Cgm entra in Pharmap. Si profila all’orizzonte un ecosistema di servizi digitali per la farmacia

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L’operazione risale all’estate scorsa ma è trapelata soltanto in queste settimane: Cgm Italia ha rilevato il 30% di 4K, la società cui fa capo Pharmap, l’home delivery della farmacia presente in oltre 250 comuni. La notizia, curiosamente, arriva di rimbalzo dalla Germania, grazie a un articolo della rivista Apotheke Adhoc che parla di quanto sta facendo la casa madre tedesca di Cgm in tema di dematerializzazione delle ricette. Viene da collocare nello stesso alveo anche l’ingresso in Pharmap della filiale italiana: con i suoi software gestionali per studi medici e farmacie, Cgm già presidia i primi due snodi del percorso che compie la ricetta elettronica, dal medico al farmacista; la partecipazione in 4K le apre anche il tratto terminale, il cosiddetto ultimo miglio, quello che va dal distributore finale al domicilio del paziente.

E’ evidente che l’obiettivo del gruppo – dal quale al momento non arrivano commenti all’ingresso in 4K – è quello di fare ecosistema, per offrire al pubblico italiano una piattaforma di servizi digitali che riscrive il “patient journey”. Basta ricordare che in Italia e Germania Cgm già commercializza l’app ClickDoc, che medici e farmacisti possono utilizzare per teleconsulti con i loro pazienti. In Germania, in particolare, la società tedesca ha concluso un accordo di collaborazione con Ihre Apotheken, il portale di e-commerce di Noweda, cooperativa della distribuzione con oltre novemila farmacisti soci. «Dalla partnership» si legge sul sito web di Cgm «nasce un Patto per la farmacia del futuro che punta a creare un ecosistema sanitario in rete e promuovere servizi digitali per la sanità». L’obiettivo è quello di «collegare digitalmente il paziente con il suo medico e la sua farmacia, grazie alle nuove funzionalità della ricetta elettronica». L’intesa risale a un paio di anni fa, ma in Germania la ricetta elettronica ha cominciato a circolare davvero soltanto dall’inizio dell’anno, quindi la partnership è appena agli inizi.

La parola ecosistema citata da Cgm è la chiave di lettura. Per coglierne meglio il significato si può ricordare il più discusso degli ecosistemi digitali realizzati finora in campo sanitario: Amazon Care, la piattaforma per la sanità digitale di Amazon: tramite app, gli assicurati possono richiedere un teleconsulto medico h12 oppure una visita a domicilio, urgente o su appuntamento. E naturalmente, il medico o l’infermiere che rispondono via chat o visitano a casa possono prescrivere una ricetta, che l’assicurato può portare di persona in farmacia oppure inviare via app alla propria farmacia di fiducia.

Il valore aggiunto per i consumatori, osserva Cgm nel comunicato che dà notizia dell’accordo con Noweda, è evidente: in pochi clic e senza attese si prenota una visita o si richiede un videoconsulto senza nemmeno uscire di casa. «Se è necessario, la ricetta di un farmaco può essere inoltrata direttamente alla farmacia di fiducia e in caso di domande, i pazienti possono chiedere il teleconsulto con il medico o con il farmacista. Senza contare che sempre più farmacie offrono un servizio di consegna a domicilio». E’ vero: in Germania le startup che effettuano delivery per le farmacie sono spuntate in pochi mesi come funghi e se ne contano già quattro soltanto a Berlino. Alcune, come Mayd e Cure, godono dei finanziamenti di fondi di equity che hanno scorto un’opportunità nel nuovo mercato; un’altra, First A, avrebbe dietro addirittura i fondatori di Gorillas, l’ultimo astro europeo del food delivery alimentare. E tutte fanno perno su un’app, dalla quale il cliente ordina il prodotto e segue la consegna, che promette di essere rapidissima (30 minuti nella maggior parte dei casi).

Viene allora da pensare che se Cgm Italia è entrata in Pharmap è per proporre lo stesso ecosistema digitale anche a sud delle Alpi. Le “condizioni di scenario”, d’altronde sono le stesse: basta ricordare la recente circolare dei ministeri di Economia e Salute sulla ricetta bianca dem, dove si afferma a chiare lettere che il promemoria digitale «può essere trasmesso, su richiesta dell’assistito, anche tramite i canali alternativi di cui all’articolo 3-bis del decreto 2 novembre 2011»: ossia e-mail, sms, Sac/Sar oppure Fse (previo rilascio del consenso da parte dell’interessato).

Anche per la ricetta rossa il medico può inviare il promemoria all’assistito «come allegato a un’e-mail, oppure tramite invio del nre con sms, app mobile o comunicazione telefonica». Ma a disporlo è un’ordinanza della Protezione civile del marzo 2020, che rimarrà valida soltanto sino a fine emergenza, cioè – prevedibilmente – non oltre il 31 marzo. La circolare di Economia e Salute, invece, non ha data di scadenza e dunque il percorso dal medico alla farmacia che copre il paziente quando ha una ricetta bianca cessa di essere un rettilineo a una sola corsia, collocato esclusivamente nella dimensione fisica: si può andare di persona dal medico e poi inviare il promemoria via app alla farmacia, con la richiesta che i farmaci siano consegnati a casa; oppure, recarsi di persona in farmacia e mostrare il nre della ricetta trasmesso con sms dal curante; o ancora, ricevere il promemoria per mail e rigirarlo allo stesso modo alla farmacia, per poi passare a ritirare i medicinali di persona oppure richiedere l’home delivery.

Il senso è chiaro: la strada a una corsia diventa un sistema di snodi dove il paziente potrà scegliere di volta in volta il tragitto per lui più comodo, fisico o digitale oppure tutt’e due le cose. Si profila all’orizzonte una rivoluzione copernicana, i cui effetti si materializzeranno nel tempo – man mano che crescerà la cultura digitale degli italiani – ma già intuibili oggi: per la farmacia, essere al posto giusto nel momento giusto significherà sempre meno avere sede vicino all’ambulatorio del medico e sempre più spesso presidiare gli “snodi” digitali del patient journey. Serviranno ecosistemi di servizi, che aiuteranno il paziente a costruirsi i suoi percorsi e lo porteranno nella farmacia che lo ha fidelizzato con quegli stessi servizi. E’ il progetto cui Cgm sta lavorando in Germania. E probabilmente anche in Italia, a giudicare dall’ingresso in Pharmap.

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