Carenza di Vitamina B12: all’origine spesso un deficit di apporto alimentare. La soluzione
La vitamina B12, o cobalamina, appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili che svolgono un ruolo nella formazione della mielina, nella maturazione dei globuli rossi e nella sintesi degli acidi nucleici. Viene sintetizzata esclusivamente da batteri e si ottiene attraverso l’assunzione di alimenti di origine animale, come uova, latte e latticini, carne rossa e pollame, fegato (principalmente fegato di manzo), pesce e frutti di mare.
Il nostro microbiota intestinale non è sufficiente per produrre la vitamina B12 necessaria a soddisfare il fabbisogno quotidiano, che varia a seconda dell’età e della condizione; infatti, è fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata e, qualora non fosse sufficiente, ricorrere all’integrazione alimentare di prodotti a base di vitamina B12 per via orale.1
CARENZA DI VITAMINA B12
La carenza da vitamina B12 si verifica principalmente a causa di un deficit nell’apporto alimentare, come nei soggetti malnutriti, vegetariani o vegani, negli anziani, in gravidanza o nei soggetti con disturbi legati all’abuso di alcol. È altresì noto che coloro che soffrono di disturbi della digestione, come ad esempio nella gastrite atrofica autoimmune e negli interventi di chirurgia bariatrica, l’assorbimento intestinale di questa vitamina viene compromesso.2
DIAGNOSI
La diagnosi di carenza di vitamina B12 si basa sull’analisi dell’emocromo e sui livelli di vitamina B12 circolante. Il dosaggio sierico della vitamina B12 è il test più comunemente usato, ma possiede delle limitazioni in ambito clinico. In genere, valori inferiori a 200 pg/mL indicano una carenza, mentre valori tra 200-300 pg/mL sono considerati “zona grigia” e richiedono ulteriori indagini. Per avere un quadro clinico più chiaro, al dosaggio della vitamina B12 si possono valutare anche i valori dell’omocisteina e dell’acido metilmalonico. Livelli elevati della prima possono indicare una carenza di B12, ma non sono specifici perché possono aumentare anche a causa di carenza di acido folico; mentre, l’analisi dell’acido metilmalonico è più specifico per la carenza di vitamina B12, poiché esso tende ad aumentare quando la B12 è insufficiente, ma rimane inalterato in caso di carenza di acido folico.3
In questo articolo, analizzeremo due contesti in cui il rischio di carenza di vitamina B12 è particolarmente elevato: da una parte, le diete vegetariane e vegane; dall’altra, l’utilizzo di farmaci antiacidi, con l’obiettivo di evidenziare i fattori di rischio e le possibili strategie preventive.
- DIETE VEGANE E VEGETARIANE
Questi due regimi dietetici escludono il consumo di tutti i tipi di carne (suino, manzo, agnello etc.) e di prodotti a base di pesce, molluschi e crostacei.
Tra le diete vegetariane possiamo distinguere tre tipologie:
- Latto-ovo-vegetarianesimo (LOV): esclude la carne ma i include i latticini, uova e miele, insieme ad un’ampia gamma di alimenti di origine vegetale.
- latto-vegetarianesimo (LV), che esclude le uova,
- l’ovo-vegetarianesimo (OV), che esclude i latticini.
Mentre la dieta vegana (VEG) esclude la carne, i latticini, le uova e il miele ed è basato su un’ampia gamma di alimenti di origine vegetale.
Tra le varie carenze nutrizionali spesso riscontrate in questi regimi dietetici, troviamo la carenza di Vitamina B12; infatti, la biodisponibilità della vitamina B12 in una dieta vegetariana dipende dalla quantità e dalla tipologia di alimenti animali consumati (latticini, uova), dal consumo di alimenti fortificati (es. cereali da colazione) e di integratori. Per i vegani, invece, l’unica fonte affidabile di vitamina B12 sono gli alimenti fortificati e gli integratori alimentari a base di questo importante micronutriente.
