È un’evidenza ormai incontestabile che tra i motivi per cui il lavoro in farmacia attira sempre di meno c’è la refrattarietà tra orari del servizio e impegni personali o familiari. Il problema è sentito da quasi due farmacisti su tre, aveva detto due anni fa la prima edizione della survey lanciata da Pharmacy Scanner e Profili per capire perché il lavoro al banco è sempre meno amato. Ma non è un fenomeno soltanto della farmacia italiana: secondo un sondaggio condotto all’inizio del 2023 dalla rivista Chemist&Druggist, l’81% dei collaboratori inglesi ha pensato negli ultimi 12 mesi di lasciare l’impiego. In molti casi, il desiderio è quello di diventare “locum”, ossia liberi professionisti a chiamata, il che significa salario migliore (e qui si tocca il motivo economico ) ma anche più flessibilità e autogestione del tempo (la seconda variabile, la qualità della vita).
Ma il tema della conciliabilità tra lavoro in farmacia e sfera privata è oggetto di dibattito anche tra i farmacisti tedeschi: per il 48%, diceva un sondaggio ancora risalente al pre-pandemia, il lavoro non può togliere tempo alla famiglia. Diventa allora interessante l’articolo con cui la settimana scorsa la rivista dei farmacisti Daz.online ha affrontato la questione di come conciliare esigenze del servizio e vita privata dalla prospettiva dell’impresa farmacia. «Che si tratti di prendersi cura dei figli, gestire la casa o assistere un parente» è l’asserzione d’avvio «tra gli obiettivi dell’azienda deve figurare anche quello di creare le condizioni perché i collaboratori possano assicurare alla loro famiglia un clima sereno». In tal modo aumentano motivazione, soddisfazione e rendimento dei dipendenti. «Dare spazio sufficiente agli obblighi privati e familiari è essenziale per il successo dell’azienda. Per la maggior parte dei lavoratori tedeschi con figli» ribadisce Daz.online «la compatibilità tra lavoro e famiglia è importante tanto quanto il salario».
Il fatto è che aiutare i dipendenti a conciliare famiglia e lavoro rappresenta un «fattore cruciale» per l’azienda, un indicatore di qualità che i farmacisti più capaci terranno in considerazione quando dovranno scegliere la farmacia dove lavorare. «Tuttavia» avverte l’articolo «i modi concreti con cui ogni impresa presta attenzione alla vita privata del collaboratore possono variare da farmacia a farmacia, pertanto dev’essere cura del titolare ricorrere a un’adeguata comunicazione».
Premiare la flessibilità
La maggior parte delle farmacie, scrive Daz.online riferendosi alla realtà tedesca, offre già orari di lavoro flessibili che in molti casi vengono adattati alle esigenze dei singoli e della loro situazione familiare. La pianificazione di turni e ferie resta ovviamente un’esigenza imprescindibile, il dilemma allora è come conciliare programmazione e imprevisti occasionali: il bambino che salta la scuola per malattia, il genitore anziano da portare in ospedale per un esame eccetera. Conta la capacità di adattare i turni anche con breve preavviso, ma servono pure una buona comunicazione all’interno del team e comprensione reciproca, perché non sempre si riesce a trovare il punto di equilibrio che rende tutti felici e soddisfa le esigenze di ognuno riguardo a turnazione e ferie. Per esempio: non si può chiedere ai dipendenti single di fare costantemente da “jolly” per quelli che invece hanno una famiglia cui badare; tuttavia, quando questo accade di frequente, si possono “premiare” i dipendenti che si prestano regolarmente a fare da tappabuchi con bonus o incentivi.
Coinvolgere nella pianificazione
Soprattutto nelle farmacie con piccoli team o con orari di apertura più brevi, va spesso cercato un equilibrio tra desideri di tutti ed esigenze del servizio. Un confronto regolare nell’ambito del team della farmacia è di aiuto alla pianificazione: coinvolgere fattivamente i dipendenti nella programmazione di turni e ferie aiuta a trovare le soluzioni che meglio accontentano i bisogni di ciascuno. A tal fine, si possono predisporre fogli di lavoro – su carta oppure online – con il piano ferie e il programma dei turni, in modo che i collaboratori possano annotare i loro desideri. Se c’è la possibilità di svolgere alcune mansioni in smart working, autorizzare a lavorare da casa è un’opzione da considerare.
Preparare congedi e rientri al lavoro
Un’impresa a misura di famiglia deve saper gestire efficacemente i congedi per maternità e il successivo rientro al lavoro. Pianificare sensatamente tali assenze assicura vantaggi per tutti e quando poi si avvicina la data del rientro al lavoro, potrebbe essere proficuo considerare l’adozione di incentivi che rendano il dipendente felice di riprendere. In questo modo il team torna velocemente ai suoi vcchi equilibri e tutti sono contenti. Anche qui, in ogni caso, vale il principio che parlare aiuta: discutere e chiarirsi reciprocamente nell’ambito del team prima dell’inizio del periodo di congedo garantisce trasparenza. Durante l’assenza, inoltre, mantenere contatti regolari con il dipendente ne preserva l’attaccamento all’azienda e lo mantiene aggiornato su ciò che succede in farmacia.
