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Iqvia aggiorna le stime, nel 2021 non più di una farmacia su 10 in catene reali

Filiera

A un anno e mezzo dall’entrata in vigore della Legge sulla concorrenza, le farmacie di proprietà del capitale non sono più di 150 circa su un totale di oltre 18mila. Tradotto in percentuali significa che appartiene a una catena reale meno dell’1% degli esercizi farmaceutici in attività, e per arrivare al 10% serviranno tre anni almeno. Le stime sono di Iqvia, che al giro di boa tra vecchio e nuovo anno aggiorna per Pharmacy Scanner la contabilità degli acquisti e le previsioni sul breve-medio periodo.

Francesco Cavone, direttore Supplier Services di Iqvia Italia, dal vostro osservatorio quale vi sembra la velocità con cui il capitale sta facendo shopping di farmacie?
La progressione non ha il passo spedito, anche perché pesano diversi fattori: l’instabilità politica, i freni della burocrazia, prezzi di acquisto che al momento sono al di sopra dei reali valori di mercato. E in più, è mancato lo stimolo che in altri Paesi, in contingenze analoghe, è venuto dai fondi di investimento. Il processo, in sostanza, avanza lentamente e lo dimostra il fatto che finora soltanto una catena ha brandizzato la propria insegna, Lloyds Farmacia.

Dunque?
Per tutte queste ragioni, riteniamo che il capitale taglierà il traguardo del 10% di farmacie di proprietà non prima del 2021. E dall’altra parte, gli esercizi organizzati in catene virtuali saranno almeno il doppio, il 20-25%.

E dopo? La crescita proseguirà costante o ci saranno accelerazioni?
Abbiamo fissato il 10% come traguardo di breve-medio periodo perché riteniamo che valicata tale soglia la liberalizzazione entrerà nella fase a regime. Ma nel lungo periodo, riteniamo comunque che il capitale non riuscirà ad aggregare più del 30-35% delle farmacie in attività. In sostanza, siamo convinti che l’Italia non ricalcherà il modello inglese – dove le farmacie organizzate in catene reali superano il 60% del totale – ma più probabilmente  quello polacco, dove il capitale possiede all’incirca un terzo degli esercizi. In particolare, replicheremo l’evoluzione: prima una fase dedicata ai soli acquisti, poi raggiunto il picco i gruppi i dedicheranno alla costruzione delle reti.

Rivediamo i vostri numeri: avete detto che a oggi non sono più di 150 le farmacie italiane di proprietà del capitale. Qualche cifra di dettaglio?
Hippocrates ne dovrebbe contare una trentina, Dr.Max una quindicina, per Farvima contiamo le comunali di Grosseto, ad Alleanza Salute assegniamo gli esercizi di proprietà, come le nove farmacie di Milano, ma anche le municipalizzate dove è presente con quote significative. Abbiamo considerato a parte, invece, i punti vendita di Lloyds, che sono circa 200 tra comunali, farmacie in franchising e di proprietà. Come detto, si tratta anche dell’unica catena che ha già brandizzato ampiamente la propria insegna.

E le catene virtuali?
Attualmente raggruppano circa un terzo delle farmacie in attività. Ma in questo conteggio consideriamo soltanto le aggregazioni più forti, quelle cioè che quanto meno condividono un format oppure un lay-out.

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