Entrano tre nuovi amministratori non esecutivi indipendenti (Ned – Non executive director) nel Consiglio di amministrazione di Chiesi Farmaceutici: Roch Doliveux, Paolo Pucci e Daphne Quimi. L’ingresso, recita una nota del gruppo, rappresenta una tappa significativa nella strategia più ampia di Chiesi volta a potenziare il consiglio, con il duplice obiettivo di accrescere le competenze e internazionalizzare ulteriormente la leadership.
Coerentemente con la visione strategica della famiglia Chiesi, questo momento segna un’evoluzione significativa negli sforzi dell’azienda per rafforzare la governance, in linea con la continua crescita internazionale del gruppo e la volontà di avere un impatto sui pazienti. I nuovi amministratori, in particolare, supporteranno l’impegno di Chiesi verso una crescita sostenibile, una transizione organizzativa e un’espansione internazionale, con particolare attenzione al mercato statunitense di sempre maggiore rilevanza.
«Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Roch Doliveux, Paolo Pucci e Daphne Quimi nel nostro Consiglio di amministrazione» dichiara il presidente del Gruppo Alessandro Chiesi «la loro esperienza rafforzerà la governance di Chiesi e supporterà le nostre ambizioni globali. In linea con la visione della nostra famiglia, questa scelta riflette ulteriormente il nostro impegno a migliorare costantemente e ci permetterà di concentrarci ancora meglio sui driver strategici. Ne beneficerà l’azienda, nel suo percorso di crescita e internazionalizzazione: attendiamo con entusiasmo il contributo positivo che apporteranno».
«Sono certo che Roch, Paolo e Daphne saranno addizioni di altissimo valore per il Consiglio di amministrazione di Chiesi» aggiunge il ceo Giuseppe Accogli «tutti e tre portano un’ampia esperienza internazionale e competenze diversificate, che miglioreranno la nostra competitività. Le loro nuove prospettive, unitamente alle preziose competenze, arricchiranno le discussioni del Consiglio e rafforzeranno il nostro modello di governance, aiutandoci a liberare appieno il nostro potenziale per crescere e svilupparci come gruppo».