Tutte le persone che seguono un regime dietetico vegetariano o vegano dovrebbero monitorare i livelli di vitamina B12 e, se necessario, integrarla alla loro dieta con una fonte affidabile.4
- USO DI FARMACI ANTIACIDI
I farmaci che riducono l’acidità gastrica rappresentano una classe di medicinali ampiamente prescritta, indicata nel trattamento di disturbi comuni come il reflusso gastroesofageo, la gastrite e l’ulcera peptica. Tra questi rientrano gli antiacidi classici (ad esempio l’idrossido di magnesio), gli antagonisti dei recettori H2 (come la cimetidina) e gli inibitori della pompa protonica (IPP), tra cui l’omeprazolo.
L’impiego di questi farmaci, sebbene efficace nel controllo dei sintomi legati all’iperacidità, può incidere negativamente sull’assorbimento di alcuni nutrienti, in particolare della vitamina B12. La carenza di vitamina B12 è una condizione relativamente frequente nella popolazione anziana, con una prevalenza che varia dal 5% al 40%, a seconda dei criteri diagnostici utilizzati, e tende ad aumentare con l’avanzare dell’età. 5
La causa principale di questa carenza, in età avanzata, è legata alla ridotta secrezione di acido gastrico, fondamentale per liberare la cobalamina dalle proteine alimentari e consentirne l’assorbimento. Oltre a compromettere il rilascio della vitamina, l’ipoacidità determina un aumento del pH intestinale che favorisce la crescita batterica, riducendo ulteriormente la disponibilità di cobalamina per l’organismo.
Una carenza di vitamina B12 può manifestarsi con sintomi ematologici, neurologici e psichiatrici, quadri clinici di particolare rilevanza nella popolazione geriatrica. Gli anziani, già predisposti a una ridotta capacità di assorbimento legata all’invecchiamento, risultano quindi ancora più vulnerabili in caso di uso cronico di farmaci inibitori della secrezione acida, come gli IPP.
Considerata l’alta prevalenza di deficit di vitamina B12 negli anziani e il possibile ruolo aggravante della terapia ipoacidica cronica, una valutazione periodica dei livelli di vitamina B12 nei pazienti sottoposti a trattamento prolungato con antiacidi potrebbe rappresentare una scelta clinicamente opportuna. 6
Vitamina B12 Sucrosomiale®
SIDEVIT®B12 è un integratore alimentare a base di vitamina B12 Sucrosomiale® e acido folico in forma attiva, in pratiche bustine orosolubili da assumere una volta al giorno e utilizzare per il periodo ritenuto idoneo, sempre sotto consiglio medico.

La vitamina B12 Sucrosomiale® è protetta da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Questo innovativo delivery system protegge il composto dalla degradazione chimica, diminuendo le interazioni all’interno dell’ambiente gastrico e promuovendo il suo assorbimento e trasporto attraverso l’intestino; tutto ciò si traduce in un aumento della sua concentrazione all’interno dell’organismo.7

CONCLUSIONE
SideVit®B12 rappresenta un’opzione efficace per la gestione della carenza di vitamina B12, grazie al suo sistema di assorbimento avanzato che consente un’ottima biodisponibilità nell’organismo, rispetto alle forme farmaceutiche convenzionali, anche in soggetti con condizioni che ne compromettano l’assorbimento intestinale.
Bibliografia
- Otten J.J., et al; Dietary Reference Intakes: The Essential Guide to Nutrient Requirements. Institute of Medicine of the National Academies; Washington, DC, USA: 2006.
- Shipton MJ, Thachil J. Vitamin B12 deficiency – A 21st century perspective. Clin Med (Lond). 2015.
- Nielsen MJ, et al.; Vitamin B12transport from food to the body’s cells – A sophisticated, multistep pathway. Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2012.
- Rizzo G, et al. Vitamin B12 among Vegetarians: Status, Assessment and Supplementation. Nutrients 2016.
- Cena H, Alessandra Vincenti A. Il rischio di carenza di vitamina B12 nella popolazione over 50-60 anni e il ruolo dell’integrazione. Rivista SIMG 2020;27(4):54-58.
- Maes ML, et al. Adverse effects of proton-pump inhibitor use in older adults: a review of the evidence. Ther Adv Drug Saf. 2017.
- Memon NM, et al. Comparative bioavailability study of supplemental oral Sucrosomial ® oral conventional vitamin B12 in enhancing circulatory B12 levels in healthy deficient adults: a multicentre, double-blind randomized clinical trial. Front Nutr. 2024.