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Corman: le campagne di screening fanno bene anche al fatturato della farmacia

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A parte il contributo in immagine e visibilità, di cos’altro beneficiano le farmacie che partecipano a campagne e giornate dedicate alla prevenzione? Ci sono ricadute positive sul fatturato dell’azienda? Qualche dato utile per analisi e valutazioni arriva da Corman, che da tre anni promuove in collaborazione con Omron la campagna Progetto Zero per la prevenzione in farmacia del rischio cerebro-cardiovascolare.

In prossimità del via all’edizione 2019, che si protrarrà fino a settembre e coinvolgerà 1.200 farmacie, l’azienda milanese ha diffuso i numeri relativi alla campagna 2018, condotta in 800 esercizi ciascuno dei quali ha raggiunto in media una dozzina di pazienti (per un totale di circa 10mila individui). Come riferiscono i dati raccolti da New Line Ricerche di Mercato, nel segmento dei misuratori di pressione Omron le farmacie che hanno partecipato all’iniziativa evidenziano un sell out in crescita del 4%, a fronte di una media Italia che nello stesso periodo si è contratta dell’1,5% (sempre brand Omron) e di una media mercato (tutte le marche) in arretramento del 2,6%. In particolare, le farmacie che non hanno aderito alla campagna 2017 e hanno invece partecipato all’edizione 2018 mostrano una media di 5,1 pezzi venduti per singolo punto vendita, a fronte di un dato medio di 2,9 device per farmacia tra gli esercizi che non hanno aderito.

La campagna di quest’anno, lanciata a giugno, prevede come le precedenti una serie di esami che comprendono misurazione della pressione, test della glicemia, test del colesterolo totale, la compilazione di schede per valutare il rischio individuale, consigli personalizzati per la prevenzione. Le attività sono svolte da personale infermieristico formato e vengono offerte dalla farmacia ai propri clienti. Il programma prevede corsi di formazione specifici anche per i farmacisti in servizio nei punti vendita aderenti. I risultati raccolti saranno inviati alla Simg (Società italiana di medicina generale) e Alice (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) che li useranno per elaborazioni e studi epidemiologici.

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