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Catene, Federfarma punta a rivedere il proprio statuto per accrescerne la rappresentanza

Filiera

Federfarma sottoporrà all’assemblea nazionale del prossimo 13 e 14 dicembre alcune modifiche al proprio statuto dirette a dare alle catene del capitale maggiore rappresentanza all’interno del sindacato. Un’apertura, con ogni probabilità, ispirata da intenti cautelativi: Hippocrates e le altre, infatti, continuano a comprare farmacie e le loro filiali rappresentano ormai più del 5% degli esercizi in attività, una quota ancora ridotta che però già basterebbe a garantire la partecipare ai tavoli istituzionali (per esempio sul rinnovo della convenzione) nel momento in cui le società del capitale decidessero di confluire tutte in un sindacato a parte (come la britannica Aimp, Association of indipendent multiple pharmacies).

Ma viene da pensare che tra gli intenti del sindacato ci sia anche quello di scongiurare fuoriuscite che indebolirebbero pure dal punto di vista economico: le farmacie del capitale, infatti, sono in prevalenza ad alto fatturato e dunque versano a Federfarma laute quote di adesione. Non a caso, ha generato di recente qualche inquietudine l’acquisizione delle 130 farmacie di Neo Apotek da parte di Dr.Max: chi ha venduto aderiva alla Federazione, chi ha comprato invece no e quindi, man mano che le farmacie passeranno alla nuova proprietà, ne verrà revocata l’iscrizione.

D’altronde, lo spazio che l’attuale statuto nazionale riconosce alle farmacie del capitale è davvero insignificante: l’articolo 4bis impone alle associazioni provinciali di concedere alle catene una rappresentatività massima del 5% nelle deliberazioni delle assemblee degli iscritti; i delegati di queste ultime all’assemblea nazionale, inoltre, possono essere designati soltanto tra i farmacisti iscritti all’albo, quindi per le società di capitali le chance di farsi rappresentare da un componente del cda sono ristrette.

Le cose però potrebbero cambiare, almeno se le variazioni statutarie decise dal consiglio di presidenza di Federfarma otterranno l’avallo dell’assemblea. Per cominciare, scatterebbe l’abrogazione del già citato articolo 4bis (che, peraltro, non è ancora stato recepito da tutte le rappresentanze provinciali). Quindi si aggiungerebbe un nuovo articolo 8bis, che istituisce «l’Anagrafe delle società titolari» con capitale detenuto in maggioranza da non farmacisti. In tale elenco saranno riportati «il numero e la denominazione delle farmacie di cui ciascuna società iscritta è titolare e/o sulle quali esercita un controllo diretto o indiretto». L’Anagrafe è funzionale all’istituzione, nell’ambito del sindacato, di un’assemblea delle società titolari dove ognuna disporrà di un numero di voti pari alle farmacie di cui è direttamente o indirettamente proprietaria. La stessa assemblea, inoltre, invierà all’assise nazionale di Federfarma un numero di delegati pari a uno ogni 150 farmacie rappresentate, nonché un delegato ogni 1.500 farmacie al consiglio di presidenza della Federazione.

 

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