Spegne 20 candeline sulla torta il Consorzio farmacisti riuniti, l’aggregazione che riunisce quasi 200 farmacie distribuite in prevalenza nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale. Sabato, a Murano (Venezia), la festa di compleanno, che è servita non solo a celebrare la ricorrenza ma anche a ripercorrere la storia ventennale del Consorzio e ragionare sul futuro prossimo dell’associazione e della farmacia. «A chi ci chiede, ripetiamo sempre che non siamo e non saremo mai un gruppo di acquisto» spiega a Pharmacy Scanner Francesco Innocente, presidente del Cfr dal 2006 «siamo piuttosto un sodalizio di farmacisti titolari accomunati dalla convinzione che certe cose se si fanno assieme vengono meglio». Oggi, così, il Consorzio stipula per conto dei suoi associati accordi commerciali, eroga e struttura servizi, fa consulenza sulle attività di marketing, gestisce i dati di mercato delle farmacie affiliate, fa formazione e infine propone anche una marca privata, Fab – Facile sentirsi bene, e un’app proprietaria che lavora come una vera e propria carta fedeltà.
«Per quanto concerne i servizi in farmacia» riprende Innocente «mettiamo a disposizione delle farmacie affiliate gli strumenti per la telemedicina, abbiamo redatto protocolli di riferimento per i servizi previsti dal d.lgs 153/2009, abbiamo avviato l’anno scorso con l’Università di Udine un progetto per l’offerta di Point of care test validati e altro ancora. Tra le attività di supporto al marketing c’è la gestione di monitor per la comunicazione nel punto vendita e in vetrina, la raccolta dei dati di vendita per il benchmarking tra gli associati, una piattaforma di academy per la formazione Fad e, come già detto, la nostra private label, che annovera una quarantina di referenze in 15 categorie, tutte nel mercato dell’integrazione». Il tutto all’ insegna della qualità certificata. Il Cfr, infatti, da 10 anni si propone alle farmacie come certificatore multi-site secondo la norma Iso 9001 e di recente ha avviato la certificazione di qualità anche per i servizi che propone alle farmacie.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
In vent’anni, di strada ne è stata fatta. «A fondare Cfr furono nove farmacisti pordenonesi, nel 2004» ricorda Innocente «poi nel tempo siamo cresciuti. Tra le tappe decisive, la scelta di “federarci” una decina di anni fa con il Consorzio Infarmacia, che riunisce anch’esso duecento esercizi circa concentrati principalmente in Emilia Romagna e Lombardia. La società che ne è scaturita, For, ci consente di proporre gli stessi servizi e le stesse attività a entrambi i consorzi».
Anche la farmcia, in questi due decenni, è cambiata parecchio. «Si può dire che siamo passati dalle stalle alle stelle» osserva Innocente «perché se prima si doveva lavorare sul mercato commerciale per iniettare nelle nostre imprese le risorse con cui andare avanti, ora invece con la pandemia e il post-pandemia è tornata a prevalere la dimensione professionale. Il covid, in particolare, ha dimostrato che il Ssn ha estremo bisogno della farmacia, che a sua volta ha bisogno di avere alle spalle aggregazioni che la sostengano: durante l’emergenza pandemica, per esempio, il nostro Consorzio si è dato da fare per fornire ai suoi affiliati le mascherine, i tamponi, gli spazi e le strutture dove vaccinare o effettuare i prelievi, così come gli infermieri con cui rinforzare il personale delle farmacie».
Non a caso, con la pandemia Cfr ha allargato le proprie attività e anche i suoi organici: «Oggi abbiamo cinque dipendenti e una struttura informativa che fa da cinghia di trasmissione tra le farmacie del Consorzio» prosegue Innocente «siamo attenti ad ascoltare le richieste che arrivano dai nostri soci e a dare risposte coerenti. Stiamo investendo sull’informatica e abbiamo avviato progetti con partner importanti per il rinnovamento tecnologico delle nostre farmacie. Per esempio, siamo al lavoro per fornire agli associati gli strumenti con cui gestire Google Business, e tutta la comunicazione social in modo che riporti le informazioni corrette della loro farmacia e non trascurino i giudizi dei clienti. Perché siamo convinti che nell’Information technology la farmacia non può restare indietro».