Oltre la metà dell’ossigeno presente nell’atmosfera proviene dagli oceani, quindi dalle alghe. Senza di loro non ci sarebbe vita, quindi preservarle è necessario allo stesso modo in cui è necessario preservare le foreste. È il sillogismo che regge il libro di Vincent Doumeizel “La rivoluzione delle alghe”, in uscita il 7 giugno con Aboca Edizioni. Doumeizel, esperto in biotecnologie marine, ha viaggiato per tutto il mondo e incontrato ricercatori e professionisti che stanno studiando le potenzialità finora sconosciute delle alghe; nel suo libro, riporta i risultati delle sue indagini con il taglio dell’avventura scientifica e un messaggio di speranza.
Frutto di una fotosintesi che esiste da oltre tre miliardi e mezzo di anni, le alghe sono le nostre più lontane antenate e la condizione stessa per la presenza della vita sulla Terra. Queste piante hanno nutrito l’umanità per decine di migliaia di anni e hanno contribuito a fare di noi l’Homo sapiens. Pilastro fondamentale del regno dei viventi, si riproducono velocemente e possono crescere di alcuni metri in qualche giorno senza bisogno di fertilizzanti, né di acqua dolce o pesticidi. Spesso considerate una forma di inquinamento di cui sono solo il sintomo, possono invece aiutarci a risolvere le crisi ecologiche e alimentari che ci affliggono.
«Diffondere la coltivazione delle alghe nel mondo, curandosi nel contempo di mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e valorizzarne i composti» scrive Doumeizel «ci offre infinite possibilità d’innovazione e amplia considerevolmente il bacino delle risorse a nostra disposizione. Un approccio metodico, capace di collegare i mari con le nostre società terrestri, ci permetterebbe di costruire dei sistemi in grado di rigenerarsi. Insieme, potremmo così entrare in una nuova era, figlia di un cambiamento epocale come l’avvento dell’agricoltura nel Neolitico. Una specie di rivoluzione culturale».