le prestazioni prenotate (alle farmacie torinesi, invece, vanno due euro a operazione). Insomma, c’è il cliente che compra su Amazon perché così evita di prendere la macchina e fare la coda al supermercato e c’è il cliente che va alla Coop perché così oltre a prenotare fa anche la spesa. Come diceva Osborne di Walmart, è il consumatore che sta cambiando.

 

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