Pensare ai dipendenti con bambini…
Ci sono grandi aziende che aiutano i loro dipendenti a conciliare famiglia e lavoro mettendo a disposizione asili nido interni convenzionati. Le dimensioni medie di una farmacia tedesca, ammette tuttavia Daz.online, rendono ipotesi di questo genere del tutto irrealistiche. Tuttavia, ci sono grandi farmacie che potrebbero disporre delle risorse per allestire una stanza dove i figli dei dipendenti possono essere seguiti da una babysitter a ore, oppure dove i bambini in età scolare possono fare i compiti o giocare mentre la madre o il padre lavorano. In Italia, come noto, le farmacie possono ricorrere allo strumento del welfare aziendale per fornire ai collaboratori servizi familiari, abbonamenti, prestazioni sanitarie integrative eccetera.
…e a quelli con parenti anziani
Un altro tema che non possono trascurare le imprese “family-friendly” è la cura dei parenti anziani. Molti dipendenti hanno il fardello di una persona in famiglia da accudire, un’azienda che li sostiene per quel che può conta molto. Valgono allora, dice Daz.online, le stesse raccomandazioni già fornite nel caso dei dipendenti con figli: siate comprensivi, parlate e trovate soluzioni individuali affinché i collaboratori possano pr4endersi cura dei loro cari e continuare a lavorare. Assistere un familiare malato può essere fonte di non pochi stress, un datore di lavoro comprensivo può accordare orari di lavoro e programmazione flessibile, accordi individuali, assenze temporanee dal lavoro, smart vorking (se il lavoro lo permette) e altro ancora.
Il farmacista titolare non può fare tutto da solo
Il titolare, scrive la rivista, deve innanzitutto capire che non è possibile gestire in totale solitudine un team e pianificarne il lavoro rispettando le esigenze e i desiderata di tutti. È indiepnsabile il dialogo, che non vuol dire soltanto un confronto franco e aperto nelle riunioni di lavoro: occorre anche sensibilizzare sulla gestione del gruppo i dipendenti senior, oppure individuare all’interno della squadra un “consulente” al qaule gli altri collaboratori possono rivolgersi per richieste individuali, problemi o motivi di insoddisfazione.
Comunicare i successi del team management
Se la farmacia è riuscita a fare della conciliazione tra famiglia e lavoro il proprio marchio di fabbrica, occorre che a questo merito sia data visibilità all’esterno, cioè va comunicato. Negli annunci di lavoro è giusto menzionare ciò che la farmacia fa per i propri dipendenti, perché è semz’altro motivo di attrazione per i farmacisti che hanno una famiglia o sono molto sensibili al proprio tempo libero. È anche importante mettere in risalto il tema nei colloqui per un’assunzione. Infine, l’attenzione dell’azienda per la famiglia può essere comunicata anche attraverso altri canali, come il sito web o i social media. Ciò crea un impatto positivo sui potenziali candidati.
Il commento di Giulio Muro (Profili)
«Le indicazioni che arrivano dall’articolo di Daz.online sono interessanti e riflettono una situazione che ricorda da vicino quella italiana» commenta Giulio Muro, head hutner di Profili ed editorialista di Pharmacy Scanner «oggi più che mai la farmacia che cerca personale deve saper coniugare le motivazioni dell’azienda con quelle dei dipendenti affinché il candidato percepisca il vantaggio che discende dal condividere il progetto professionale portato avanti da quella specifica farmacia. Il fenomeno dei locum – le partite iva – non caratterizza soltanto le farmacie indipendenti ma anche le catene, che dedicano investimenti importanti in Employer Branding e in Comunicazione».
In particolare, osserva Muro, l’articolo tedesco ha il merito di mettere in risalto la necessità che il titolare disponga di precise competenze manageriali: «La pianificazione dei turni, la flessibilità lavorativa, la governance del team possono essere gestiti con successo soltanto se dietro ci sono capacità che storicamente non tutti i farmacisti titolari hanno. E’ necessario quindi formarsi per fare in modo che all’interno delle farmacie nascano figure che sappiano gestire, anticipare e reagire proattivamente ai problemi che di volta in volta si presentano».
Quanto al welfare aziendale, conclude Muro, «è ormai assodato che si andrà sempre di più in questa direzione piuttosto che puntare su incentivi economici e aumenti retributivi. È anche qui necessaria una personalizzazione della proposta di welfare. che deve essere in linea con le esigenze di ogni singolo individuo. In questo hanno un vantaggio le farmacie private, perché le catene ragionano in modo seriale e la proposta è spesso appiattita e più o meno uguale per tutti, anche se nelle economie di scala sono agevolate. Vedo allora spazio per un intervento di network e aggregazioni, che potrebbero supportare le farmacie socie attraverso l’introduzione di questi servizi, negoziati dagli stessi distributori con le aziende partner e proposti direttamente agli affiliati».