Convention 2025 Farmagorà, obiettivo per fine anno 55 farmacie e ricavi a 80 milioni di euro

Filiera

Quarantuno farmacie in gestione distribuite in sette regioni (Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Friuli e Sardegna), un fatturato “run rate” di 60 milioni di euro con un tasso di crescita sull’anno del 6% (like for like), 85mila carte fedeltà attive, una marca privata con un centinaio di referenze e 250 dipendenti tra farmacisti, collaboratori e figure di sede. Sono alcuni dei numeri con cui Farmagorà, la catena di farmacie che ha per founder e co-ceo Francesco Carantani e Marco Premoli, chiude il 2024 e mette piede nel 2025. Programmi e obiettivi della nuova stagione sono stati presentati il 24 gennaio a MeetAgorà 2025, la convention d’inizio anno che ha riunito a Milano 63 farmacisti del gruppo tra direttori di filiale, area manager e team holding. «La loro composizione è lo specchio dell’attenzione che Farmagorà rivolge allo sviluppo delle risorse interne» rimarcano Carantani e Premoli «il 20% dei direttori sono neonominati e di questi il 50% arriva da progressioni maturate nell’azienda».

Per il 2025, gli obiettivi includono l’ulteriore sviluppo della rete (target 55 farmacie in gestione per la fine dell’anno) e dei ricavi (80 milioni di euro, sempre run rate), per raggiungere i quali si mira anche a un allargamento degli organici (350 dipendenti) e delle carte fedeltà (140mila). «Proseguiremo nel rebranding delle nostre farmacie» riprendono Carantani e Premoli «che continua a essere un elemento prioritario e distintivo. Entro 60 giorni dall’acquisizione procediamo al refitting dell’esercizio secondo un format specifico: layout, insegne, colori, elementi di comunicazione, format di arredo funzionale per category e user experience che agevola il consiglio del farmacista. Durante il refitting, inoltre, tutte le farmacie vengono dotate di un’area servizi dove proponiamo la nostra offerta di prestazioni: telecardiologia, analisi del sangue, tamponi e vaccinazioni e le giornate a tema con lo specialista (densitometria ossea, consulenza nutrizionale, analisi del capello eccetera)».

Per quanto concerne il marketing, invece, l’anno nuovo vedrà una netta accelerazione nella comunicazione digitale, con l’installazione di monitor interni in tutte le farmacie dell’insegna e di monitor in vetrina in alcuni esercizi selezionati, per promuovere offerte e servizi; in più, tutte le filiali dell’insegna saranno fornite di radiodiffusione, per migliorare l’esperienza in store del cliente. Lato logistica, si conta molto su Farmagorà distribuzione: avviata nel 2024, gestirà gli acquisti diretti del gruppo con l’obiettivo di ottimizzare acquisti e forniture.

Per quanto concerne la formazione, infine, l’intenzione è quella di assicurare al personale iniziative di aggiornamento per un totale di 150 ore (+50% rispetto al 2024), attraverso tutorial, videopillole e corsi Ecm prodotti internamente ed erogati sulla piattaforma proprietaria Academy di Farmagorà.

«Guardando al mercato nel suo complesso, quindi non solo alle farmacie organizzate» è la riflessione finale di Carantani e Premoli «ci sembra che nell’anno appena concluso il canale abbia consolidato il suo ruolo di punto di riferimento per il bisogno di salute delle famiglie e continueràa a farlo anche nel 2025. I dati Iqvia dicono che la farmacia cresce più degli altri canali fatta eccezione per l’online, che però rallenta anche per la necessità di recuperare marginalità. I numeri, poi, dimostrano che le farmacie organizzate mettono a fattor comune competenza e crescita che le farmacie indipendenti non possono strutturare. Le catene quindi, se a vocazione industriale, possono crescere più della media mercato (Farmagorà è un esempio) grazie ai servizi, alla formazione del personale, alle iniziative di marketing e commerciali. Le catene, infine, hanno la capacità di proporsi all’industria come partner strutturati e quindi possono scaricare iniziative sui punti vendita, diventando de facto le controparti preferite dei fornitori. Questo diventa strutturale se le catene riescono a confermare nei risultati quanto concordato nei piani condivisi con l’industria».

 

 

 

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