Il 68,2% dei giovani tra i 13 e i 19 anni considera il farmacista un professionista competente al quale rivolgersi per un consiglio, a fronte di un 14% che invece lo reputa soltanto un dispensatore di medicinali. È quanto rivela il sondaggio condotto da Laboratorio Adolescenza per il Gruppo cosmetici in farmacia di Cosmetica Italia e presentato a Bologna nella cornice del Cosmetic Summit, l’evento di Cosmofarma Exhibition dedicato al beauty. La survey, condotta su un campione di 5.670 attraverso questionari online, rivela che gli adolescenti italiani riconoscono fin dalle scuole medie il ruolo del farmacista e cercano di allacciare con lui una relazione di fiducia. Tanto che il 35,2% degli intervistati dichiara di chiedere spesso consiglio al farmacista su un farmaco senza ricetta, con un altro 34,9% che invece afferma di farlo di tanto in tanto. Circa la metà, poi, tende a rivolgersi sempre alla stessa farmacia e il 38,6% acquista oltre al farmaco anche altri prodotti. Per il 57,8%, poi, è molto utile che in farmacia si riescano a trovare risposte ai bisogni di salute e prevenzione.
Un focus specifico è stato dedicato ai profili di consumo della Generazione Z, ossia i nati tra la fine degli anni ’90 e il 2010-2012. «Alla base della cultura che contraddistingue questa generazione» ha spiegato Chiara Bonucci, sales and marketing manager di Beautystreams «c’è un fervente impegno a esprimere l’identità individuale. Per questa generazione, il consumo trascende il semplice acquisto e diventa una potente forma di espressione di sé. Guidati dalla Gen Z e dai Millennial (i nati tra l’81 e il ’96, ndr) i consumatori di tutte le fasce non cercano soltanto prodotti più personalizzati, ma sono anche disposti a investire in articoli che amplificano la loro individualità, anche a costo di pagare un sovraprezzo».
Qual è allora la customer experience che la farmacia deve imparare a proporre ai consumatori della Generazione Z? Per Silvia Coppola, formatrice e consulente marketing, i giovani di questa fascia d’età rappresentano «un pubblico particolarmente significativo per il segmento skincare, perché evidenzia criteri di scelta totalmente nuovi rispetto alle generazioni precedenti». Tra i valori che indirizzano preferenze e orientamenti spiccano in particolare sostenibilità e innovazione digitale, ma ciò che più conta è che per intercettare questo pubblico diventano cruciali il linguaggio e la comunicazione via social, magari da gestire attraverso un “pharmainfluencer” che sappia creare contenuti coinvolgenti ma anche educativi, dove la cura del sé diventa anche espressione della propria individualità unica e irripetibile. Una bella sfida.