Durante la pandemia, il 44,1% degli italiani ha fatto ricorso ai farmaci di automedicazione per risolvere malesseri e piccoli disturbi. Il il 76,1% di chi li ha usati ha quindi tratto la convinzione che gli otc siano la soluzione più pratica ed efficace in questo genere di circostanze, tanto che il 65,4% degli italiani dichiara di essersi autogestito con i “senza ricetta” durante la pandemia (tra i giovani l’incidenza sale al 77,8%). Sono alcuni dei dati provenienti dalla ricerca che il Censis ha presentato lunedì 19 luglio nell’ambito del videoconvegno di Assosalute sul valore dell’automedicazione responsabile.
Nonostante un’indiscussa propensione all’autonomia, ha spiegato Francesco Maietta, responsabile dell’area politiche sociali del Censis, gli italiani che usano i farmaci senza ricetta non rinunciano al consiglio del farmacista o del medico di famiglia: lo cercano il 73% degli italiani che acquistano un otc e il 77,4% di coloro che preferiscono autogestire la propria salute.
Quindi, l’automedicazione responsabile deve assumere un ruolo strategico nella nuova sanità, consentendo al Ssn di concentrarsi sulle emergenze e sulle patologie gravi. In tal senso, l’importanza di una più stretta partnership medico/farmacista è stata ricordata da Salvatore Butti, presidente di Assosalute, che ha sottolineato anche la crucialità della telemedicina nell’evoluzione della sanità del futuro. Chiara Sgarbossa, direttore dell’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano, ha invece rivelato che il 43% degli italiani cerca online informazioni sul covid-19, il 73% chiede al web informazioni sugli stili di vita, il 37% ritira referti on line, il 26% utilizza il web per prenotare visite ed esami e il 17% per pagare i servizi. Inoltre, il 39% dei medici di famiglia e degli specialisti ha fatto televisite durante l’emergenza pandemica.