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Carte fedeltà, ricerca inglese: utili anche per fare prevenzione nelle patologie oncologiche

Filiera

Le donne che soffrono di un tumore alle ovaie non ancora diagnosticato prendono spesso i sintomi iniziali della malattia per un’acidità di stomaco o un reflusso. Ricorrono allora a farmaci otc per la gastrite o il dolore che poi continuano a consumare a lungo perché il disturbo persiste. Passa anche più di un anno dai primi acquisti alla diagnosi definitiva, dunque è il benvenuto ogni strumento che aiuta a intercettare precocemente questi casi e avviare celermente le terapie. Tra questi supporti, ha appurato un’indagine condotta dall’Imperial college di Londra, possono essere annoverate le carte fedeltà delle farmacie, che tengono traccia degli acquisti di sop-otc effettuati dalle loro clienti e dunque consentirebbero di intercettare eventuali consumi “sospetti”.

Non a caso, l’intero studio ha fatto perno sui dati della loyalty: i ricercatori, infatti, hanno selezionato un campione di 273 donne, 153 colpite da tumore ovarico e 120 no, tutte titolari di carta fedeltà in due farmacie inglesi ad alto traffico. L’indagine ha quindi messo a confronto gli acquisti di antiacidi e antidolorifici effettuati dalle componenti dei due gruppi, arrivando alla conclusione è che le donne colpite da carcinoma ovarico evidenziano consumi elevati e prolungati di farmaci da banco almeno otto mesi prima della diagnosi. «Con le evidenze che arrivano dalle carta fedeltà» ha spiegato il dottor James Flanagan, ricercatore del dipartimento di chirurgia oncologica dell’Imperial college «è possibile aiutare le donne a riconoscere precocemente la malattia e rivolgersi quindi al loro medico».

Nell’ambito della ricerca, le partecipanti hanno compilato un breve questionario con cui è stato chiesto loro di riportare la sintomatologia patita (se colpite dalla malattia) e il numero di visite effettuate con il medico di famiglia nei 12 mesi che hanno preceduto la diagnosi. Le risposte hanno rivelato che le interessate hanno cominciato a collegare i sintomi alla malattia oncologica circa quattro mesi e mezzo prima della diagnosi, mentre coloro che si sono recate dal medico di base per verificare i propri sospetti l’hanno fatto in media tre mesi e mezzo prima della diagnosi. In ogni caso, hanno avvertito i ricercatori, saranno necessarie ulteriori ricerche e studi più ampi, con pazienti diagnosticati in fasi diverse, per confermare e rafforzare queste prime evidenze.

«Oggi, nell’era digitale, giriamo con una grande quantità di dati a portata di mano» ha commentato David Crosby, responsabile della Ricerca sulla prevenzione e la diagnosi precoce del Cancer Research Uk «studi come questo sono un ottimo esempio di ciò che si può fare con queste informazioni per individuare anticipatamente le malattie oncologiche. C’è quindi da sperare che questa ricerca porti allo sviluppo di sistemi di alert che individuino prima di quanto solitamente accade sintomi significativi di malattie nascoste».

Cancer Research Uk ha finanziato i ricercatori perché proseguano nello studio con l’obiettivo di valutare se i dati sugli acquisti di farmaci da banco – tracciati dalle carte fedeltà – possano essere utilizzati per lo screening precoce di altre patologie oncologiche come il tumore allo stomaco, al fegato e alla vescica. «Mi sono curata con Gaviscon per 18 mesi prima della diagnosi di tumore ovarico» ha raccontato una delle pazienti la cui vicenda è servita per mettere a punto il protocollo di ricerca «se il reflusso gastrico di cui soffrivo fosse stato associato alla patologia in anticipo, avrei avuto una diagnosi più rapida, molti meno interventi chirurgici e maggiori chance di preservare la mia fertilità».

E in Italia? Le norme sulla privacy impediscono alle farmacie di includere i farmaci otc nelle raccolte punti collegate alle fidelity card, ma questo non impedisce loro di tenere traccia degli acquisti di farmaci senza ricetta, ovviamente previa raccolta del consenso. Lo conferma Quintino Lombardo, avvocato ed esperto di legislazione farmaceutica, al quale Pharmacy Scanner ha chiesto una valutazione dell’indagine inglese. «È evidente» è il suo parere «che in Italia lo strumento ideale per questo genere di analisi sarebbe il Fascicolo sanitario elettronico con il dossier farmaceutico, perché altrimenti c’è il rischio che il farmacista non abbia contezza di tutti gli acquisti delle sue clienti, che possono comprare una settimana nella sua farmacia e quella dopo altrove. Tuttavia, la ricerca inglese merita l’attenzione dei farmacisti italiani perché fornisce un esempio lampante del tipo di vigilanza e prevenzione che la farmacia può mettere in campo».

Quanto al divieto di regalare punti o premi sugli acquisti di otc, osserva Lombardo, «è sufficiente sincerarsi che il sistema di loyalty in uso nella farmacia sia stato programmato per escludere i farmaci dagli acquisti soggetti a promozioni. Se poi il farmacista, quando raccoglie il consenso informato, ha cura di spiegare ai clienti che la registrazione dei loro acquisti non serve soltanto a dare premi ma è anche uno strumento di monitoraggio e prevenzione, credo che nessun paziente rifiuterà il proprio assenso».

«Il caso analizzato nell’articolo è solo l’ultimo esempio di utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo curativo utilizzando dati provenienti dalle carte fedeltà» commenta Antonio Votino, Head of loyalty & direct marketing Business unit di Icteam Lutech group «la farmacia già oggi può avvantaggiarsi dell’Ai per raccomandazioni intelligenti da utilizzare nella relazione con i clienti. Collegare i dati di una carta fedeltà, nel rispetto della normativa di settore e privacy, può servire per analizzare i dati storici degli acquisti, tenendo conto delle preferenze del consumatore, delle condizioni mediche e delle interazioni passate con i farmacisti (sottolineo l’aspetto del’interazione al banco pregressa). Per esempio, se un cliente ha acquistato dispositivi per il monitoraggio della pressione, il sistema di raccomandazione potrebbe suggerire prodotti correlati come un integratore alimentare. Inoltre, potrebbe anche avvisare il cliente di farmaci o prodotti in promozione che potrebbero essere rilevanti per la sua situazione (cosa legittima se fatta per tramite del farmacista)».

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