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Comifar per il recupero e la donazione dei resi ancora validi di baby food e alimenti

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Il gruppo Comifar, quasi duemila dipendenti e oltre 11mila farmacie servite, è la prima azienda della distribuzione intermedia italiana ad aver ideato e applicato una nuova politica sui resi da clienti e fornitori che consentirà di risparmiare sulle emissioni di co2 e allo stesso tempo collaborare con enti benefici come il Banco Alimentare. In ambito wholesale, spiega una nota della società, la distruzione della merce resa, di norma inviata a macero e/o smaltimento, è una pratica consolidata da tempo. Eppure, molti dei prodotti restituiti da clienti e fornitori – alimenti, baby food, integratori ma anche dispositivi medici – hanno ancora una vita residua prima della scadenza, dunque non è necessario distruggerli (con emissione di co2) e possono essere ancora consumati.

Il progetto è stato lanciato all’inizio del mese e hanno già aderito Danone Nutricia spa Società benefit, Humana Italia spa, Buona spa Società benefit, Dr. Schar ag spa, Enervit spa. «Con questo progetto vogliamo sviluppare un sistema virtuoso e circolare, che vada nella direzione di un impegno serio, sia dal punto di vista sociale sia da quello ambientale» spiega Roberto Porcelli, amministratore delegato del Gruppo Comifar «per le grandi imprese è tempo di ripensare metodologie e processi guardando a uno sviluppo sempre più sostenibile, dimostrando responsabilità verso chi ha più bisogno». Il progetto, conclude la nota, sta coinvolgendo in questa prima fase tre dei suoi grandi hub distributivi – Novate Milanese, Carinaro e Sassari – che prevedono di salvare dalla distruzione 10 tonnellate di prodotti nel corso dell’anno.

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